I tabù della sinistra e i consigli di Veltroni

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Il lavoro da difendere e creare. I diritti da garantire e tutelare. Sanità e scuola pubblica, per tutte e tutti. E poi: la lotta al cambiamento climatico, per eliminare le disuguaglianze, per uno stato sociale inclusivo ed efficiente, per la difesa dello stato di diritto.

Sono tutte battaglie sacrosante, che contraddistinguono lo “stare a sinistra”, i progressisti dai conservatori. All’elenco, parziale, manca un tema, che a sinistra è da sempre tabù: quello della sicurezza dei cittadini.

Storicamente la sinistra si è attardata su spiegazioni sociologiche, di sistema, utili ad inquadrare le cause del fenomeno ma non a risolverlo.

Microcredito

per le aziende

 

Ora, forse, per il Pd come per le altre forze progressiste, è giunto il momento di porre la sicurezza in cima alla propria agenda politica. Per diverse ragioni: perché il problema (che sia per una quota percepito e per l’altra reale) non può essere ignorato; per evitare che a occuparsene sia solo la destra (con politiche repressive e securitarie); perché la domanda di sicurezza arriva proprio da quei settori sociali che si pretende di rappresentare.

A rompere il tabù ci ha pensato Walter Veltroni, figura autorevole della sinistra, tra i fondatori del Partito Democratico. In un articolo apparso sul Corriere della Sera il 6 gennaio scorso, Veltroni scrive:

«Sbaglia la sinistra a pensare che il problema della sicurezza dei cittadini non sia una priorità, non la riguardi. Che sia solo un’invenzione o una semplice percezione indotta da social, media, politica. E non sbaglia solo perché così lascia spazi enormi alla destra e a derive securitarie che possono essere pericolose per la stessa convivenza pacifica.
 Sbaglia perché tradisce una vetusta concezione delle dinamiche sociali e psicologiche di questo tempo».

«
La sicurezza è un problema che riguarda tutti, ma in particolare chi ha di meno», spiega Veltroni. Ed ha ragione. Chi non lo capisce finisce per dare manforte a chi ha interesse a rappresentare la sinistra come una forza unicamente schierata al fianco delle élite, di chi vive nei quartieri del centro, a spasso per le Ztl anziché al fianco di chi abita le periferie più degradate.

Veltroni punta il dito contro buonismo e giustificazionismo: «Se una donna sale su una metropolitana il suo diritto a non essere saccheggiata prevale su quello di chi le sfila dalla borsa il portafoglio con la pensione. È la legge, oltre che il buonsenso, a dirlo».

Bisogna certamente combattere le cause economiche e sociali che generano violenza e microcriminalità, che sono diverse e molteplici, ma al contempo non si può rinunciare a mostrarsi risoluti nei confronti di chi delinque, «senza distinzione di passaporto». Ciò non significa cedere al populismo carcerario o manettaro, tutt’altro: «La sicurezza dei cittadini non la si garantisce alterando le leggi o accettando la diffusione dell’autodifesa o, peggio, della diffusione delle armi. E neanche identificando propagandisticamente la violenza con l’immigrazione. 
Ma le leggi, quelle che ci sono, vanno fatte rispettare. E se qualcuno le viola, rubando, scippando, aggredendo una ragazza o un anziano, non deve, dopo pochi giorni, essere in grado di farlo di nuovo».

Da uomo di sinistra Veltroni sa bene che il tema della sicurezza va sottratto alla propaganda, affrontato nella sua complessità e analizzato in un quadro più ampio che chiama in causa la condizione della giustizia, la inumana condizione carceraria (che favorisce la recidiva), la lotta al traffico della droga e ai poteri criminali che la gestiscono, le difficoltà dei processi educativi, il governo dei flussi migratori e, in generale, il grande tema della giustizia sociale: «Più una società è squilibrata e più tende alla violenza». Ma è altresì convinto che la questione non è rinviabile.

A Veltroni non sfugge un altro punto dolente per la sinistra, il rapporto tra sicurezza e immigrazione. L’ex segretario, che considera un valore la società multietnica (ed è favorevole allo ius soli), sottolinea che «proprio chi è di sinistra deve saper garantire più di altri che accoglienza e responsabilità individuale vadano di pari passo, che chi arriva nel nostro Paese sia disponibile a rispettarne le leggi e a intraprendere processi di formazione e di integrazione a fronte dei quali ricevere la garanzia della totalità dei diritti individuali».

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Il tema non può più essere oggetto di mere speculazioni sociologiche oppure delegato sine die all’avvento di una “futura umanità”. «Soluzioni paravento», le definisce Veltroni, che insiste: «Non è accettabile che in tutto il Paese proliferino zone, quartieri, strade off limits, sotto il controllo di organizzazioni di spacciatori, di camorristi, di bande di ragazzi senza identità e speranze».

L’intervento si chiude con quello che sembra un consiglio alla segretaria Schlein: «Se non si vuole che certe idee violente, razziste, autoritarie si diffondano ancora più velocemente (avvantaggiando le destre, ndr), bisogna avere il coraggio di capire che la vita concreta dei cittadini di questo tempo è fatta di tre priorità. Tre, non due. Lavoro, sanità e sicurezza».

Veltroni non lo dice, ma il sottotesto è chiaro: in tutta Europa le destre avanzano anche perché la sinistra appare lassista e poco credibile sul fronte della sicurezza. Non si tratta di rincorrere la destra, ma di prendere atto delle sfide che la società pone davanti, senza reticenze, senza ideologismi, con la propria storia e la propria cultura. Con il coraggio di rompere gli schemi. Di infrangere tabù. Come ha fatto Veltroni.

(Foto: pagina Facebook Elly Schlein)





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Contabilità

Buste paga

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link