Turismo in montagna tra ostriche e supercar: «L’offerta segue il mercato ma servono moderazione e stile»

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Marika Giovannini e Silvia M.C. Senette

Bort (Confcommercio) avverte: «La montagna deve essere di tutti. Après ski, no al troppo rumore». Moser (Unione): «Valutare l’impatto»

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Ostriche in rifugio? Se c’è chi le chiede, «non c’è da scandalizzarsi se gli imprenditori le propongono». Ma in ogni cosa — tanto più in quota — «serve moderazione e stile»: dai «bravi imprenditori» ci si aspetta una sensibilità nei confronti dell’ambiente. Nel pieno del dibattito su quello che il presidente del Cai Alto Adige Carlo Zanella ha definito «turismo tamarro» — fatto di après ski con musica a tutto volume e luci led, Lamborghini portate in quota, rifugi a 5 stelle e voli in elicottero — a provare a trovare un equilibrio sono i vertici delle associazioni del commercio e turismo del Trentino e dell’Alto Adige.

Le richieste dei turisti

Giovanni Bort, presidente di ConfCommercio del Trentino e alla guida anche dell’Unione albergatori, parte da una riflessione generale: «Il mercato turistico — spiega — è cresciuto a dismisura ed è diventato alla portata di tutti, con diverse offerte: dal B&b al campeggio, dall’albergo alle strutture di lusso a 5 stelle». Rispetto a qualche anno fa dunque, sottolinea Bort, «il turismo è cambiato». E con esso le strutture, «che sono migliorate»: «Basti pensare agli impianti o alle spa dentro gli alberghi. La qualificazione c’è». Ma a cambiare sono state anche le richieste dei turisti. Come le ostriche in quota, lo champagne. «Le ostriche al rifugio — sorride il presidente di Confcommercio — non mi sconvolgono: certo, io non le ordinerei. Ma non sono stupito: chi vuole e può spendere vuole spesso anche mostrarlo e di conseguenza chiede prodotti di questo tipo. Del resto, se i nostri albergatori e i gestori di rifugi li comprano, vuol dire che c’è un mercato». Ma è giusto che li propongano a 2.o00 metri? «La moderazione, il buonsenso e lo stile stanno bene ovunque, anche in alta quota» risponde Bort. «Da qui a farne un problema — aggiunge subito — ci penserei due volte. Vogliamo che la montagna sia di tutti ed è giusto che sia così. E, ripeto, il garbo e lo stile stanno bene ovunque. In definitiva, non mi sento di difendere questo aspetto ma nemmeno di fare un’accusa ad alzo zero». 




















































Elicotteri e Après ski

Più severo, il presidente di Confcommercio, sul caso degli Après ski come quello di Nambino: «L’equilibrio deve portarci a ridimensionare questi momenti di chiasso. Ci si può divertire anche senza disturbare il prossimo. Il divertimento va bene, ma non deve urtare il riposo e le vacanze di altri. Su questo va posta molta attenzione e queste strutture vanno messe nella condizione di non nuocere gli altri». Netto, Bort, anche su chi arriva in volo in elicottero sulle piste: «Mi sembra eccessivo. L’elicottero va usato dal soccorso alpino per soccorrere le persone: quello è un valore assoluto. Ma usare l’elicottero come seggiovia mi sembra davvero fuori misura». Rimane però un punto fermo: polemiche o meno, avverte Bort, «lo sci rimane la carta vincente del nostro turismo». E il turismo «è la carta vincente del Trentino». Forse, ammette il presidente, «si dovrebbero promuovere di più i prodotti locali». Meno champagne e più teroldego verrebbe da dire. «E dei nostri prodotti — conclude Bort — i turisti sono attirati».

Gli imprenditori

Evidenzia due aspetti Philipp Moser, presidente dell’Unione commercio turismo servizi Alto Adige. «Da un lato — riflette — ci sono imprenditori che creano un’offerta e naturalmente rispettano e tengono conto di tutte le norme legali. Questi imprenditori vogliono attirare l’attenzione con la loro offerta, fare scalpore e quindi fare anche marketing. Dal punto di vista imprenditoriale, non stanno facendo nulla di male. E se c’è un’offerta, ci sarà sempre qualcuno che ne approfitterà. Per intervenire in questo caso, è necessario cambiare le regole da parte dei politici». L’altro aspetto considera «la sensibilità per l’ambiente e per la società». «Una sensibilità — ricorda Moser — che ci si può aspettare da bravi imprenditori. Anche se gli imprenditori agiscono entro i limiti della legge, alcune azioni dovrebbero essere valutate in termini di ambiente e società e forse, a volte, non vengono intraprese». C’è però un terzo aspetto, che il presidente analizza ricordando il caso delle Lamborghini al rifugio Comici. «Il vero successo di questa campagna è dovuto alle organizzazioni ambientaliste e ai media, che l’hanno davvero pubblicizzata e hanno fatto in modo che tutti in Alto Adige ne siano a conoscenza».

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