Agritech, la ricerca al servizio di uno sviluppo sostenibile

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Da tre anni è in funzione il centro nazionale “Agritech” con l’obiettivo di favorire la conoscenza e l’innovazione in agricoltura, strumenti prioritari per modellare i futuri sistemi agricoli e rurali. Produrre cibo sufficiente e sicuro per una popolazione che cambia senza sfruttare eccessivamente le risorse naturali è uno dei maggiori problemi che la nostra società deve affrontare trovando soluzioni sostenibili nel lungo termine. Si tratta di una sfida globale, collocata in un contesto difficile di clima instabile, crescente competizione per terra, acqua ed energia, in un mondo sempre più urbanizzato e globalizzato.

L’importanza e la portata di questa sfida richiedono uno sforzo di ricerca significativo che va ben oltre la capacità di ogni singola istituzione e per cui è obbligatorio sviluppare un programma integrato, su larga scala e multidisciplinare. Con questo fine è stato creato uno spazio operativo per ricercatori con i fondi Pnrr MUR “National Research Centre for Agricultural Technologies – Agritech”.

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La sede del Centro (hub) è presso l’Università Federico II di Napoli mentre le tematiche delle diverse aree strategiche sono distribuite in 9 diversi sedi (spoke), coordinate in gruppi di ricerca che coinvolgono un totale di 24 Università pubbliche, 4 Università private, 14 centri e istituti di ricerca, 4 hub privati e numerose imprese. Le aree tematiche sono: 1 – Risorse genetiche vegetali, animali e microbiche e adattamento ai cambiamenti climatici; 2 – Crop Health: un approccio sistemico multidisciplinare per ridurre l’uso di prodotti agrochimici; 3 – Tecnologie abilitanti e strategie sostenibili per la gestione intelligente dei sistemi agricoli e del loro impatto ambientale; 4 – Sistemi agricoli e forestali multifunzionali e resilienti per la mitigazione dei rischi legati al cambiamento climatico; 5 – Produttività sostenibile e mitigazione dell’impatto ambientale nei sistemi zootecnici; 6 – Modelli di gestione per promuovere la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agricoli; 7 – Modelli integrati per lo sviluppo delle aree marginali per promuovere sistemi produttivi multifunzionali che valorizzino la sostenibilità agroecologica e socio-economica; 8 – Nuovi modelli di economia circolare in agricoltura attraverso la valorizzazione e il riciclo dei rifiuti; 9 – Nuove tecnologie e metodologie per tracciabilità, qualità, sicurezza, misurazioni e certificazioni per valorizzare e tutelare la tipicità nelle filiere agroalimentari.

Il Centro Agritech combina le migliori competenze di ricerca necessarie per affrontare adeguatamente, in un contesto multidisciplinare, i problemi associati all’agricoltura sostenibile. Gli obiettivi sono ambiziosi per il settore agricolo, puntando a preservare lo stock di capitale naturale e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Si sottolinea l’importanza delle biotecnologie e delle tecnologie digitali, evidenziando il ruolo chiave del settore agroalimentare e l’importanza della strategia Farm to Fork come strumento operativo per attuare il Green Deal nel settore agricolo.

Coerentemente con il 5° rapporto Scar (Comitato permanente per la ricerca agricola della Commissione europea) (“Resilienza e trasformazione”), vengono individuati tre obiettivi chiave: Garantire cibo nutriente, sano e sostenibile per tutti; Creare e Realizzare la piena circolarità dei sistemi alimentari e agricoli;

Ripristinare la diversità nei nostri sistemi alimentari, agricoli e sociali; tutto questo salvaguardando i territori e le attività economiche delle singole imprese e il contatto diretto con i consumatori. Il Centro Agritech promuove l’innovazione e il trasferimento tecnologico in collaborazione con la rete di aziende private che hanno un ruolo cruciale sull’intera catena di valore agricola. Il programma viene realizzato con acquisto di strumentazioni e utilizzo personale di ricerca strutturato e con il reclutamento di giovani scienziati. Il D3A ha proceduto con un programma di spesa efficace, investendo circa un milione in nuove strumentazioni e includendo più di 20 ricercatori nel progetto, per cui la rendicontazione è molto avanzata; a fine gennaio 2025 organizzerà un convegno sulle attività dello Spoke 6, di cui fa parte.

Va sottolineato che Agritech ha come obiettivo l’integrazione di infrastrutture e attrezzature di ricerca disponibili in ciascun sito per applicare il trasferimento tecnologico, la formazione, la promozione di start-up, l’applicazione di tecnologie abilitanti chiave (KET) e far collaborare aziende e agricoltori per co-progettare gli sforzi di ricerca. Formare la prossima generazione di scienziati e manager dell’Agritech per generare il capitale umano e le competenze necessarie per l’innovazione diventa un aspetto fondamentale per sfruttare al meglio i risultati e aumentare la resilienza e la competitività economica delle filiere agroalimentari.

I vincoli imposti dalle condizioni climatiche instabili, dalle specifiche esigenze ecologiche e socioeconomiche delle diverse aree geografiche, anche in una visione multifunzionale, sono le principali lacune da colmare. Ricerca scientifica, biotecnologie all’avanguardia, digitalizzazione e agroecologia, tutela della tipicità dei prodotti agroalimentari e certificazione sono la base per tracciabilità, qualità, sicurezza, sostenibilità ecologica ed economica dei processi produttivi nelle filiere agroalimentari, assieme a nuovi modelli di economia circolare per la valorizzazione, inclusa quella energetica, e il riciclo di sostanze seconde e dei rifiuti.

* Direttore del Dipartimento  Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università Politecnica delle Marche

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