Si chiamano Asacom: Assistenti specializzati all’autonomia e alla comunicazione. Figure professionali che assistono le alunne e gli alunni disabili ma che, a causa del continuo taglio dei finanziamenti pubblici, stanno sparendo dall’organigramma delle scuole elementari e medie del Lazio e del litorale romano.
Per gli alunni disabili delle scuole elementari una doccia fredda, ridotte dell’80% le ore destinate agli specialisti che li assistono
Un declino che si consuma tra le proteste di mamme come Fabiana Bellucci, un figlio di dieci anni che soffre di autismo ma che, anche grazie a queste figure altamente qualificate, ha compiuto notevoli progressi sotto il profilo dell’integrazione scolastica.
Il bambino di Fabiana frequenta la quarta elementare presso l’istituto comprensivo Calderini Tuccimei di Acilia dove sono presenti circa decina di studenti con varie disabilità e co-morbilità caratterizzate da deficit comunicativi di entità variabile che vanno oltre l’autismo per abbracciare situazioni caratterizzate, per esempio, dalla sindrome di down.
C’è chi non è in grado di utilizzare la comunicazione verbale, ma anche chi riesce farlo soltanto utilizzando una lingua diversa da quella italiana. Una gamma molto vasta di casi rispetto ai quali fornisce un apporto decisivo anche l’assistente alla comunicazione introdotto nella Regione Lazio dal 2017 ma che un tempo di dedicava solo alle disabilità sensoriali.
“Mio figlio ha iniziato ad avere questo tipo di supporto in prima elementare -spiega Fabiana- e, sebbene non parli, ha compiuto molti progressi sotto il profilo dell’integrazione con il gruppo classe perché l’assistenza alla comunicazione ruota attorno a tutte le altre figure dell’equipe formativa e ha la preparazione specialistica attraverso cui è possibile interloquire con questo tipo di alunni creando contenuti didattici personalizzati, immagini studiate ad hoc, tabelle facilmente comprensibili, applicazioni per supporti digitali e altro, dando in sintesi luogo a una vera e propria ‘libreria personalizzata’ per ogni bambino”.
Il passaggio di competenze dalla Regione ai Comuni del Lazio
Ma come tante altre cose che funzionano nel Belpaese e poi d’improvviso vengono confinate nel dimenticatoio, nel 2023 anche sugli Ascom è arrivata la doccia fredda. La Regione Lazio con una delibera del 6 giugno comunicava che, a partire dall’anno scolastico 2024-2025 ora in corso il servizio sarebbe stato trasferito ai Comuni cui il bilancio approvato nel mese di maggio dell’anno scorso dall’assemblea di via della Pisana veniva stanziato un importo complessivo di 7 milioni di euro.
Risultato, se per diverso tempo gli alunni con deficit medio grave avevano ricevuto aiuto specialistico per non meno di otto ore a settimana, dopo il trasferimento delle competenze degli Assistenti alla Comunicazione agli enti locali le ore sono state tagliate un prima volta a quattro per settimana per scendere alle attuali a due presso l’Istituto Comprensivo Calderini Tuccimei ma anche altre scuole del territorio come la Francesco Cilea, L’ Aristide Leonori e la Fanelli-Marini.
Per tutti i bambini assistiti dagli Ascom si è trattato di una vera e propria battuta d’arresto che tocca in primo luogo la possibilità di poter continuare a fruire del servizio, ma anche le prerogative costituzionali che dovrebbero garantire a tutti il godimento del diritto allo studio.
“In questo modo -denuncia Fabiana Bellucci- si va a ledere anche il diritto all’inclusione, perché gli assistenti alla comunicazione sono figure altamente specialistiche e pur volendo sobbarcarsi dell’onere di finanziare privatamente il loro apporto ci si scontra con dinamiche di tipo amministrativo e contrattuale che impediscono di sopperire a un ruolo indispensabile per chi soffre di fragilità come queste”.
“Mi è già capitato di spendere tante altre volte energie per fare battaglie di principio e per non perdere in termini di qualità del percorso educativo queste prerogative e sono pronta a intraprenderne una nuova accanto, e non contro, la nostra dirigenza scolastica che si da da fare da tutti i punti di vista”.
La percentuale di alunni con bisogni educativi speciali continua ad aumentare
Fabiana e un gruppo di una decina di mamme dell’Istituto Comprensivo Calderini Tuccimei hanno così fissato un primo incontro con un legale specializzato in diritto amministrativo e accesso agli atti degli enti pubblici.
L’obiettivo è di illustrare i termini della questione all’assessore alla Scuola e alle Politiche giovanili del X Municipio, Andrea Morelli, “per capire -conclude Bellucci- che fine intendono far fare a questo servizio e quali finanziamenti, a livello di bilancio dell’ente locale, intendono garantire per aumentare in modo significativo il numero di ore di assistenza alla comunicazione nel prossimo anno scolastico. Si tratta di un taglio una tantum oppure di una fase terminale dovuta alla riduzione delle risorse destinate dalla legge di Stabilità alle Regioni e ai Comuni?”.
Emergono i contorni di una protesta che va ben oltre una mera petizione di principio perché tutti gli indicatori, purtroppo, dimostrano che le percentuali di alunne ed alunni con bisogni educativi speciali nelle scuole italiane è in continua crescita e che la “parte del leone” di questo trend la fa una sempre maggiore incidenza dello spettro autistico. Il bacino di utenza degli Ascom, insomma, continuerà ad aumentare e, se le risorse destinate al loro impiego vengono progressivamente ridotte, a rimetterci saranno i diritti di un’altra minoranza silenziosa.
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