Papa Francesco sceglie per Washington il cardinale super progressista McElroy, una mossa anti-Trump

Una mossa anti Trump. Così viene vista la scelta del Papa per la diocesi più significativa e importante d’America, quella di Washington, nominando il cardinale Robert McElroy, un ultra progressista che potrebbe dare parecchio filo da torcere al presidente che tra poco inizierà il suo secondo mandato. Soprattutto sul tema dell’immigrazione che era stata una delle questioni centrali della campagna elettorale di Trump. Il Tycoon aveva promesso all’elettorato repubblicano di intraprendere azioni rigorose per limitare l’ingresso sia legale che illegale negli Stati Uniti. Ma cosa effettivamente accadrà alle politiche migratorie nel secondo mandato presidenziale è ancora indecifrabile. Non si sa, infatti, se Trump vorrà rendere concrete le misure promesse per limitare ed eliminare i percorsi di immigrazione legale, comprese le protezioni umanitarie, e le “deportazioni” di milioni di immigrati, cosa che porterebbe alla separazione delle famiglie, con traumi psicologici di interi nuclei e, anche con contraccolpi sulla forza lavoro e sull’economia nazionale. Il cardinale Robert McElroy, bergogliano di ferro, è visto come un difensore dei migranti oltre che grande sostenitore della causa climatica e dei diritti dei cattolici LGBTQ. 

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STORIA

La scelta di Francesco appare certamente un segnale alla nuova amministrazione.

McElroy, attuale vescovo di San Diego, succede al cardinale Wilton Gregory, 77 anni, primo arcivescovo afroamericano di Washington, DC che va così in pensione. Difficile dimenticare cosa disse all’inizio del primo mandato di Trump, quando McElroy tenne un discorso durissimo. Riferendosi a Trump incoraggiò i cattolici a diventare “disgregatori” dell’agenda anti-immigrati. «Dobbiamo sconvolgere coloro che cercano di inviare truppe nelle nostre strade per deportare persone prime di documenti, strappando madri e padri dalle loro famiglie. Dobbiamo sconvolgere coloro che si riferiscono ai rifugiati come nemici piuttosto che i nostri fratelli e sorelle in terribile bisogno» Parole che oggi vengono ricordate per dimostrare quanto potrebbe essere fastidioso al nuovo inquilino della Casa Bianca.

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Il cardinale Robert McElroy è un progressista, con alle spalle studi a Stanford ed Harvard, totalmente allineato alla visione di Papa Francesco sulla Chiesa da campo, sinodale, aperta a tutti. Tuttavia ha dovuto affrontare diverse critiche per come ha gestito alcuni casi di abusi sessuali.

SITO CONSERVATORE

Sul “Collegecardinalsreport” il sito conservatore che raccoglie le principali biografie cardinalizie e sui prossimi papabili viene raccontato che McElroy è accusato di aver ritardato per un anno la rimozione di un sacerdote pedofilo dalla sua ex diocesi di San Diego. In pratica non avrebbe indagato adeguatamente sul caso nonostante avesse ricevuto la lettera di uno psicoterapeuta che descriveva in dettaglio le accuse e gli abusi, oltre che insabbiamenti di vescovi tra cui l’allora cardinale Theodore McCarrick, quest’ultimo al centro di uno scandalo enorme e ridotto allo stato laicale dal Papa dopo infinite polemiche. Il sito ipotizza che McCarrick abbia contribuito a orchestrare la nomina di McElroy nella diocesi di San Diego.

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AMBASCIATORE

Se il Papa ha assegnato la diocesi di Washington ad un cardinale super progressista, il presidente designato Trump, pochi giorni fa ha nominato l’ultra conservatore Brian Burch nuovo ambasciatore USA in Vaticano. Una designazione che ha sollevato parecchie perplessità tra i cattolici americani perchè si tratta di una figura fortemente impegnata nel settore del pro-life. Padre di nove figli con la moglie Sara e presidente del comitato CatholicVote da lui fondato, nonchè vicino al vice presidente Vance. CatholicVote ha difeso tutti i centri di gravidanza pro-vita attaccati negli Usa dopo la decisione della Corte Suprema di rovesciare la Roe contro Wade.