Fabrizio Curcio, commissario alla ricostruzione in Emilia-Romagna: «Sfida complessa, lavorerò in sinergia con la Regione»

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di
Francesca Blesio

Lunedì 13 gennaio il primo incontro con il governatore, Michele de Pascale, che spiega: «Raddoppieremo le risorse sul rischio idrogeologico e creeremo una struttura dedicata. Bisogna fare di più e meglio»

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Lunedì 13 gennaio sarà il giorno del primo incontro operativo su una strada che entrambi sembrano desiderosi di iniziare al più presto a percorrere assieme: quella della ricostruzione dopo le alluvioni che hanno messo in ginocchio l’Emilia-Romagna. 

Fabrizio Curcio e Michele de Pascale, dalla notizia della nomina del primo a Commissario, si sono mandati messaggi pubblici di reciproca stima e fiducia. E, come faceva presente lo stesso presidente della Regione, si sono già parlati via telefono più volte: «Ci siamo sentiti con grande costanza e ci stiamo confrontando su come procedere». 




















































La partita è quella della messa in sicurezza del territorio emiliano-romagnolo grazie a un programma straordinario di opere e di interventi di prevenzione e protezione.

«Sono consapevole della complessità di questa sfida e lavorerò con determinazione e trasparenza per sostenere le comunità colpite in questo percorso di ricostruzione, nel rispetto delle istituzioni e dei cittadini» ha dichiarato il Commissario fresco di nomina. «Il mio impegno — ha assicurato Curcio — sarà quello di lavorare in sinergia con i presidenti Michele de Pascale, Eugenio Giani e Francesco Acquaroli, così come con tutte le istituzioni locali, per rispondere con efficacia e tempestività alle necessità delle popolazioni coinvolte».

La scelta di Curcio è stata apprezzata da de Pascale. «Abbiamo richiesto e ottenuto una figura competente in materia, oltre a una presenza fisica sul campo, alla relativa struttura di supporto e un rapporto diretto nuovo con l’esecutivo per le modifiche normative necessarie» aveva commentato appena saputo della decisione del governo. Inoltre i due avevano già lavorato — con soddisfazione — assieme durante l’emergenza alluvionale in Romagna nel 2023. Annunciando il prossimo incontro con il Commissario, il presidente dell’Emilia-Romagna ha detto di auspicare «una politica condivisa con il governo» sul tema della ricostruzione post alluvione.

Quel che spera di scongiurare, invece, sono eventuali perdite di tempo: «Il cambio di commissario non deve bloccare e rallentare ciò che sta andando avanti e che abbiamo ottenuto con grande fatica. Serve continuità organizzativa nel passaggio di consegne» ha dichiarato. Nel suo discorso programmatico, de Pascale ha fatto riferimento al grande lavoro che attenderà tutti nella gestione del rischio idrogeologico: «Bisogna fare di più tutti e fare meglio» ha detto, aggiungendo di prevedere «un cambio di passo significativo» in questo senso. 

«Non solo per la ricostruzione post alluvione — spiegava — ma anche per la cura e manutenzione del territorio che comprenderà pure le zone non colpite direttamente dagli eventi climatici estremi. Raddoppieremo le risorse regionali — ha anticipato — e creeremo una struttura dedicata. Questo non vale solo per i bacini romagnoli e per il bacino del Reno, ma vale per tutto il territorio regionale dell’Emilia-Romagna».

Allo stesso tempo, anche sulle opere speciali di competenza del commissario e del ministero dell’Ambiente, sottolinea de Pascale, «vogliamo un salto di qualità che si veda in tutto il Paese e per tutti i territori della Regione, se l’Italia e l’Emilia-Romagna vogliono dimostrare di avere capito qualcosa dalle alluvioni, non devono solo riparare le zone distrutte, ma anche mettere in campo risorse per la prevenzione ovunque».
Infine, sulla gestione del post alluvione, conclude «ci aspettiamo tanta innovazione. Si deve provare a fare di più e meglio. 

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Lo dico per tutti, non è una questione personale» ha detto. La ricostruzione passa per forza da una politica che tuteli la cornice in cui si muove. 

Quella che vuole portare avanti il nuovo presidente della Regione è una «idea di una transizione ecologica ed energetica giusta», in grado di tutelare le «eccellenze di questo territorio» e abbattere al contempo le emissioni. Importante, dunque, non è solo cambiare i metodi di produzione per tutelare l’ambiente ma anche «garantire il lavoro giusto, sicuro ed equo» per i cittadini emiliano romagnoli. Una sfida ambiziosa, coma ha ribadito lo stesso presidente, che ha sottolineato come «non ci sia un luogo nel mondo dove si stia affrontando una sfida che tenga insieme un sistema e la lotta al cambiamento climatico. Anche in questo caso una risposta può arrivare dalla Regione Emilia-Romagna», ha concluso.

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11 gennaio 2025

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