In pensione più tardi dal 2027? Il pasticcio dei requisiti. Lega: «Audizione con l’Inps», cosa può cambiare

Non si placano le polemiche sul presunto aumento di tre mesi dell’età pensionabile nel 2027. «Al prossimo ufficio di presidenza della Commissione bicamerale di controllo enti gestori chiederò ai rappresentanti dei gruppi di valutare l’opportunità di audire l’Inps in merito alla singolare vicenda del software di simulazione che forniva risultati non conformi alle normative in vigore», annuncia il leghista Alberto Bagnai, presidente della Commissione di controllo sull’attività degli Enti Gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. «La materia previdenziale – aggiunge Bagnai – è delicata ed occorre evitare incidenti di comunicazione nel fornire ai cittadini elementi essenziali per guardare con serenità al futuro». Le polemiche sono scoppiate dopo che la Cgil ha denunciato di aver scoperto, attraverso i suoi patronati, una modifica «a sorpresa» degli applicativi dell’Inps che prevedeva uno scatto di tre mesi in più a partire dal 2027 per la pensione di vecchiaia e un aumento dei requisiti anche per quella anticipata. L’Inps ha poi smentito l’applicazione di nuovi criteri con una nota scarna, non sufficiente a placare la situazione. 

Come funziona l’adeguamento e quando scatta

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha disposto verifiche per accertare l’accaduto e per evitare che si ripetano incidenti analoghi in futuro. La maggioranza scarica tutta la responsabilità sull’Inps e chiede chiarimenti. Se è vero, infatti, che la riforma Fornero ha reso strutturale l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita e che l’aumento era stato anticipato dal presidente dell’Istat in audizione in Parlamento, per formalizzarlo serve un decreto del ministero dell’Economia di concerto con il ministero del Lavoro, che deve arrivare almeno 12 mesi prima della decorrenza. Quindi entro fine anno. Ma, secondo quanto riporta Repubblica, potrebbe arrivare già entro maggio. Sempre che il governo non decida diversamente. Quel che è certo è che al momento non c’è.

Lega: «Pronti a opporci», Forza Italia: «Non è una priorità»

La Lega, per cui le pensioni sono uno storico cavallo di battaglia, è già sulle barricate. «Me la sento di dire tranquillamente che come Lega noi ci opporremo in qualsiasi modo a questo aumento di ulteriori tre mesi, come ci siamo opposti ai tre mesi di finestre che ogni tanto vengono inseriti in qualche contesto», ha detto ieri il sottosegretario al Lavoro e senatore del Carroccio Claudio Durigon. «Abbiamo tutto il tempo per trovare soluzioni perché non si possa aumentare». Anche Forza Italia ha sottolineato che «un intervento del governo su questa materia non è all’ordine del giorno, non essendo una priorità». 

La Cgil chiede di convocare un tavolo

La Cgil intanto chiede al governo di convocare un tavolo. «Si metta fine a questi teatrini irrispettosi e si convochi subito un tavolo per dare risposte all’emergenza pensioni», ha dichiarato ieri la sindacalista Lara Ghiglione. E il segretario generale Maurizio Landini in un’intervista a Repubblica aggiunge: «Non siamo mai stati d’accordo con questo sistema automatico che fissa regole uguali per lavori diversi: aumenta le disuguaglianze». Dopo la smentita dell’Inps, il sindacato ha pubblicato sul suo sito «Collettiva» le immagini delle simulazioni fatte prima e dopo che l’Inps aggiornasse il suo portale. Da cui si vede che nella prima versione c’era il requisito aumentato di tre mesi, che tiene conto delle indicazioni Istat sugli adeguamenti da effettuare sul calcolo delle pensioni in base all’aspettativa di vita. Da ieri pomeriggio il simulatore dell’Inps per il calcolo della pensione, dopo qualche ora di sospensione per un aggiornamento, è tornato a funzionare regolarmente e i requisiti che appiano sul portale sono quelli previsti dalla normativa vigente, senza alcun aumento.