Come funziona il wwoofing in Italia – Economia e politica

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


Sei un’azienda agricola biologica alla ricerca di una mano in campo, nuovi stimoli e perché no anche una ventata di energia internazionale? Con il wwoofing puoi viaggiare rimanendo nella tua azienda, accogliendo volontari da ogni parte del mondo e scoprendo culture diverse senza lasciare casa.

 

Ma da dove iniziare? Cominciamo dall’acronimo: Wwoof sta per Worldwide Opportunities on Organic Farms (opportunità nel mondo in aziende agricole biologiche) e di fatto è una rete di migliaia di aziende agricole biologiche e agroecologiche che in tutto il mondo si impegnano ad accogliere persone di tutte le età che vogliono dargli una mano nei lavori aziendali. La rete Wwoof è stata fondata nel 1971 e oggi è presente in più di 132 paesi in tutto il mondo. La rete italiana comprende 881 aziende agricole ospitanti.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

 

Nell’articolo useremo il termine Wwoof per indicare il network stesso e il termine wwoofing per descrive l’esperienza concreta di partecipare al programma.

 

Si tratta di uno scambio virtuoso tra agricoltori e volontari in cui a “guadagnarci” sono entrambi.

 

L’azienda agricola che ospita (host) riceve una mano nelle attività quotidiane, nei campi, nelle strutture aziendali e a volte anche in ambito domestico. In questo modo promuove uno stile di vita rurale che non è fatto solo di sveglie all’alba e lavoro fisico, ma anche di aria pulita, contatto con la natura e gli animali. Inoltre, con questo approccio può diffondere maggiore consapevolezza sulle pratiche agricole agroecologiche, accorciando le distanze tra agricoltori e consumatori e sensibilizzando sull’importanza di un’agricoltura più sostenibile.

 

Di conseguenza, chi viene ospitato (wwoofer) riceve un’esperienza educativa e culturale unica. Si imparano tecniche agricole sostenibili e si entra nel cuore dello stile di vita di fattorie biologiche e piccole aziende agricole.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

 

Spesso il wwoofing viene visto anche come una vacanza low cost, e per certi versi lo è: in cambio del supporto fornito in azienda, infatti, si riceve vitto e alloggio senza alcuno scambio di denaro. È un modo originale per scoprire e vivere a fondo un luogo nuovo.

 

Tuttavia, l’impegno richiesto è reale. Partecipare a questa esperienza significa prendersi delle responsabilità e lavorare attivamente: le mani si sporcano; ma di questo, comunque, ne parleremo meglio più avanti.

 

Insomma, il wwoofing è una grande opportunità non solo per ottenere supporto pratico e morale nel proprio progetto agricolo, ma anche per condividere idee, valori e conoscenze.

 

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

In questo articolo daremo voce sia a chi ospita, sia a chi è stato ospitato, per raccontare un’esperienza concreta e pratica che possa essere d’esempio per chiunque vuole avvicinarsi al mondo del Wwoof. Abbiamo intervistato Sara, che con Daniele gestisce 2 realtà: la prima è un’azienda agricola biologica e rigenerativa, Podere Cimbalona, che si trova nella pianura vicino a Faenza (in provincia di Ravenna) e la seconda, La Roncona, è un progetto agroforestale partito da poco e in fase di crescita sulle prime colline dell’Appennino tosco romagnolo.

Leggi anche: A tu per tu con l’agricoltura rigenerativa: Podere Cimbalona e La Roncona

Dopo Sara abbiamo intervistato anche Irene, una ragazza di 25 anni originaria di Riva del Garda (in Trentino Alto Adige) che studia counseling e tra le varie esperienze di Wwoof che ha fatto, questa estate ha passato 2 mesi al Podere Cimbalona.

 

Perché un’azienda agricola dovrebbe fare Wwoof e come?

Forse, l’obiettivo più grande di una iniziativa come quella del Wwoof è educare e stimolare i giovani (e anche i meno giovani) a comprendere come viene coltivato il cibo di cui ci nutriamo.

 

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

E ce lo spiega la stessa Sara che a partire da maggio 2024 ha ospitato, insieme a Daniele al Podere Cimbalona, sette persone di diverse nazionalità (Giappone, Israele, Olanda, Germania e Italia): “Noi ci siamo messi sulla piattaforma soprattutto per dare la possibilità ai giovani di conoscere l’agricoltura rigenerativa. Per noi è una possibilità per permettere di fare esperienza. Offriamo la possibilità di internship ed altre modalità ma sicuramente la burocrazia snella del wwoofing rende tutto più immediato”.

 

Il programma Wwoof, infatti, può avvicinare alle aziende anche persone che hanno intenzione di lavorare in agricoltura e cercano proprio un’esperienza di questo tipo per imparare, con calma, cosa vuol dire. È successo anche a Sara, che racconta: “Sono venuti ragazzi che vogliono aprire delle aziende e vengono a vedere come funzioniamo. Quasi tutti quelli venuti finora avevano già esperienza in agraria, solo due erano veramente in vacanza ma è stato bello comunque”.

 

Come funziona l’iscrizione alla piattaforma Wwoof nazionale? E quali requisiti bisogna soddisfare? “È molto facile – spiega Sara – pensavo bisognasse allegare all’iscrizione come azienda agricola anche la documentazione che certifica il fatto di essere effettivamente biologici. Invece basta dichiarare di fare un tipo di agricoltura che usa tecniche biologiche ed attente all’ecologia. Poi ovviamente fanno dei controlli. A noi ci ha chiamato anche il referente regionale che è stato molto carino e piuttosto che farci domande tecniche ci ha tenuto a parlare dello spirito del Wwoof”.

 

È importante specificare infatti che, come per i wwoofer non è una semplice vacanza, per gli host non si tratta di sostituire un dipendente. A questo possono aiutare le chiamate conoscitive: una volta creato il profilo dell’azienda sulla piattaforma (con foto, descrizione e spiegazione del tipo di aiuto che si vuole e in che periodo) i volontari interessati all’annuncio contattano l’host attraverso un messaggio, al quale generalmente segue una chiamata conoscitiva per verificare la compatibilità tra il wwoofer e l’host e pianificare così il soggiorno.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

 

Anche il volontario, per poter avere accesso agli annunci e ai contatti, deve iscriversi alla piattaforma e creare il suo profilo. L’iscrizione costa 35 euro l’anno e comprende una copertura assicurativa.

 

Irene ci spiega che la chiamata conoscitiva è molto importante e permette sia all’azienda che al wwoofer di mettere in chiaro le proprie esigenze: “In base a ciò di cui una persona ha voglia, cercherà realtà con bisogni affini. Per esempio, se un wwoofer ha più il desiderio della formazione allora si potrà trovare bene nell’azienda di Sara e Daniele, al Podere Cimbalona”.

 

E continua: “Mi ricordo la chiamata con loro. Sentivano di essere stati rigidi nel loro profilo e descrivevano sempre il loro posto come un luogo dove non c’è molto da fare e si va a dormire alle otto di sera. Era proprio quello che volevo. Secondo me, infatti, non bisogna avere paura di esprimere le proprie esigenze, perché magari sono proprio quello che serve anche all’altro. O comunque è meglio scoprire prima se non si riesce a venirsi incontro, evitando di andare in un posto per sprecare tempo, soldi ed energie. Magari in altri momenti della mia vita ho ricercato aspetti più comunitari e sono andata in altri posti che offrivano questo tipo di esperienza”.

 

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Perché un wwoofer sceglie di fare questa esperienza?

Abbiamo rivolto questa domanda ad Irene che racconta: “Inizialmente ho vissuto l’esperienza più come un’opportunità per viaggiare e conoscere un nuovo stile di vita legato alla natura. Non arrivando da una famiglia contadina e avendo zero esperienza in campagna è stato proprio un lancio. Poi, in varie fasi della mia vita, ha assunto significati diversi. Il wwoofing è diventato sempre di più una sorta di scuola di formazione perché, a differenza di un corso che generalmente è molto teorico, ti da la possibilità di vivere a 360 gradi quella che è a tutti gli effetti, e nella pratica, un’esperienza agricola. Nell’ultimo periodo volevo formarmi sull’agricoltura rigenerativa e quello del Wwoof mi sembrava l’unico approccio con il quale potessi entrare a far parte di questo sistema”.

Leggi anche: Agricoltura rigenerativa: principi ed esempi pratici

Le giornate in campo

Dopo aver concordato le ore di lavoro che generalmente, secondo le regole Wwoof, sono tra le 4 alle 5 ore al giorno con 2 giorni liberi a settimana, ci si può così dedicare ai lavori nell’azienda.

 

Molte aziende specificano sulla piattaforma anche un periodo di maggior bisogno di aiuto, che ovviamente può variare a seconda del tipo di azienda e della stagionalità dei prodotti. Per esempio Sara e Daniele preferiscono ospitare i wwoofers da maggio a ottobre e farli collaborare a tutta la vita dell’azienda: “In questi mesi ovviamente ci possono essere dei periodi più tosti, come quando facciamo i trapianti, e altri più tranquilli”, spiega Sara.

 

E continua: “C’è talmente tanto da fare in un’azienda agricola come la nostra, così diversificata, che non si sta mai fermi. Per esempio, Irene passava tanto tempo nel punto vendita, mentre ad altri abbiamo dato la possibilità di sperimentare. Un ragazzo olandese appassionato di agricoltura rigenerativa voleva provare a costruire una struttura per gli animali. Ci ha proposto il suo progetto, noi gli abbiamo comprato tutto il materiale e lui l’ha costruita. In questo modo si è messo alla prova, senza rischi, in un progetto che in futuro vorrebbe fare nella sua azienda agricola e noi in cambio abbiamo ricevuto una struttura nuova”.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

 

È necessario che i wwoofers abbiamo un background agricolo per lavorare in campo? No, si fa anche per imparare ed Irene ne è un esempio: “Io non ho fatto nessuno studio di agraria a livello teorico e il Wwoof pian piano è diventato un investimento per imparare. È ovvio che avere gente intorno a sé già esperta può essere di grande aiuto, ma il contrario non deve essere uno ostacolo. E si torna al discorso della chiamata conoscitiva, tutto dipende dalle proprie necessità.

 

Irene ci racconta i suoi numerosi viaggi da wwoofer: “La mia prima esperienza è stata nel 2017 in Irlanda, nell’estate tra la quarta e la quinta superiore. Sono stata un mese in una famiglia dove ho fatto per di più babysitting e poi un mese e mezzo in un’altra azienda agricola biologica dove badavo anche agli animali. L’anno dopo ho passato un mese e mezzo in Alto Adige dove ho lavorato in una stalla con una decina di mucche e qualche maiale. Ho passato un mese in un’azienda agricola biologica a Verona e un altro mese, quest’anno, in una borgata in Piemonte dove vivono un po’ di persone e hanno 30 capre. Ho trascorso circa un mese a settimane alterne in un’azienda agricola rigenerativa a Salò, in Lombardia, dove ho fatto la raccolta delle olive, e questa estate sono stata due mesi e mezzo in Romagna da Sara e Daniele al Podere Cimbalona”.

 

E cosa si è portata a casa Irene da queste esperienze? “Direi che tutto quello che sono ora l’ho imparato facendo wwoofing. Cominciando dalle cose più banali, ho imparato a conoscere la stagionalità delle verdure e il rapporto con gli animali. Nel concreto ho imparato a seminare e a preparare il suolo, a zappare, usare una vanga o la gralinette, a raccogliere le verdure e a gestire i rapporti con i clienti al mercato. Inoltre, secondo me il Wwoof può insegnarti benissimo una tecnica, ma può soprattutto darti un assaggio della complessità della natura”.

 

Alla domanda se si fosse mai trovata male con le ore di lavoro, Irene ha risposto: “Anche questo è un aspetto da definire bene prima secondo me. Quando sono andata a fare la raccolta delle olive, per esempio, c’era con me una coppia di ragazzi che stava viaggiando e percepiva il Wwoof più come una vacanza. Le quattro ore al giorno che dovevano lavorare le facevano se dovevano, però pensavano di più ad andare a vedere il lago o a visitare i dintorni. A me non interessava perché ero già lì. Quindi anche questo dipende molto”.

 

E continua: “Io mi sono sempre trovata bene forse perché ho sempre lavorato molte più ore. O meglio, gli altri si sono trovati bene con me perché ero disponibile a lavorare anche più di quelli che sono gli accordi. È importante quindi dirsi sin da subito se si può lavorare di più o di meno. Poi dipende anche dal periodo, per esempio a volte c’è bisogno di fare un lavoro un determinato giorno perché il giorno dopo piove e quindi ci si rende disponibili a fare un’ora in più. Poi magari ci si prende liberi dei giorni in più perché non c’è da fare niente”.

 

E alla fine quando si trova il feeling giusto la famiglia “lavorativa” grazie al Wwoof si può anche allargare. È il caso di Sara che ci dice: “Quest’anno abbiano assunto una ragazza che prima di venire da noi era solo stata wwoofer in altre aziende agricole, e dopo anni di esperienza in questo campo come volontaria, ha trovato appunto lavoro presso di noi”.

 

Non solo lavori agricoli…

Oltre alla raccolta di frutta e verdura, dietro il Wwoof c’è anche un grande scambio umano che può arricchire non solo l’azienda agricola, ma anche la famiglia che la gestisce.

Come racconta Sara: “Irene, così come una ragazza israeliana che è stata con noi, hanno anche accudito i nostri bambini, portando un calore e un’energia diversa nella vita familiare. Per una coppia come la nostra, che vive e lavora insieme, queste sono delle ventate di aria fresca. È come viaggiare restando fermi. Per i bambini anche è ottimo; per esempio una delle nostre bambine parlava in inglese oppure giocava insieme alle altre a fare la wwoofer.

 

Irene, che studia counseling, ci ha dato anche una grande mano rispetto a questioni aziendali di team building o consigli rispetto ai confini che ci possono essere tra marito, moglie e dipendente. Di solito si pensa che in un’azienda agricola ci sia solo frutta e verdura ma l’agricoltore deve essere tutto: il proprio segretario e il proprio psicologo del lavoro. Quindi, queste persone con le loro capacità ci hanno aiutato tanto”.

 

L’ospitalità in azienda

Gli host accolgono i wwoofers offrendo loro un alloggio e del cibo sufficiente per tre pasti al giorno. E, come dicevamo, i wwoofers oltre a partecipare ai lavori di campo possono scoprire lo stile di vita degli host e unirsi a loro nelle loro attività quotidiane.

 

Sara ci spiega come si organizzano al Podere Cimbalona per l’ospitalità: “Noi abbiamo messo a disposizione una roulotte, quindi i wwoofers non vivono in casa con noi ma hanno tutto ciò che è necessario per cucinare da mangiare autonomamente e poi hanno libero accesso a orto e galline. Spesso organizziamo anche momenti di pranzo insieme però al momento c’è abbastanza indipendenza qui alla Cimbalona. Mentre nella nostra nuova azienda, La Roncona, stiamo creando proprio uno spazio dedicato”.

 

E continua: “All’inizio ero quella più agitata per l’impegno che avrei dovuto mettere nell’accudimento. In realtà ho capito che è una dinamica che va da sé, basta vivere la propria vita e le persone sono molto interessate a vivere con te il tutto”.

 

Ci possono essere esperienze negative, visto che si parla di vivere a stretto contatto con persone che inizialmente sono degli estranei? Ovviamente sì, ma non è stato il caso delle nostre intervistate. Sara, ad esempio, racconta: “L’unica esperienza negativa, se così si può chiamare, è stata con dei ragazzi totalmente inesperti che, venendo da una grande città, facevano fatica ad adattarsi alla vita in campagna. E certo, è bello confrontarsi con culture diverse, ma a volte può anche essere difficile”.

 

Per Irene l’ospitalità è un aspetto che dipende molto dal tipo di aziende in cui si va: “Io negli ultimi anni mi sono mossa principalmente con il mio camper, quindi ero io che chiedevo di essere indipendente, e tendenzialmente tutte le esperienze precedenti che avevo fatto, tranne l’ultima al Podere Cimbalona, erano di condivisione dei pasti. E questo vuol dire che a volte il proprio contributo di lavoro è anche dare una mano a cucinare, preparare o riordinare. Mi sono sempre trovata molto bene con questo metodo, perché di solito gran parte delle verdure, dei legumi e della frutta sono biologici e scelti con cura e attenzione. L’alimentazione è sempre stato un punto a favore”.

 

“Al Podere Cimbalona invece – continua Irene – Sara e Daniele mi davano la spesa in base alle mie esigenze e poi cucinavo io nel mio camper. Anche così mi sono trovata bene, basta accordarsi. Le famiglie di solito sono molto aperte al dialogo e disponibili, quindi anche in caso di esigenze particolari penso ci si possa venire in contro”.

 

Il valore del Wwoof e i consigli per chi vuole farlo

Sara e Daniele vogliono ospitare wwoofers anche il prossimo anno, e a chi è intenzionato come azienda agricola a provare per la prima volta questa esperienza Sara consiglia di “avere il desiderio di trasmettere qualcosa ma anche di lasciarsi contaminare dalle relazioni con le altre persone”.

 

Fare Wwoof non è solo lavoro, è un’esperienza di scambio che arricchisce entrambi. Un’esperienza che può ispirare nuove generazioni e sostenere un modello agricolo più umano e sostenibile.

 

Ne è un esempio Irene che con questa esperienza ha cambiato moltissimo il suo rapporto con il cibo, la natura e l’agricoltura: “Quando sono andata in Irlanda, sentivo parlare in famiglia della parola ‘organic’ e io pensavo parlassero dell’organico da buttare via. Non sapevo cosa volesse dire biologico. Quindi piano piano è proprio stato un processo e quando sono tornata a casa ho cominciato a pensare che non esiste solo il supermercato. Ho riorganizzato la mia alimentazione anche in base a questo, ho iniziato a leggere tutte le etichette, a preferire sempre più cibi con uno o due ingredienti, non troppo processati o già pronti.

 

Piano piano sicuramente il wwoofing mi ha un po’ cambiato la vita e non riesco a pensare ad un altro strumento simile che mi avrebbe potuto dare tutto quello che il Wwoof mi ha dato. Perché comunque si tratta di vivere una realtà agricola a 360 gradi e solo vivendola nel quotidiano puoi davvero capire cosa ti piacerebbe che rimanesse poi nella tua vita”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link