l’ex Sindaco Messina chiede chiarezza

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Avvisi TASI errati, sul caso di Villa San Giovanni è intervenuto, commentando la nota dell’amministrazione comunale, anche l’ex sindaco Antonio Messina. Di seguito il comunicato a sua firma.

L’ex sindaco Messina sul caso avvisi TASI errati a Villa San Giovanni

“La questione avvisi accertamento TASI errati, che dà l’immagine di una città allo sbando dal punto di vista della gestione dei tributi locali, assume contorni assolutamente gravi dopo le dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale. A “loro dire” gli avvisi errati sarebbero poco più di 500, praticamente il 25% del ruolo coattivo TASI emesso (poco più di 2000 avvisi) ma in realtà il numero degli avvisi errati è molto più elevato rispetto a quello dichiarato, in quanto in quel numero non sono comprese altre fattispecie di esenzioni TASI non dovuta come nel caso di uso dell’immobile da parte del “coniuge superstite” o nel caso di “diritto d’abitazione” riconosciuto al coniuge separato e/o divorziato, oltre agli errori collegati alle vie non allineate ai dati catastali a causa dell’utilizzo da parte dell’ufficio di una banca dati probabilmente molto vecchia. Ed allora il dato supera probabilmente ben oltre il 30 – 35% di errore.

Secondo l’Amministrazione Caminiti tutto ciò sarebbe causa di una disfunzione tecnica della piattaforma che ha emesso gli avvisi “impazziti”. Purtroppo questa giustificazione non è assolutamente plausibile, mentre la situazione è molto più grave di quanto ci vogliano far credere.

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Errori nell’emissione e responsabilità dell’Ente

E qualora fosse così, allora saremmo di fronte a una struttura comunale (e non, vista la competenza dell’OSL) non in grado di gestire tali processi, perché si parla di un numero di avvisi errati così elevato, ovvero 1 su 4 o addirittura 1 su 3. Ciò evidenzierebbe che, dopo l’emissione degli stessi, ben quattro (non uno) dirigenti della pubblica amministrazione non si sarebbero accorti del gravissimo errore (bastava controllarne a campione 1 su 4), ovvero che si stavano notificando ai villesi degli avvisi di accertamento illegittimi, in quanto una legge dello Stato aveva abolito la TASI per l’abitazione principale dal 2016.

La “pezza” giustificativa dell’Amministrazione Caminiti sarebbe allora peggiore del buco, in quanto con queste dichiarazioni la stessa Amministrazione getta pesanti ombre sulle capacità di chi sta governando la struttura economica, finanziaria e tributaria dell’Ente e se allora questo fosse vero, l’Amministrazione Caminiti deve, a tutela della cittadinanza, correre ai ripari. Ma probabilmente “si mente sapendo di mentire” prendendo in giro i contribuenti villesi.

E la verità del disastro compiuto si legge nello stesso avviso di accertamento, dove nel richiedere la TASI la dirigente del settore tributi e l’OSL dicono espressamente: “Vista la deliberazione del Consiglio Comunale n. 20 del 28/05/2014 con la quale sono state determinate le aliquote TASI anche per l’annualità 2019, ai sensi dell’art. 1, comma 169, della Legge 296/2006”.

Praticamente i suddetti dirigenti, nell’elaborazione degli avvisi di accertamento TASI, hanno fatto riferimento a una delibera di consiglio comunale del 2014 (in quell’anno la TASI era dovuta anche per l’abitazione principale) presupponendo che quella deliberazione fosse valida anche per il 2019.
Ditemi se questa è una disfunzione tecnica o è incompetenza tecnica?

Critiche all’apparato gestionale e politico

Io a simili dirigenti non affiderei nemmeno il salvadanaio di casa dei “soldi spicci” mentre gestiscono i tributi comunali e il bilancio dell’ente, con l’Amministrazione Caminiti che “li difende”, il gruppo consiliare “Città in Movimento” impegnato a organizzare tombolate nella sede del partito invece di evitare simili scempi e il PD locale, ormai Partito d’estinzione dei principi di tutela degli interessi dei villesi, che “la butta” in caciara politica invece di chiedere con forza la verità sull’accaduto e una vera assunzione di responsabilità da parte del Sindaco Caminiti e di tutta la squadra di governo, e non scuse tardive e giustificazioni che definire “pretestuose” sembrerebbe un complimento.

Dimenticavo un altro particolare: stesso software utilizzato per gli avvisi di accertamento IMU e TASI (tributi aventi la medesima disciplina fiscale). Per un medesimo contribuente, nell’avviso di accertamento IMU si riconosceva l’esenzione per abitazione principale, mentre in quello TASI non veniva riconosciuta la stessa esenzione, pur essendo espressamente scritta la dicitura “abitazione principale” nei dati del fabbricato. Ciò significa che non è stata disfunzione tecnica e non è “colpa” dell’applicativo utilizzato, ma è stata vostra responsabilità, per non chiamarla in modo diverso.

Le conclusioni le lascio ai poveri contribuenti villesi, vere vittime di questo disastro.

Villa San Giovanni, 07/01/2025
Antonio Messina
(ex Sindaco di Villa San Giovanni)

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