Borse 9 gennaio | Milano stabile e listini europei in ordine sparso. Sale lo spread

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Redazione Economia

Wall Street chiusa per le commemorazioni in onore del presidente Jimmy Carter. In negativo i mercati asiatici. Si rafforza il dollaro a 1,029 contro euro. Lieve diminuzione nel prezzo di gas e petrolio

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Apertura in calo per la Borsa di Milano  con l’indice Ftse Mib in discesa dello 0,50% ma risalito verso la parità (-0,07%) a mezz’ora dall’apertura delle contrattazioni.  Sui mercati pesano i timori per la crescita economica
cinese e i dazi annunciati da Donald Trump. 
A Piazza Affari scivola Bper (-2,1%). Male anche Banco Bpm e Unicredit (-0,9%), con Piazza Meda che cerca tutte le strade per difendersi all’offerta lanciata dalla banca  guidata da Andrea Orcel. In flessione Intesa e Popolare Sondrio (-0,7%) e Mps (-0,6%). Vendite su Stm (-1,7%), Stellantis (-1,6%) e Tim (-1,5%). Male anche il lusso dove Moncler cede l’1,1% e Cucinelli lo 0,6%. Nel listino principale brilla Prysmian (+2,4%). Bene anche Pirelli (+0,7%), Saipem (+0,6%) e Amplifon (+0,4%).  Male ancora St (-1,6%) in un quadro di debolezza del settore tech, mentre secondo indiscrezioni gli Usa avrebbero allo studio ulteriori restrizioni per l’export di chip per l’Ai. Fuori dal listino principale, Lottomatica perde il 2,7%, dopo il collocamento del 9,5% del capitale a sconto del 5,2% sul prezzo di chiusura di ieri.

Wall Street chiusa per le commemorazioni del presidente Jimmy Carte, Borse europee in ordine sparso

Deboli anche  le Borse europee, che confermano le incertezze
degli investitori già viste nella seduta asiatica. Arretrano Parigi (-0,27%) e
Francoforte (-0,18%), tengono Londra e Amsterdam sulla parità
. Il mercato si interroga sulle prossime mosse delle banche centrali: ieri sono stati pubblicati i verbali dell’ultima riunione della Fed, da cui è  emerso il timore dei banchieri per un aumento dell’inflazione, nel 2025, dovuto alle politiche del prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Timori legati anche alle attese sul tema dazi, che ieri ha pesato sui mercati europei. Il quadro si mostra quindi incerto e oggi la seduta sarà priva di dati macro di rilievo e di Wall Street, chiusa in ricordo dell’ex presidente Jimmy Carter. Segnali di miglioramento sono arrivati, sul fronte macro, dalla Germania, con la produzione industriale a +1,5% e buone indicazioni dall’export. 




















































Non si ferma la corsa del dollaro, petrolio e gas in calo

Sul mercato valutario, il dollaro si rafforza e spinge nuovamente l’euro sotto quota 1,03 a 1,029 (da 1,034 ieri in chiusura). Poco mosso il dollaro/yen a 158,16, mentre la divisa unica incrocia quella giapponese a 162,85 (da 163,34). Scende del 2% a 93.200 il Bitcoin. Lieve calo per i prezzi del greggio, con la debolezza dell’economia cinese che pesa e con il calo delle scorte negli Usa che controbilancia. Il Wti è a 73,5 dollari (-0,10%) mentre il Brent scambia a 76,1 dollari (-0,09%). Scende dello 0,8% a 45,19 euro al MWh il
prezzo del gas europeo ad Amsterdam
.

Btp, rendimento in salita al 3,72% con lo spread Btp Bund a quota 118 punti

Partenza con ulteriore salita sopra quota 3,7% per il rendimento del
Btp decennale benchmark (riferimento) e in generale per i titoli
governativi dell’Eurozona. Il titolo italiano, che già ieri era passato da 3,63% a 3,68%, rende il 3,72% mentre il pari scadenza tedesco si porta al
2,54%.
Il differenziale si allarga leggermente toccando i 118 punti dai 116
della chiusura precedente. I titoli sovrani, osservano gli analisti di Unicredit, sono rimasti sotto pressione nella seduta di mercoledì, pur in assegna
di un motivo scatenante, con il Bund che ha toccato i massimi di rendimento
dal luglio scorso a 2,55% e anche i BTp hanno parzialmente sofferto anche se
supportati dalla «domanda stellare» arrivata per i collocamenti dei
nuovi benchmark. Ieri le emissioni del BTp decennale e del BTp Green a 20 anni (le prime del 2025) si sono concluse con richieste complessive per 270 miliardi di euro e una emissione effettiva pari in totale a 18 miliardi.

Vendite in Asia: Tokyo perde circa l’1%

Le Borse asiatiche chiudono in calo dopo il dato sull’inflazione in Cina e gli ulteriori timori per la crescita economica. Sotto i riflettori restano le minacce di Donald Trump di una guerra commerciale, con l’imposizione di nuovi dazi.  In flessione Tokyo (-0,94%). Debole Hong Kong (-0,05%) e Seul
(+0,03%), in flessione Shanghai (-0,45%) e Mumbai (-0,41%), sale Shenzhen
(+0,36%).

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