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Il 2024 รจ stato un anno complesso e ricco di sfide dal punto di vista della tutela della privacy e della data protection, caratterizzato, come di consueto, da una intensa attivitร dellโAutoritร per la protezione dei dati personali, allo scopo di garantire lโattuazione corretta delle norme sulla protezione dei dati. Sono state fondamentali anche lโapprovazione del testo definitivo dellโAI Act e il recepimento della Direttiva NIS2, la quale rappresenta un presidio fondamentale in ambito cybersecurity.
Stante queste premesse, il 2025 si prefigura come un anno altrettanto impegnativo, soprattutto alla luce delle sfide poste dallโintelligenza artificiale e dalla intensa produzione normativa in ambito cybersecurity.
Il contesto europeo: cosa ci aspetta
Il 2025 si prefigura come un anno ricco di sfide, stante non solo la necessitร di proteggere adeguatamente i dati personali dalle possibili violazioni, le quali, come visto dagli ultimi provvedimenti del Garante, sono sempre dietro lโangolo, ma anche e soprattutto in vista degli obblighi derivanti da due normative importanti: lโAI Act in ambito di intelligenza artificiale e la Direttiva NIS2, in tema cybersecurity. Ovviamente si tratta di normative che devono essere adattate a un contesto regolatorio ben piรน ampio e complesso di quello citato (si pensi alle svariate normative che compongono il panorama cybersecurity).
Tutto ciรฒ sempre riservando un occhio di riguardo alla strategia europea in materia di dati, composta dal Digital Services Act, Digital Markets Act, Data Governance Act e Data Act. In particolare, il Data Act si pone come un punto fondamentale per regolamentare lโuso dei sempre piรน diffusi strumenti interconnessi, rappresentando un punto di svolta nellโodierno panorama digitale. Esso, insieme al Data Governance Act, rappresenta la chiave per lo sviluppo di nuovi servizi nellโambito delle smart cities e non solo, e una preziosa occasione per le iniziative volte a sostenere un ambiente piรน green, la mobilitร integrata e la ricerca scientifica.
Data protection e telemarketing, le sanzioni del Garante
In ambito telemarketing, si segnala una importante sanzione di 842.062 euro che il Garante privacy ha irrogato a Sky Italia srl. LโAutoritร ha accertato che la societร sanzionata aveva svolto attivitร di marketing, telefonico e tramite sms, in assenza di adeguate verifiche sugli adempimenti in materia di informativa e raccolta del consenso, nonchรฉ della mancanza di necessaria consultazione del registro pubblico delle opposizioni prima dellโeffettuazione delle campagne commerciali.
In particolare, il Garante ha rilevato che alcune delle utenze erano state contattate in base ad un consenso acquisito molto tempo addietro, senza che la societร ne verificasse lโidoneitร anche dopo le evoluzioni normative. Inoltre, la documentazione dei consensi acquisiti da societร fornitrici di dati era apparsa non idonea a comprovare in modo inequivocabile la volontร degli interessati, poichรฉ la societร conservava i dettagli dei consensi in file Excel modificabili.
Sempre in materia di telemarketing, lโAutoritร ha inflitto a Illumia spa, societร operante nella fornitura dei servizi di luce e gas, una sanzione di 678.897 euro per trattamento illecito di dati personali per finalitร promozionali. Anche in questo caso il provvedimento รจ derivato da unโistruttoria avviata a seguito dei reclami di alcuni utenti, i quali lamentavano la ricezione di telefonate indesiderate effettuate da diversi call center per promuovere i servizi offerti dalla societร sanzionata. LโAutoritร ha riscontrato, tra le altre cose, lโeffettuazione di chiamate promozionali in assenza di unโidonea base giuridica, la mancanza di controlli lungo tutta la filiera e lโimplementazione di alcune misure tecnico-organizzative con notevole ritardo rispetto allโentrata in vigore del GDPR.
Per quanto concerne i concorsi PA, il Garante Privacy ha sanzionato con 50mila euro lโINPS per aver pubblicato sul proprio sito web i dati personali di migliaia di partecipanti ad un concorso bandito dallโIstituto. Tra i dati oggetto della violazione, oltre allโindicazione del nome e cognome dei candidati e alla data di nascita, figurava il punteggio derivante dalla media dei voti conseguiti nelle prove scritte e orali, il punteggio dei titoli, lโindicazione dellโammissione con riserva comprensiva anche delle causali relative alla salute, di oltre 5mila interessati tra vincitori e idonei. Preoccupazioni erano state sollevate in occasione di un primo procedimento condotto dallโAutoritร e conclusosi con una sanzione di 20 mila euro allโIstituto, il quale aveva portato a ulteriori indagini e a evidenziare che anche le graduatorie finali diffuse online contenevano numerose informazioni di dettaglio relative a vicende personali e familiari dei partecipanti (ad esempio a taluni nominativi era associato il riferimento a giudizi pendenti).
Sanitร e protezione dei dati: il ruolo di ospedali e cliniche
Con riguardo al delicato settore sanitario, si segnala che sono state pubblicate le FAQ del Garante in materia di accesso ai dati personali della cartella clinica. Nelle FAQ lโAutoritร chiarisce che la struttura sanitaria, titolare del trattamento, a seguito di una istanza presentata ai sensi dellโart. 15 GDPR, รจ tenuta a fornire al richiedente copia dei dati personali oggetto del trattamento (la prima copia รจ gratuita). Tuttavia, la struttura sanitaria valuta se fornire copia integrale o meno della documentazione contenuta nella cartella clinica. Inoltre, la struttura รจ tenuta a fornire al richiedente, gratuitamente, copia integrale della propria documentazione sanitaria quando ciรฒ sia necessario per consentirgli di verificare lโesattezza, la completezza e lโintelligibilitร delle informazioni richieste, come stabilito dalla sentenza CGUE 307/22.
Il Garante ricorda, inoltre, ai titolari del trattamento (ospedali, aziende sanitarie, ecc.) che, in caso di ricezione di istanze generiche di accesso, le Linee guida della Commissione Europea sulla Protezione dei dati raccomandano di chiedere agli interessati di specificare lโoggetto della richiesta (dati personali o documentazione).
Il caso
Si segnala, sempre in ambito sanitario, che il Garante privacy ha definito il procedimento aperto nei confronti di unโAzienda ospedaliero-universitaria che aveva subito un attacco hacker ai sistemi informativi nel dicembre 2022. Il data breach aveva comportato la perdita di riservatezza, integritร e disponibilitร dei dati personali di un numero elevato di interessati. Tra questi dipendenti, consulenti e pazienti. Tuttavia, la violazione non aveva determinato il blocco dei servizi sanitari.
Dallโispezione del Garante erano emerse alcune carenze relative agli obblighi di sicurezza previsti dal GDPR, a causa dellโadozione di sistemi non aggiornati e a misure inadeguate a rilevare tempestivamente le violazioni di dati e a garantire la sicurezza delle reti informatiche. In particolare, lโutilizzo di software obsoleti, per i quali non erano piรน previsti aggiornamenti di sicurezza e di alert non a copertura h24, hanno favorito il verificarsi dellโattacco hacker. Nel corso dellโistruttoria, il Garante ha anche accertato ulteriori omissioni riguardanti le misure di sicurezza, tra cui la mancanza di una procedura di autenticazione informatica a piรน fattori per lโaccesso da remoto alla VPN, che invece avveniva solo attraverso lโutilizzo di username e password, lโassenza di un sistema per segmentare e segregare le reti delle postazioni dei dipendenti, nonchรฉ i server per i trattamenti, per evitare una propagazione di virus.
Cybersecurity e IA, il rapporto con la privacy
Quanto successo allโAzienda ospedaliero-universitaria e, in generale, i numerosi attacchi hacker evidenziano lโimportanza di avere degli attori attenti dal punto di vista cybersecurity e, dunque, compliant rispetto alle numerose normative del settore, soprattutto a fronte della sempre piรน intensa minaccia dei cybercriminali, le cui abilitร rappresentano una grave minaccia per la cyber-resilienza dellโEuropa, soprattutto dellโItalia, come evidenzia il rapporto Clusit 2024.
Non meno importante lโevoluzione tecnologica dettata dallโavanzare dellโIntelligenza Artificiale. ร recentissimo il comunicato stampa dellโAutoritร Garante per la protezione dei dati personali con il quale la stessa ha adottato un provvedimento correttivo e sanzionatorio (di quindici milioni di euro) nei confronti di OpenAI in relazione alla gestione del servizio ChatGPT che arriva allโesito di unโistruttoria avviata nel marzo del 2023. Secondo il Garante, Open AI oltre a non aver notificato allโAutoritร la violazione dei dati subita nel marzo 2023, ha trattato i dati personali degli utenti per addestrare ChatGPT senza aver prima individuato unโadeguata base giuridica e ha violato il principio di trasparenza e i relativi obblighi informativi nei confronti degli utenti. Per di piรน, OpenAI non ha previsto meccanismi per la verifica dellโetร , esponendo a rischio i minori.
Dunque, il Garante italiano ha ordinato a OpenAI, ai sensi dellโart. 166 comma 7 Codice Privacy, di realizzare una campagna di comunicazione istituzionale di 6 mesi su radio, televisione, giornali e Internet per promuovere la consapevolezza del pubblico sul funzionamento di ChatGPT, in particolare sulla raccolta dei dati di utenti e non-utenti per lโaddestramento dellโintelligenza artificiale generativa e i diritti esercitabili dagli interessati, inclusi quelli di opposizione, rettifica e cancellazione. In questo modo, gli utenti e i non-utenti di ChatGPT saranno sensibilizzati su come opporsi allโaddestramento dellโintelligenza artificiale generativa con i propri dati personali e, quindi, essere effettivamente posti nelle condizioni di esercitare i propri diritti ai sensi del GDPR.
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