Si apre uno spiraglio per l’estensione dei buoni pasto al personale ATA: il 20 dicembre è stato approvato un Ordine del Giorno in Parlamento, che invita il governo a includere questo benefit nel prossimo rinnovo del CCNL Scuola.
Ma qual è la situazione attuale per chi lavora a scuola? Anche i docenti potranno ricevere i buoni pasto, oppure no? Prima di rispondere a queste domande facciamo il punto su cosa dice la normativa attuale e quali sono in merito i diritti dei dipendenti della PA, di cui fa parte anche il personale scolastico.
Buoni pasto e personale scolastico: cosa dice la normativa?
A differenza degli altri dipendenti pubblici, al momento chi fa parte del personale ATA o del corpo docenti non può usufruire dei buoni pasto, ovvero di voucher dal valore predeterminato, che permettono di acquistare prodotti alimentari oppure un pasto (inteso come servizio di ristorazione).
L’erogazione dei buoni pasto, che sono considerati un fringe benefit, è regolata dal Decreto del 7 giugno 2017, n. 122, sul “Regolamento recante disposizioni in materia di servizi sostitutivi di mensa, in attuazione dell’articolo 144, comma 5, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50”.
La legge ha stabilito che tutti i lavoratori subordinati hanno diritto al buono pasto, sia quelli full-time che quelli part-time, e ciò vale anche nel caso in cui l’orario di lavoro non preveda una pausa pranzo.
È importante sottolineare che hanno diritto a ricevere questo benefit tutti i dipendenti, non solo quelli privati, ma anche quelli pubblici, ed è proprio qui che casca l’asino, perché si evidenzia la disparita di trattamento nei confronti del personale scolastico, a differenza di altri comparti della PA.
L’erogazione di buoni pasto è considerata per i dipendenti della PA una soluzione alternativa al servizio mensa, qualora assente.
Buoni pasto nella pubblica amministrazione: come funzionano? Chi può richiederli?
Per l’erogazione e la regolamentazione di buoni pasto per i dipendenti della PA si fa riferimento al CCNL relativo, ovvero quello che riguarda il personale del comparto funzioni locali, risalente del 16 novembre 2022.
L’articolo 35 del suddetto contratto stabilisce che se un turno lavorativo supera le 6 ore, allora deve avere una pausa per la consumazione di un pasto, la cui durata non può essere inferiore ai 30 minuti.
Il CCNL del personale del comparto funzioni locale quindi prevede l’utilizzo dei buoni pasto, che possono essere erogati in sostituzione del servizio mensa, previo accordo però con i sindacati.
Hanno diritto ai buoni pasto:
- i dipendenti che lavorano di mattina con prosecuzione nelle ore pomeridiane;
- chi lavora nella PA nel pomeriggio con prosecuzione nelle ore serali;
- i dipendenti che prestano servizio la sera, con prosecuzione nelle ore notturne.
Il buono pasto o il servizio mensa è sempre riconosciuto per i dipendenti della PA?
L’articolo 35 del CCNL funzioni locali stabilisce chiaramente che:
«il servizio di mensa, o il buono pasto sostitutivo, è riconosciuto, indipendentemente dalla durata della giornata lavorativa, per il personale che contestualmente è tenuto ad assicurare la vigilanza e l’assistenza ai minori ed alle persone non autosufficienti e per il personale degli enti che gestiscono le mense nonché quelli per il diritto allo studio universitario che sia tenuto a consumare il pasto in orari particolari e disagiati in relazione alla erogazione dei servizi di mensa».
In baso a quanto già stabilito dalla legge, è possibile che in futuro vengano riconosciuti i buoni pasto anche per docenti e ATA? Vediamo insieme le ultime novità.
L’Ordine del Giorno approvato il 20 dicembre in Parlamento invita il Governo a valutare l’opportunità di intraprendere azioni per inserire i buoni pasto per ATA nel prossimo rinnovo del CCNL Scuola.
Qualcosa si muove: l’Ordine del Giorno 9/02112-bis-A/114 in Parlamento
Di recente è stato approvato in Parlamento l’Ordine del Giorno 9/02112-bis-A/114, presentato dalla deputata Giovanna Miele il 20 dicembre 2024, dove si affronta la questione del riconoscimento dei buoni pasto per docenti e personale ATA.
La deputata della Lega, membro della commissione Cultura e Istruzione, ha sottolineato come la scuola sia l’unico comparto della Pubblica Amministrazione a non prevedere questo servizio per i propri dipendenti.
Miele ha evidenziato anche che già molti contratti del pubblico impiego contemplano il buono pasto, inoltre ha fatto presente che c’è anche una sentenza della Corte di Cassazione (n. 32113 del 31 ottobre 2022) che riconosce il diritto al buono pasto anche al personale scolastico, se a scopo assistenziale e non retributivo.
L’Ordine del Giorno approvato il 20 dicembre dunque invita il Governo a valutare l’opportunità di intraprendere azioni per inserire, nel prossimo rinnovo del CCNL Scuola, il diritto all’erogazione del buono pasto, anche se al momento dalla richiesta sono rimasti esclusi i docenti.
La proposta per il momento interessa solo per chi fa parte del personale ATA e svolge un turno giornaliero di almeno 6 ore.
La proposta di Anief sui buoni pasto
Marcello Pacifico, presidente del sindacato ANIEF, ha avanzato una proposta più specifica, parlando anche di cifre concrete: l’introduzione di buoni pasto dal valore di 12-13 euro giornalieri.
Questa richiesta fa parte di una serie di rivendicazioni per il miglioramento delle condizioni economiche del personale scolastico, che secondo l’ultimo rapporto di Aran ha subito importanti perdite dal punto di vista retributivo, in particolare negli ultimi dodici anni.
Pacifico ha sottolineato anche come di recenti siano stati fatti dei passi avanti, come lo stanziamento di 500 milioni di euro aggiuntivi per il comparto istruzione e ricerca, sottolineando comunque la necessità di ulteriori interventi, perché la priorità deve essere cancellare la disparità di trattamento economico del personale scolastico a quello degli altri settori della PA.
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