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Tanto tuonò che piovve. E dunque, a meno di un mese dal suo arresto avvenuto in Iran (era il 19 dicembre scorso) la giornalista di Chora Media e del Foglio Cecilia Sala ieri mattina è stata liberata e alle 16.15 ha fatto ritorno in Italia, atterrando all’aeroporto di Ciampino dove ad accoglierli, oltre ai genitori e al fidanzato Daniele Ranieri (i due si sono abbracciati sulla pista dell’aeroporto), c’erano in prima fila il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Sùbito dopo la liberazione, avvenuta intorno alle 11.25, lo stesso Premier ha espresso gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi: “Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane. Ho informato personalmente i genitori della giornalista nel corso di una telefonata. Voglio esprimere gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi”, le prime parole di Meloni rilasciate sui propri social. “Sono orgoglioso di mia figlia” ha invece detto il padre Renato, “e l’incubo è stato indubbiamente alleviato dalla vicinanza del Paese”.
Una volta incontrantesi a Ciampino, Meloni si è rivolta alla Sala dicendole di stare serena: “Sei stata forte”, le parole del Premier alla giornalista che sempre ieri pomeriggio è stata interrogata dai Ros prima di far ritorno nella sua casa romana.
Reazioni unanimi
La notizia della liberazione della giovane giornalista, detenuta per 21 giorni nel famigerato carcere Evin di Teheran, ha scatenato una felicità unanime che ha attraversato istituzioni, politica e cittadini, creando una rarissima coesione nella storia della Repubblica. Tanti, tantissimi commenti da parte delle più alte cariche dello Stato. A partire dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha espresso al Presidente del Consiglio i complimenti per il ritorno della Sala. Successivamente, ha telefonato alla mamma della giornalista, che aveva incontrato nei giorni successivi all’arresto. La Segretaria del Pd Elly Schlein ha voluto ringraziare il governo, il corpo diplomatico, i servizi e coloro che hanno “lavorato incessantemente in questi 20 giorni di apprensione e angoscia per questo risultato”. Sulla stessa lunghezza d’onda il leader del M5S Giuseppe Conte: “Un plauso a tutta la nostra filiera: dal governo, alla diplomazia, ai servizi che hanno reso possibile questo risultato”. Per il leader di Italia viva Matteo Renzi quello di ieri è stato un giorno di festa per tutta l’Italia “e noi diciamo grazie e tutte le istituzioni”.
Il viaggio in America
Fin dal momento del sequestro di Cecilia, Meloni non ha mai cessato di scuotere i servizi di intelligence, la diplomazia e i canali internazionali, arrivando persino a recarsi in California per colloqui diretti con Donald Trump. Di certo la liberazione della giornalista è un successo che riscatta il governo, la Farnesina e i servizi di sicurezza, spesso bersagliati da polemiche durante i giorni della detenzione. Grande il plauso rivolto ai vertici dell’intelligence italiana, con particolare riferimento all’Agenzia di informazione e sicurezza esterna. “Intelligence superlativa” è stato il riconoscimento che è emerso da più parti, sottolineando il ruolo decisivo del generale Giovanni Caravelli, Direttore dell’ Aise, che si è recato personalmente a Teheran per riportare Cecilia a casa.
Il caso Adedini
Intanto, dal fronte giudiziario, la Procuratrice Generale di Milano Francesca Nanni ha smentito qualsiasi collegamento tra la liberazione di Cecilia Sala e il caso dell’ingegnere iraniano Mohammed Adedini Najafabadi. Arrestato a Linate il 16 dicembre con accuse di terrorismo avanzate dal governo americano, Najafabadi si trova in attesa di un’udienza prevista per il 15 gennaio per decidere sulla richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti. “Nessuna novità al momento sul caso Abedini, solo grande soddisfazione per la liberazione di Cecilia Sala”, ha dichiarato Nanni. Ma ambienti giudiziari non escludono che nelle prossime ore possa arrivare una richiesta dal ministero della Giustizia per la revoca della misura detentiva di Najafabadi, ai sensi dell’articolo 718 del codice di procedura penale. Qualora accolta, l’iraniano tornerebbe libero, chiudendo così la vicenda.
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