Processo telematico, Nordio a Chigi per parlare del disastro di “App”. Pd, M5s e Avs: “Fallimento imbarazzante, il ministro spieghi”

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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio finisce sotto accusa per l’esordio disastroso di App, il software sviluppato dal ministero per gestire la digitalizzazione del processo penale. Dal 1° gennaio, infatti, il deposito telematico è diventato obbligatorio per un’ampia fascia di documenti, ma l’inadeguatezza tecnica del sistema – già ampiamente denunciata dagli addetti ai lavori – ha costretto i presidenti dei Tribunali di tutta Italia a sospenderne l’uso già al primo giorno di ripresa delle udienze. Così il Guardasigilli ha dovuto riferire direttamente alla Presidenza del Consiglio: mercoledì a palazzo Chigi il ministro ha incontrato il sottosegretario Alfredo Mantovano e le forze di maggioranza “in merito ai problemi legati all’applicativo App Giustizia”, fa sapere l’ufficio stampa. Nel frattempo però l’Associazione nazionale magistrati torna ad affondare, sottolineando lo scarto tra i problemi concreti della giustizia e la riforma sulla separazione delle carriere in discussione nello stesso tempo alla Camera: “Il bilancio del primo giorno dell’App per il processo penale telematico è disastroso”, dice a SkyTg24 la vicepresidente del sindacato delle toghe Alessandra Maddalena. “Avevamo lanciato un allarme pochi giorni fa e ora purtroppo vediamo i risultati in praticamente tutti i tribunali italiani: disagi e rinvii che pesano sempre sui cittadini. Un bilancio desolante: nei giorni in cui si vota un’inutile e dannosa riforma costituzionale diventa plastica l’assoluta indifferenza di via Arenula ai problemi reali della giustizia italiana”, attacca.

Infieriscono anche le opposizioni: “È sui giornali e sotto gli occhi di tutti che il processo penale telematico non funziona. È un vero e proprio flop del governo, che di fronte alle nostre preoccupazioni dei mesi scorsi ha fatto orecchie da mercante”, dichiara Federico Gianassi, capogruppo Pd in Commissione Giustizia alla Camera. “Presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministro Nordio che dovrebbe spiegare come mai il governo non ha fatto nulla dopo mesi di allarmi lanciati da magistrati e avvocati. Il governo gestisce la giustizia con la clava ideologica ma dimentica di occuparsi del suo funzionamento”, aggiunge. Per il Movimento 5 stelle il flop del software è “l’ennesimo fallimento” di Nordio “e soprattutto l’ennesimo colpo inferto alla salute del servizio giustizia in Italia”: “Era un disastro annunciato, il governo era stato avvisato dal Csm e dagli avvocati sul rischio di “paralisi” del sistema, perché l’applicativo aveva già mostrato problemi enormi nel corso della sperimentazione. Il ministro Nordio è andato avanti ignorando ogni allarme ed ecco che oggi il disastro e la paralisi sono cosa fatta. D’altra parte è facile capire il perché: il governo è troppo preso dall’attività di demonizzazione del potere giudiziario e delegittimazione dei magistrati, oltre che di indebolimento del contrasto al crimine dei colletti bianchi, e non ha tempo e voglia di occuparsi dei veri problemi della giustizia. Una vergogna su cui il ministro Nordio deve assumersi pubblicamente ogni responsabilità“, affermano i parlamentari pentastellati nelle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato.

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Per Alleanza Verdi e Sinistra a intervenire è il capogruppo in Commissione Devis Dori, da poco eletto presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera: “È imbarazzante e annunciato il fallimento del ministro Nordio di fronte al processo penale telematico: noi abbiamo presentato tre interrogazioni sulle criticità ma il ministro ha sempre sminuito il problema, perfino le preoccupazioni del Csm. Inoltre, avevamo tenuto anche una conferenza stampa sul tema e in quell’occasione il capo Dipartimento innovazione tecnologica del ministero della Giustizia aveva assicurato che tutti i problemi erano in fase di risoluzione e che le preoccupazioni erano eccessive. Se la Aapp non funziona perfettamente la telematizzazione non può procedere, e questo getta nel caos l’intero sistema. Presenteremo una nuova interrogazione per sapere se il ministero intenda affrontare il disastro e come intenda farlo. Sarebbe necessario che si occupasse del funzionamento della giustizia anziché progettare la manomissione della Costituzione facendo credere che i problemi sono lì”, dice.

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