Bando del Todays Festival, chi mal comincia è a metà del disastro

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di Gabriele Ferraris

Ritardi e incongruenze del Comune di Torino (che stanzia 540mila euro) per la kermesse musicale in cerca di nuova identità

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Chi mal comincia è a metà del disastro. Il bando per organizzare Todays 2025 è stato pubblicato sul sito della Fondazione Cultura con «appena» tre mesi di ritardo rispetto ai baldanzosi propositi comunali della tarda estate, quando promettevano di pubblicarlo «con largo anticipo»: entro ottobre, anzi no entro novembre, cioé, prima di Natale. 

Il sostanziale fallimento di Todays 2024 (15.992 spettatori in sette serate, in media 2.284,5 a serata, biglietti a prezzi pressoché di mercato e tuttavia 650 mila euro di costo a carico del Comune) era stato giustificato con la «tardiva pubblicazione del bando», uscito il 7 febbraio 2024. In realtà non era quella l’unica causa del malestro, ce n’erano di ben più serie: ma certo non aiuta cominciare a lavorare per un festival estivo quando ormai gli altri festival estivi hanno quasi completato i cartelloni. E partire il 7 gennaio anziché il 7 febbraio non cambia granché la situazione.




















































Peraltro, nel nuovo bando si scorge qualche segno di ravvedimento operoso. Dai brainstorming di Palazzo Civico è emersa la rinuncia all’inane gigantismo della sciagurata edizione 2024: hanno ridotto la durata di Todays dalle insostenibili sette sere a quattro, di cui una gratuita; e ridotto a 540 mila euro lo stanziamento, comunque troppo per una manifestazione di incerta utilità. Inoltre hanno ben pensato di spostare la sede del festival dal Parco della Confluenza al Parco Dora, così se non altro si risparmiano le proteste degli ambientalisti. Ci voleva tanto per capirlo?

Il bando regala anche un passaggio di autentica comicità laddove specifica che gli aspiranti organizzatori dovranno presentare una «proposta artistica dettagliata, con… precise indicazioni circa gli artisti coinvolti (in base a dimostrabili accordi con gli artisti proposti). Gli artisti dovranno essere in esclusiva regionale… qualora all’atto della stesura del programma definitivo, gli artisti indicati nella proposta progettuale presentata non dovessero risultare più disponibili (per motivi inderogabili, ampiamente documentati, e non riconducibili all’organizzatore), dovrà comunque essere garantita la realizzazione delle iniziative con artisti di pari levatura. 

La line up eventualmente variata sarà sottoposta alla valutazione della Commissione artistica: in caso di valutazione negativa si scorrerà nella graduatoria». 

Logicissime e puntuali prescrizioni, giusto per scongiurare un’altra figura di palta come quella con Tananai a Capodanno: e vien da domandarsi perché tanta logica non si sia applicata anche in quel caso. 

D’altronde, già il bando per Todays 2024 stabiliva che «qualora all’atto della stesura del programma definitivo, gli artisti o gli ospiti eventualmente indicati nella proposta progettuale presentata non risultassero più disponibili (per motivi non imputabili all’organizzatore), dovrà comunque essere garantita la realizzazione delle iniziative da parte di artisti/ospiti di pari levatura». Ma, restando nell’ambito della logica, pure nel bando per Capodanno si leggeva che «nel caso di difformità da quanto dichiarato in sede di gara si procederà alla revoca dell’aggiudicazione. In tal caso l’Amministrazione si riserva la facoltà di affidare la fornitura al secondo miglior offerente». Insomma, niente di nuovo: le norme ci sono, le interpretazioni sono libere.

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