destra contro destra a Castelvetrano

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 Nell’ultimo weekend festivo di questa stagione, a Castelvetrano, superate le undici di sera, per riuscire a muoversi da un punto all’altro di Piazza Garibaldi bisognava farsi largo con i gomiti. E già, di per sé, questa è una notizia: il Sistema delle Piazze castelvetranese ha conosciuto negli anni periodi di desolazione profonda che sono ancora freschi nella memoria del cittadino medio under 35. Fino a due anni fa, Piazza Garibaldi era luogo di relax più che di movida: un enorme spazio vuoto e un minuscolo dehor; tavolini stretti stretti uno all’altro; musica appena percettibile. Da settembre a oggi, invece, grazie alla sinergia tra due pub e lounge bar situati uno di fronte l’altro, il Sistema delle Piazze è diventato – per i castelvetranesi, soprattutto i più giovani – l’attrattiva che sempre ha voluto essere. Per tutta la stagione natalizia, ogni sera si sono avvicendati dj, gruppi, musicisti: la piazza, quasi nella sua interezza, si è riempita giorno per giorno di una frenesia festiva, tipica della movida come la si immagina, e di eccitazione. Ma non così per qualcuno.

La polemica su Facebook

Non così per la destra castelvetranese, anzi per una certa destra castelvetranese – cioè quella che, contro sé stessa, si pone all’opposizione, pur avendo sostenuto alle amministrative l’attuale sindaco, e contando in giunta un assessore. Secondo Fratelli d’Italia, infatti, il Sistema delle Piazze è oggi un campo minato invalicabile, un luogo insicuro per chiunque la frequenti. La polemica è partita da un post pubblicato su Facebook da Francesco Bongiorno, candidato con Fratelli d’Italia alle ultime amministrative, il cui giudizio è stato tranchant. «Immigrati violenti e spacciatori ormai sono padroni del nostro centro storico», ha scritto infatti Bongiorno sul social, ricevendo subito il sostegno di Vita Alba Pellerito, consigliera di FdI fino a pochi mesi fa in maggioranza, oggi in opposizione, che così in un commento risponde: «Ho come l’impressione che […] tutti i soggetti che devono garantire l’ordine pubblico non vogliano risolvere il problema». Nel frattempo, il 7 gennaio, tra le pagine che Il Giornale di Sicilia dedica alla provincia di Trapani, un articolo a firma di Elio Indelicato pone a caratteri cubitali un’affermazione allarmante: «Castelvetrano, ora la movida fa paura. Il sindaco si prepara per richiedere l’intervento dell’esercito».

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I fatti accaduti lo scorso weekend

Ma cosa è successo, dunque, lo scorso weekend? Sabato 4 gennaio, dopo le due, un gruppo di ragazzi di origine extracomunitaria è esploso in una rissa violenta che è sfociata in un lancio di bottiglie. La lite è avvenuta in un luogo “appartato”, ovvero nella Galleria Pignatelli, un punto cieco e nascosto dagli sguardi dove è facile che si svolgano le imprese più ai limiti della legalità di chi raggiunge il Sistema delle Piazze il sabato sera. Questi sono i fatti riportati sia dai gestori dei due locali, che sul Giornale di Sicilia. Nel suo post, Francesco Bongiorno ha parlato anche di un «tentativo di investire persone con una macchina», riportando alla memoria i fatti tragici avvenuti di recente in Germania. Di questo, però, non c’è riscontro oggettivo.

Le domande e le risposte

Ma sono davvero così drammatiche (e violente) le serate castelvetranesi? È la domanda che abbiamo posto alle ragazze che gestiscono Cusà, nuova realtà imprenditoriale del centro storico, a prevalenza femminile, che ha contribuito a risollevare le sorti del Sistema delle Piazze. E quello che emerge è un quadro ben diverso, certo non idilliaco, ma molto lontano dallo scenario di guerra o terrorismo raccontato in questi giorni. «Quando è iniziata la lite noi di Cusà siamo intervenuti subito, sia con i nostri addetti alla sicurezza che assumiamo tutte le volte che programmiamo un evento, sia chiamando le forze dell’ordine. La gente ha avuto paura, ovviamente. Ma il tutto è durato pochi minuti, e chi era lì ha continuato a fare la sua serata come ogni sera.»

E ancora: «Non è vero che si tratta di una consuetudine, come ha scritto qualcuno. È il primo episodio da quando organizziamo eventi in piazza, e da quando abbiamo aperto il locale. Il lavoro che stiamo facendo sta generando un ambiente sano, lo vediamo ogni giorno. È vero che esiste un problema di spaccio e di risse tra extracomunitari che probabilmente appartengono alla malavita. Ma quello che è stato scritto è solo un’esagerazione della realtà dei fatti».

Ed è sulla stessa linea il gestore di Cafè d’Aragona, l’altro unico pub del Sistema delle Piazze. Che infatti, anche lui sui social, scrive: «Stiamo cercando in tutti i modi e con sacrifici enormi di placare e filtrare questi avvenimenti mettendoci in prima linea come ieri sera». E accusa: «Pubblicizzare quanto è accaduto […] serve solo a terrorizzare e allontanare la gente dalla piazza e non possiamo permettercelo».

L’unico dato evidente

Forse chi ha un’attività nel centro storico mente pur di guadagnare? Risulta difficile immaginarlo, considerando che un clima sereno è tra i primi obiettivi dei titolari dei pub, che infatti investono parte dei loro ricavi in addetti alla sicurezza. L’unico dato evidente è invece la tendenza a far ricadere sull’Altro, sullo straniero non integrato, la colpa di un degrado che ha invece una diffusione trasversale. Se un problema di spaccio esiste, chi compra quelle sostanze? Se la droga arriva in piazza tramite stranieri non integrati, chi mette questa droga nelle loro mani? Mentre la destra locale immagina un paese pulito e bianco, tanto da invocare il coprifuoco per gli immigrati («Fin quando ci saranno i centri di accoglienza che lasciano i minorenni liberi di scorrazzare…», si legge nel commento di Pellerito), la diffusione delle droghe tocca indifferentemente tutti, senza operare le distinzioni culturali o etniche che rassicurano una parte dei cittadini. La presenza oggettiva di migranti però funziona bene come leva polemica, specie se si considera che a fare opposizione a Castelvetrano è una destra contro la destra. Perciò, forse, bisogna aspettarsi che il “problema sicurezza”, di cui le destre a ogni livello sono portavoce, venga d’ora in poi sbandierato sempre più spesso, e con sempre maggiore intensità, fino allo stremo. Fino allo svuotamento – ennesimo, a un certo punto inevitabile – del centro storico di Castelvetrano.

Daria Costanzo





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