Galleria Nazionale delle Marche: nel 2024 visitatori e introiti più che raddoppiati rispetto al 2021
Con oltre 210mila ingressi nel corso del 2024, il primo mandato di Luigi Gallo nel ruolo di Direttore della Galleria Nazionale delle Marche si è chiuso con un record di visitatori.
Nominato dirigente alla guida del museo di Palazzo Ducale di Urbino nell’ottobre del 2020, nell’anno del Covid 19, tra il 2021 e il 2024 il Direttore romano ha dato il via e mantenuto un positivo trend di crescita di ingressi e di introiti, fino al punto di raddoppiare i visitatori di Palazzo Ducale in quattro anni di lavoro, cioè il periodo del suo primo mandato come dirigente.
Infatti dai 105.454 ingressi del 2021, siamo passati a quelli attuali, con un incremento superiore al 100% rispetto a tre anni fa e di oltre il 18% rispetto allo scorso anno, quest’ultimo dato dovuto in larga parte al grande successo di pubblico, e di critica, della mostra dedicata a Federico Barocci, inaugurata a metà giugno e conclusasi all’inizio di ottobre dello scorso anno. Vero è che i dati del 2021 sono inficiati dalle limitazioni dovute alle misure restrittive legate all’epidemia, ma i numeri raggiunti, non si sono mai verificati negli ultimi dieci anni, se si esclude l’eccezionalità del 2019, con la mostra raffaellesca.
Anche gli introiti al botteghino sono cresciuti dai quasi 580mila euro del 2021, ad oltre un milione del 2024, con un aumento di oltre l’80%: questo dato rappresenta un record anche rispetto agli introiti del 2019, che sfiorarono appena il milione.
«Lavorare sul Palazzo Ducale e sulla collezione qui conservata – afferma Luigi Gallo, Direttore della Galleria Nazionale delle Marche – significa procedere al contempo sulla ricerca e la valorizzazione di un patrimonio unico in cui si cristallizzano i valori e l’eredità culturale di una regione ricchissima di eccellenze archeologiche e artistiche molto varie, espressione di un pluralismo culturale sedimentato da secoli. Il compito mio, e dell’affiatata squadra di straordinari collaboratori con cui quotidianamente ho il privilegio di lavorare, è curare l’immenso, ma fragile patrimonio, per trasmetterlo alle generazioni future, facendo del museo uno spazio vivo, aperto al pubblico e che sappia rispondere alle esigenze della società moderna. Significa altresì aggiornare la museografia e conservare le opere rispettando la storia dell’istituzione e dei direttori che nel corso dei 110 anni dalla sua fondazione si sono susseguiti, con alcuni grandi storici dell’arte come Lionello Venturi e Pasquale Rotondi, sulle cui tracce lavoriamo. Innovare nel rispetto della tradizione per portare al pubblico una straordinaria e vivissima eredità culturale».
Ingressi, introiti e lavori
Il successo della politica culturale della galleria non è concretizzato solo dagli ingressi e dagli introiti. Se con i finanziamenti del PNRR si sta procedendo ai lavori di adeguamento impiantistico, restauro e riallestimento del piano nobile, vero è che, subito prima, si era portata a compimento l’apertura del II piano, con un incremento della superficie espositiva totale del 25% e oltre 100 pezzi in più esposti al pubblico.
Allo stesso tempo si sono arricchite le collezioni del museo, sia con depositi a lungo termine che, oltre ai 200 pezzi della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, ora includono sia le pregevoli tele pervenute da Brera nell’ambito del progetto del MiC “100 opere tornano a casa. Dai depositi ai musei”, sia nuove acquisizioni, come il prezioso stipo roveresco in ebano ed avorio.
Dal punto di vista scientifico, molto importante è stata la riorganizzazione dei depositi, in occasione della quale si è proceduto ad una ricognizione sullo stato di conservazione, interventi di manutenzione straordinaria e restauro di diverse opere, anche con l’organizzazione di una mostra che ha permesso di presentare la pubblico i pezzi meno noti della collezione.
L’occasione dei grandi lavori in corso per l’adeguamento impiantistico del Palazzo Ducale, con il riallestimento delle sale e degli ambienti di eccellenza come lo Studiolo, corrisponde anche a un momento di approfondimento e di studio per la conoscenza da parte del personale scientifico dell’istituto che sta raccogliendo nuovi interessanti dati sul palazzo e sulla collezione.
Agli interventi strutturali e sulla raccolta si è affiancato negli anni un programma di mostre strettamente attinenti all’arte marchigiana e al Ducato dei Montefeltro, spaziando dagli arazzi di Raffaello, a Urbino crocevia delle arti sotto Federico da Montefeltro, al Palazzo Ducale e il suo irraggiamento nell’architettura del Novecento, sino a Federico Barocci, cantore degli ultimi Della Rovere.
Il programma prosegue nel corso del 2025 con la grande mostra su Simone Cantarini, allievo di Claudio Ridolfi e Guido Reni principale interprete della pittura marchigiana d’età barocca e artista per il Cardinale Barberini. La mostra, in apertura il 22 maggio prossimo, è organizzata in collaborazione con le Galleria Nazionali Barberini Corsini di Roma e conferma il lavoro sinergico dei Musei Italiani per la ricerca e la valorizzazione del patrimonio nazionale.
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