Krampus, i «diavoli buoni» di Bronzolo: «Prima qualcuno veniva chiuso nei cassonetti, oggi con noi anche i bambini»

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Silvia M.C. Senette

Patrick Volkan è uno degli storici «diavoli altoatesini» del gruppo di Bronzolo: «Oggi nessuno vuole essere frustato: per mantenere la tradizione abbiamo dovuto evolverci»

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Quando Patrik Volkan, 36 anni, chiude le porte del suo ufficio di caposede dell’Unione Commercio di Bolzano, si trasforma in uno dei protagonisti di una delle più affascinanti tradizioni dell’Alto Adige: i Krampus di Bronzolo, conosciuti come i «diavoli buoni». «Sono un bronzolotto doc – racconta Volkan – e qui abbiamo una tradizione di lunga data dei Krampus. Il 5 dicembre, giorno di San Nicolò, ricordo che già da bambino era un momento imperdibile. Ma lo era da molto prima. Mio padre, che è del ’49, nei suoi anni di gioventù si vestiva da Krampus e con i diavoli andava per le case e per le strade del paese per manifestazioni molto più spartane, più contenute e più semplici di oggi». La sua iniziazione come «diavolo» è avvenuta precocemente. «C’è stato un anno in cui i Krampus che si vestivano per la sfilata erano in pochi, mancava gente, e avendo un fratello di 12 anni più grande mi hanno chiesto se volevo partecipare quando avevo solo 13 anni».

I vestiti e le maschere

Dal 2015, la tradizione ha subito una profonda trasformazione. «Prima di allora la giornata dei Krampus veniva organizzata in modo molto easy e spartano – spiega Volkan -. La sera prima ci si sentiva, “domani dove ci troviamo?”, veniva chi voleva, si metteva una maschera e poteva partecipare. Da ormai vent’anni, invece, abbiamo creato un’associazione vera e propria, strutturata, con uno statuto e un’assicurazione alle spalle». L’evoluzione ha interessato anche l’aspetto estetico. «Le maschere dei diavoli che prima erano molto semplici, una calzamaglia di stoffa nera con il buco per gli occhi e una lingua rossa che ci cuciva la nonna, oggi sono state sostituite da vere e proprie opere d’arte in legno che costano diverse migliaia di euro. I costumi stessi hanno avuto un’evoluzione incredibile: se prima andavamo da un conciapelli di Aldino a prendere scampoli di pelle di scarto, oggi un vestito da Krampus arriva a costare due o tremila euro».




















































Anche l’approccio è cambiato: «Nei primi anni in cui sfilavo, i Krampus, rincorrevano i ragazzini e capitavano cose che oggi sarebbero inammissibili. Succedeva che qualcuno venisse chiuso nei grossi bidoni della differenziata o alcune ragazze venissero buttate nella fontana, sotto l’acqua gelida… – ricorda -. Se non violento, era di certo più impattante, più audace. Adesso un comportamento simile sarebbe inaccettabile: il pubblico non vuole più essere frustato o imbrattato di nero. Per mantenere la tradizione abbiamo dovuto seguire questo trend ed evolverci».

Bambini e ragazzini

Ma cosa distingue i «Krampus buoni» di Bronzolo? «Più che altro ci vediamo come gruppo scenografico – risponde il veterano -. Sicuramente seguiamo la tradizione, però il nostro fascino si basa soprattutto su effetti pirotecnici e mezzi che fanno scena. Partecipiamo alle sfilate ma non abbiamo a che fare con il pubblico, non c’è contatto fisico: è tutto transennato». Un elemento distintivo è l’attenzione verso le nuove generazioni. «Siamo il primo gruppo in Alto Adige ad avere un gruppo giovanile di Krampus, con bambini e ragazzini dai sei ai dodici anni. Durante tutto l’arco dell’anno costruiamo con loro le maschere e i vestiti, d’estate ci troviamo e facciamo a ciascuno il calco di gesso del suo viso per costruire la maschera personale». L’inclusività è un altro punto di forza: «Anche tra gli adulti ci sono le donne. Abbiamo delle ragazze che sfilano con maschere di legno con lineamenti femminili, si vede se la diavolessa è una donna».

L’ultima sfilata

I numeri dell’ultima sfilata sono stati impressionanti. «Quest’anno, il 23 novembre, abbiamo avuto la sfilata più grossa di tutto Alto Adige: qui a Bronzolo c’erano 900 Krampus, 36 gruppi sfilanti e 18mila spettatori. Considerato che abbiamo una popolazione di 2.800 abitanti, quelle di questa edizione record sono cifre esorbitanti». Una sfilata di questa entità richiede una preparazione meticolosa e per questo, consapevoli anche delle aspettative del pubblico, viene organizzata ogni due anni. «La pianifichiamo a lungo: adesso stiamo già iniziando a preparare quella di Natale 2026 – ammette il diavolo senior -. Abbiamo la fortuna di essere molto vicini alla città di Bolzano, quindi abbiamo gente che arriva da tutta la provincia e da tutto il territorio nazionale: parliamo di 600 camper e 40 pullman giunti apposta per i Krampus, numeri enormi che impongono questioni logistiche perché tutti vogliono bere e mangiare, poi ci vuole l’infrastruttura adatta e un reparto di sicurezza idoneo. Vuol dire security, vigili del fuoco, Croce Bianca, carabinieri, volontari. Occorre tempo per arrivare pronti, così alterniamo l’anno della la sfilata a quello di una grande esposizione di maschere alla Casa della Cultura, qui in paese a settembre, per presentare vestiti e maschere».

Patrik Volkan sottolinea l’importanza dei valori che guidano il gruppo. «Sicuramente al primo posto c’è il rispetto reciproco, perché siamo tutti diversi e ognuno ha il proprio percorso di vita. L’altro è l’amicizia, il nostro modo di fare gruppo. E poi la tolleranza verso il prossimo: possono esserci individui tra il pubblico che non gradiscono essere coinvolti e fa parte del nostro modo di essere, dobbiamo tirarci indietro senza insistere».

Una grande passione

Dopo 23 anni di attività, la passione non accenna a diminuire. «Per me la sfilata è un po’ la quinta stagione dell’anno. Io sono nato con i Krampus, questa tradizione mi è sempre stata tramandata e vedo che anche i miei amici e i bambini, qui in paese, già in autunno quando cominciano i primi freddi e viene buio presto, sentono nell’aria questo “feeling” di Krampus, questa adrenalina. E sicuramente è questo il fascino che c’è dietro la nostra passione e che ci spinge ad andare avanti e a mantenere viva la tradizione».

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11 gennaio 2025

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