Il 58° Rapporto Censis fotografa la sindrome italiana

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L’analisi sulla situazione sociale del nostro paese mette in luce anche quest’anno la difficoltà di ridare slancio allo sviluppo, evidenziando le difficoltà e lasciando comunque intravvedere spiragli di speranza

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Alexander – stock.adobe.com

Giunto alla 58a edizione, anche quest’anno il Rapporto Censis interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del paese, tracciandone un quadro ricco di chiaroscuri. La sintesi è in una formula: sindrome italiana, ovvero la continuità nella medietà in cui restiamo intrappolati, il muoversi lungo una linea di semplice galleggiamento.

Il 2024 va in archivio come l’anno dei record positivi degli occupati e del turismo dall’estero, ma anche negativi: la denatalità e il debito pubblico. Il Censis ricorda che negli ultimi vent’anni (2003-2023) il reddito disponibile lordo pro-capite si è ridotto in termini reali del 7,0%. E nell’ultimo decennio la ricchezza netta pro-capite è diminuita del 5,5%. Per questo il richiamo forte è a prendersi il rischio di andare oltre, perché “lo sviluppo matura nelle società capaci di aprirsi al nuovo, che sanno spezzare il recinto, accogliere innesti e correre nuovi pericoli”. Nell’ampio materiale che propone il Rapporto, abbiamo scelto alcuni temi che illustrano bene le luci e le ombre che segnano la nostra società.

Più lavoro, meno Pil

Secondo il Censis molti conti non tornano nel sistema Italia. Nonostante i segnali poco incoraggianti circa l’andamento del Pil, il numero degli occupati si è attestato a 23.878.000 nella media dei primi sei mesi dell’anno, con un incremento di un milione e mezzo di posti di lavoro rispetto all’anno nero della pandemia e un +4,6% rispetto al 2007. Ma la distanza tra il tasso di occupazione italiano (siamo ultimi in Europa) e la media europea resta ancora significativa: 8,9 punti percentuali in meno nel 2023. Se raggiungessimo il livello europeo del tasso di occupazione, supereremmo la soglia dei 26 milioni di occupati: 3,3 milioni in più di quelli registrati nel 2023.

Bene il turismo, male l’industria 

La produzione delle attività manifatturiere italiane è entrata in una spirale negativa: -1,2% tra il 2019 e il 2023. Il raffronto dei primi otto mesi del 2024 con lo stesso periodo del 2023 segnala una caduta del 3,4%. Invece le presenze turistiche in Italia hanno raggiunto i 447 milioni nel 2023, con un incremento del 18,7% rispetto al 2013. Merito soprattutto della componente estera (+26,7%), che si colloca sui 234 milioni di presenze. Anche il turismo domestico è comunque cresciuto del 10,9%. Tuttavia, nel periodo 2003-2023 le attività terziarie registrano una riduzione del valore aggiunto per occupato dell’1,2%, mentre l’industria mostra un aumento del 10,0%.

Occupazione giovanile: eppur si muove

Nel 2023 la quota di figure professionali di difficile reperimento rispetto ai fabbisogni delle imprese è arrivata al 45,1% del totale delle assunzioni previste (era pari al 21,5% nel 2017). Allo stesso tempo la forte spinta occupazionale dell’ultimo triennio emerge nei dati sugli occupati nella fascia d’età 15-29 anni, che raggiungono i tre milioni (+206mila dal 2019), di cui 1,8 milioni maschi. Secondo i dati più recenti del 2024, il tasso di disoccupazione giovanile è sceso al 15,4%. Cala anche il numero dei Neet (acronimo inglese “Not in Education, Employment or Training”, chi non studia, non si forma e non lavora): 1,4 milioni nel 2023, il 28,3% in meno rispetto al 2019.

Tempo di intelligenza artificiale

Un’indagine Censis dello scorso settembre mostra che quasi un quarto dei lavoratori italiani utilizza nelle sue diverse forme l’intelligenza artificiale

(Ia) nelle proprie mansioni lavorative: il 27,7% per la stesura di report, il 24% per l’invio di messaggi, il 23,3% per e-mail di lavoro e il 18,5% per creare curriculum e lettere di presentazione. A utilizzare maggiormente l’Ia sono le generazioni più giovani: il 35,8% dei vi fa ricorso per la stesura di report e il 27,8% per scrivere mail. Anche se da maneggiare con cura, l’intelligenza artificiale è destinata a diventare sempre più protagonista.

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A cura di Leonardo Rastelli



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