Lecco – Piattaforma per gli sport lacustri e passerella pedonale

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L’arco della costa oggetto dell’intervento, in località Caviate sul lago di Lecco (Google Earth).

Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, nel tratto della sua sponda orientale compreso tra Lecco e Abbadia Lariana diventa sempre più estraneo alla frequentazione man mano che vi si allontana dalla passeggiata alberata della città e ci si avvia verso nord. La viabilità automobilistica che unisce i due centri abitati (circa 7 km), pur alleggerita fin dagli anni ’80 con l’apertura dell’alternativa superstrada che corre a monte, non è adatta alla percorrenza pedonale e, solo a proprio rischio, a quella ciclistica.

Progetto della nuova passerella ciclopedonale Lecco-Abbadia Lariana.

Nel 2019 è stato aperto un primo tratto di percorso ciclopedonale, lungo 2,5 km, affiancato alla strada esistente e a sbalzo sul lago; il tratto rimanente, tecnicamente più impegnativo, è oggi incluso nei progetti connessi alle Olimpiadi invernali del 2026: il bando per l’appalto integrato dei lavori, varato dalla Società Infrastrutture Milano Cortina (SIMICO) per un importo di 27.795.392 euro, è scaduto lo scorso 11 novembre.

È sulla parte iniziale del suddetto percorso ciclopedonale che si innesta il progetto di cui parliamo (il progettista ne ha parlato durante il webinar del 17 dicembre scorso).

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Dove termina il lungolago urbano di Lecco, con ampio marciapiede pavimentato in cubi di porfido, doppio filare di platani, panchine e ringhiera sul lago (oggetto a sua volta di un ampio progetto di riqualificazione), sorge l’iconica stazione di servizio Tamoil, in realtà un piccolo esercizio che comprende rifornimento su strada e, a bordo lago, per la navigazione, e un locale di ristorazione intitolato a Breva e Tivan, i due venti caratteristici del Lario. Si tratta di una struttura progettata nel 1936 dall’architetto Mario Cereghini, che ha conservato l’impostazione architettonica anche se ha perso alcune delle caratteristiche di dettaglio. Superata la stazione di servizio comincia la passerella ciclopedonale.

Il progetto – che rientra nell’ambito del bando Arest – Accordo di Rilancio economico Sociale e Territoriale – prevede, in corrispondenza di questo snodo, la realizzazione di una discesa pedonale al livello del lago, dove sarà realizzata una piattaforma per favorire l’accesso in acqua di chi pratica sport come kayak, canoa, sub, windsurf, kitesurf.

Da qui è previsto un percorso lungo la scogliera, a livello lago, che risale dopo circa 500 metri verso la ciclabile in corrispondenza di un allargamento della pista stessa (“punto panoramico”).

I lavori, del valore di 1,2 milioni di euro (finanziati per 600 mila euro da Regione Lombardia, 400 mila euro dal Comune di Lecco e 200 mila euro dall’Autorità di Bacino), dovrebbero essere eseguiti entro la prossima estate.

Gli obiettivi principali della progettazione

Riportiamo dalla relazione dei progettisti:

Nella declinazione delle varie soluzioni la progettazione ha sviluppato il tema principale che si era posto alla base dello studio della proposta di riqualificazione funzionale della sponda.

Soprattutto per il primo tratto che presenterà le maggiori trasformazioni e dovrà configurarsi quale terminale coerente delle modifiche antropiche avvenute nel corso della storia di Lecco che in questo tratto sono ascrivibili al XX secolo.

La conformazione del nuovo tratto di sponda deve pertanto essere generata da tale obbiettivo e le opere in progetto integrarsi con il tratto spondale che le precede.

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Potrebbero anche distinguersi da esso, ma non legarsi a fattori di natura puramente formale che, seppur piacevoli, potrebbero risultare fini a se stessi come si coglieva nello studio di fattibilità adottato.

Secondo principio: le funzioni commerciali che si potranno svolgere non dovranno dettare tale trasformazione. Gli interventi offriranno una possibilità di u􀆟lizzo ma non conformeranno l’architettura alla loro presenza che potrebbe essere nel tempo dismessa o trasferita in altro luogo.

Questo approccio al tema comporterà delle trasformazioni fisiche della sponda da esse indipendenti in quanto destinate a permanere e per loro natura non facilmente rinnovabili.

Congiuntamente opere funzionali a tali attività dovranno avere carattere di reversibilità potendosi pertanto un giorno essere rimosse senza ‘delegittimare’ la conformazione del nuovo tratto spondale.

La piattaforma

L’intervento morfologicamente più rilevante è quello prossimo alla stazione Tamoil, costituito dalla piattaforma a bordo lago con i magazzini per il ricovero delle attrezzature sportive e la relativa rampa di discesa dalla quota stradale.

La conformazione stretta e allungata della piattaforma è stata concepita per limitarne la percezione. A meno di affacciarsi dalla ringhiera volgendo lo sguardo verso la riva, di fatto a chi percorre la passeggiata di lungolago risulterà visibile quando starà per giungere alla scala di accesso.

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La parte principale della piattaforma è caratterizzata dalla finitura in listoni lignei, ed è dedicata al transito e deposito provvisorio delle imbarcazioni prima che si apprestano ad entrare in acqua o che ne escano in attesa di essere riposte nei depositi: tale materiale è stato espressamente richiesto per non danneggiare la superficie degli scafi.

Il perimetro della piattaforma è bordato sul lato lungo e sulle testate da un profilo strutturale UPN la cui ala superiore viene fatta proseguire lungo il lato interno mediante un profilo la cui ala superiore si presenta con identica larghezza, proponendo pertanto un bordo uniforme. Profilo sospeso rispetto al piano del rustico per far defluire l’acqua piovana proveniente dalle superfici laterali della piattaforma.

La fessura che contorna il lato interno crea lo stacco dalla lunga ma stretta superficie in cemento spazzolato che origina dalla scalinata di collegamento alla piattaforma.

Anche per differenziare tale attrezzatura portuale rispetto alla stereometrica mantellata rivestita di pietrame che la precede, si è agito su due elementi: lo spessore del piano e la percezione della sottostante superficie spondale arretrata e rivestita di lamiera di acciaio corten per creare una fascia scura che distingue la nuova piattaforma da ogni altro elemento spondale esistente.

Una ringhiera sarà presente solo nel tratto sud dove è prevista la possibilità di usare il plateatico per ampliare l’attività di ristorazione del “Breva e Tivan”.

La scalinata

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La scalinata costituisce l’elemento di innesto del nuovo intervento con le strutture esistenti.

Murature, superfici e contorni della scalinata e della sua pavimentazione sono composte da elementi e finiture in calcestruzzo. Non dovendo ridursi ad un elemento funzionale di raccordo, è stata posta particolare attenzione alla sua progettazione mediante una attenta cura dei dettagli come quelli della gradonata, le murature in calcestruzzo a vista e gli elementi metallici.

Le superfici delle pedate della gradonata avranno la finitura in spolvero di quarzo addizionato da prodotti specifici antiritiro e migliorativi della resistenza meccanica delle superfici che verranno finite da una rigatura pettinata. Sono stati introdotti accorgimenti per impreziosirne la fattura percepita e limitare il degrado nel tempo mediante corazzanti e trattamento protettivo.

I depositi per le attrezzature sportive

Il volume dei depositi per le imbarcazioni e le attrezzature sportive rimane nella fascia del corpo scala e pertanto risulta dimensionalmente contenuto. La struttura portante in profili metallici è dissimulata dal diaframma di listelli di legno che la riveste in copertura – a livello con la pista ciclopedonale; e in facciata ancora da listelli in legno collocati verticalmente.

I magazzini sono costituiti da tre depositi separati, e la loro dimensione è studiata in relazione alle misure standard delle canoe e kajak in commercio.

I volumi comprendono anche un piccolo elevatore e un magazzino ricavato interamente sotto la scala, protetto da eventuale esondazione grazie a una paratia che innalza il livello di sicurezza fino a 240 cm dallo zero idrometrico.

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Le rampe di alaggio

Alla piattaforma sono collegate le due scalinate di accesso al lago per le canoe e windsurf. La principale è quella collocata nel punto centrale della piattaforma costituita da struttura autonoma di metallo appoggiata su pali e superficie in grigliato di vetroresina. La seconda è stata ricavata nello studio del terminale della piattaforma in modo tale di offrire un altro punto di entrata e uscita delle imbarcazioni.

La scogliera

Proseguendo oltre la piattaforma, è presente una scogliera al piede dei manufatti cementizi di sostegno alla viabilità stradale, oggetto oggi di un accesso “informale” da parte di qualcuno. L’obiettivo per questo tratto spondale è quello della rinaturalizzazione.

Il progetto prevede pertanto la creazione di una passerella di servizio di larghezza poco inferiore al metro che si presenta di fatto come parte integrante della muratura esistente, percepita come piega orizzontale della superficie muraria e come essa realizzata in calcestruzzo.

Non essendo possibile realizzare una rinaturalizzazione di tutta la sponda con le classiche sequenze di comunità vegetali a differenti livelli di profondità dell’acqua, si è prevista la messa a dimora tra le rocce di piccoli nuclei di specie autoctone presenti in comunità vegetali che possano adattarsi ai caratteri igrometrici, bioclimatici ed edafici del luogo.

Interventi puntuali eseguiti con specie autoctone e tecniche agronomiche adeguate alle difficili e variabili condizioni del contesto, porteranno alla realizzazione di un mosaico caratterizzato da tipologie vegetazionali che determineranno un miglioramento della percezione complessiva della vista del territorio e del lago ma porteranno anche miglioramenti per le comunità faunistiche e per la biodiversità complessiva.

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