Morte di Ramy Elgaml, la procura di Milano valuta l’omicidio volontario con dolo eventuale

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Il giorno dopo la diffusione dei video dell’inseguimento da parte dei carabinieri di Fares Bouzidi e Ramy Elgaml la notte del 24 novembre, l’inchiesta per determinare cosa è accaduto potrebbe aggravarsi per i militari già indagati. La procura a Milano sta valutando di contestare l’ipotesi di reato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di Elgaml, il 19 anni che sullo scooter guidato dall’amico. Una valutazione che arriva dalla prima analisi dei filmati agli atti che mostrano le fasi dell’inseguimento. Venti minuti di corsa per 8 chilometri in cui c’è stato un impatto e si sente i carabinieri dire: “Chiudili” e “Sono caduti? Bene”.

Quando poi il Tmax ha fermato la sua corsa contro il semaforo tra via Quaranta e via Ripamonti, l’auto dei militari si è schiantata contro. Un impatto così forte coi i peli del giubbotto di Elgaml incastrati intorno a una delle viti della targa. Al momento il carabiniere e era alla guida è indagato per omicidio colposo stradale, assieme a Bouzidi. Gli inquirenti, però, da quanto si è saputo, dovranno valutare anche l’ipotesi di omicidio con dolo eventuale nel caso da contestare ad uno o più carabinieri. “Non dovevano parlare così, non hanno dei figli? Non va bene, ma lasciamo stare questi 4 o 5 ragazzi perché i carabinieri non sono tutti così” ha detto parlando con i giornalisti Yehia Elgaml, il papà di Ramy. “Ho visto mio figlio a terra, la macchina così attaccata al motorino – afferma – Come padre come puoi sentirti? Il mio cuore è ‘tranciato’, sono 45 giorni che non dormo”.

“Quelli che ho visto nel video, uno, due, tre, sono carabinieri sbagliati. Ma ci sono anche i Carabinieri veri. Non sono tutti uguali, e ho fiducia in quelli giusti – ha detto l’uomo all’Ansa – Anche le parole, di tutti i Carabinieri…’è caduto, benè. No! Come bene? Perché bene? Non va bene così”. Nonostante ciò il padre ha espresso “fiducia nella giustizia italiana, al 100%”.

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“I carabinieri che inseguirono mio figlio Ramy non dovevano parlare così. Ma credo nella giustizia e ho detto di mantenere la calma”

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