Nella seduta di martedì 7 gennaio 2025, la terza Commissione del Consiglio Valle, compatente in Assetto del territorio, ha audito l’assessore al territorio e ambiente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Davide Sapinet, insieme ai suoi dirigenti sul monitoraggio delle risorse idriche e sulle tariffe dei rifiuti, così come da impegno assunto in Consiglio regionale.
«Nella riunione odierna sono stati presentati i risultati sulle attività di monitoraggio delle risorse idriche – riferisce il presidente di Commissione, Albert Chatrian (UV) -. Nel corso del 2024 l’Assessorato al territorio e ambiente ha definito due importanti strumenti operativi: il censimento dei bacini d’invaso naturali e artificiali presenti sul territorio e dei relativi punti di alimentazione con il quale sono state anche individuate le principali aree agricole con deficit idrico ed è stata formulata una proposta di piano degli interventi principali riguardanti l’accumulo idrico per mitigare gli effetti conseguenti alla riduzione della disponibilità idrica indotta dai cambiamenti climatici. Il secondo strumento operativo ha riguardato l’acquisizione di un servizio di monitoraggio idrologico del torrente Chalamy che ricalca il modello già attuato per quello di Saint-Barthélemy, ed è finalizzato al potenziamento del sistema di controllo dei prelievi irrigui e delle portate transitanti in alveo per l’allestimento di quattro stazioni idrometriche di acquisizione dei dati in tempo reale. Questo consentirà di implementare una gestione dei prelievi conformi alle disponibilità in caso di crisi idrica.»
La Commissione è poi stata aggiornata sulla gestione del ciclo dei rifiuti urbani solidi e «sono stati evidenziati gli interventi realizzati dall’Assessorato in collaborazione con enti locali, Celva e il gestore dell’impianto di Brissogne – ricorda Chatrian -. Il tavolo tecnico sta lavorando sulle soluzioni operative più idonee per migliorare la qualità dei rifiuti in modo da contenere il più possibile i costi delle tariffe da applicare alle utenze finali. Le tariffe pro capite in capo ai cittadini possono variare anche significativamente da Subato a Subato e l’Osservatorio regionale dei rifiuti sta confrontando i vari costi di gestione con l’obiettivo finale di garantire un sistema di gestione dei rifiuti urbani unitario e omogeneo. L’aumento dei costi di discarica del centro di Brissogne, registrato dal 2021, invece, è collegato alle quote di ammortamento della costruzione di nuovi impianti. La raccolta differenziata è progressivamente aumentata fino a raggiungere il 69,4% e per il 2024 le previsioni sono di un ulteriore miglioramento con quantitativi di conferimento di rifiuti in discarica in diminuzione, il che comporta una proiezione dell’esaurimento del quarto lotto della discarica di Brissogne al 2034.»
La preoccupazione di Rassemblement valdôtain per l’aumento delle tariffe
Il gruppo Rassemblement Valdôtain esprime preoccupazione per l’evoluzione tariffaria del ciclo dei rifiuti urbani applicata all’utenza finale «sul cui costo totale grava tra l’altro anche per il 30% quello relativo alla gestione dell’impianto di Brissogne – sottolineano i consiglieri -. Dopo un anno dall’approvazione dell’ordine del giorno su questo punto, finalmente, abbiamo potuto affrontare nella riunione della terza Commissione, questo argomento di particolare importanza. Abbiamo chiesto ulteriori dati e documentazione sullo stato della raccolta, ma soprattutto sull’incidenza pro capite effettiva degli aumenti. Se l’Ato unico pare essere la soluzione a molti problemi, vorremmo capirne meglio effetti e ricadute dirette sui cittadini, prima di tutto.
A fronte di un buon risultato sulla raccolta differenziata, permangono tuttavia dubbi sulla sua qualità . Per questo motivo, riteniamo che nelle prossime audizioni il tema dovrà essere ulteriormente approfondito. Crediamo anche che si debba superare un certo moralismo applicato sino ad oggi nella gestione della raccolta differenziata: l’utente spesso è abbandonato in un ginepraio di sigle e codici che finiscono finanche per confonderlo e determinare così l’aumento della frazione estranea con il risultato di una peggior qualità della parte differenziata. Questo fatto, insieme ad altri elementi certamente, incide ulteriormente sul costo finale pagato dai cittadini.»
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