Il commissariato di Polizia Dora-Vanchiglia devastato a colpi di pietre. Via Po sfregiata, ancora una volta, dalle scritte, che non hanno risparmiato nemmeno piazza Carlina e il monumento a Emanuele Filiberto di piazza San Carlo. “Giustizia per Ramy”, “più sbirri morti”, “gli unici stranieri sbirri e fasci nei quartieri”, “ammazza lo sbirro”. Alle violenze durante la manifestazione di solidarietà a Ramy, il ragazzo morto durante un inseguimento dei Carabinieri a Milano, avrebbero partecipato non solo i “tradizionali” militanti dell’area antagonista, ma anche giovanissimi dalle periferie, immigrati di seconda generazione. Secondo la Digos, però, dietro ci sarebbe la regia di Askatasuna.
Il sindacato FSP: “Ogni nostra reazione stigmatizzata”
“Abbiamo assistito a un nuovo e gravissimo attacco alle Forze dell’ordine, con un preoccupante innalzamento della violenza e della provocazione nei confronti di chi
ogni giorno lavora per garantire la sicurezza e rappresenta lo Stato”. Così, in una nota, Luca Pantanella, segretario torinese del sindacato FSP che a proposito dei disordini di ieri sera in occasione del corteo per Ramy, il giovane morto a Milano lo scorso novembre durante un inseguimento aggiunge: ”L’assalto al commissariato rappresenta un
insulto alle istituzioni e a tutti i cittadini onesti. Purtroppo, la Polizia si trova spesso in una posizione sempre più debole: ogni reazione rischia di essere stigmatizzata o addirittura sottoposta a indagine. Questa situazione è intollerabile e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Chiediamo interventi immediati e decisi per ripristinare il controllo e la sicurezza nelle nostre città, tutelando chi, con sacrificio, rappresenta le istituzioni”.
Montaruli: “Lo Russo e sinistra in silenzio”
“A quasi un giorno dall’assalto alle Forze dell’ordine, avvenuto a Torino, e nonostante l’esplicita richiesta di condanna della violenza perpetrata sulla città, nessuno a sinistra ha preso le distanze, anzi ho letto parole giustificazioniste da parte di alcuni e assistito ad un silenzio complice e reticente da parte dei più, compreso il sindaco Stefano Lo Russo. Questa mancanza è ancora più grave del fatto, perché colpisce due volte tutti gli uomini in divisa: non solo da parte dei violenti, ma anche da parte delle istituzioni che invece dovrebbero essere al loro fianco. Il Comune di Torino dopo aver provato a regalare lo stabile ai facinorosi di Askatasuna si schiera ormai con i centri sociali più facinorosi d’Italia anziché a fianco dei cittadini che sono stanchi di vedere una città sotto ricatto dei violenti. La sinistra a livello nazionale dimostra la propria debolezza lasciando spazio alla violenza di piazza in maniera pericolosa, senza curarsi della sicurezza di tutta la cittadinanza”. Lo dichiara Augusta Montaruli, vicecapogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia.
Zangrillo: “Chiudere Askatasuna”
“Voglio esprimere la mia netta condanna nei confronti di quei gruppi che, ancora una volta, hanno manifestato e giustificato il loro presunto dissenso con gli ennesimi episodi di grave violenza e vandalismo. Quando accaduto a Torino, in piazza Carlina, non è più accettabile e tollerabile. Serve l’impegno di tutti, un gioco di squadra tra Forze dell’ordine e società civile, per sradicare episodi di violenza come quelli compiuti da Askatasuna”, è il commento del senatore Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione e segretario di Forza Italia per il Piemonte. “Quanto accaduto non è più accettabile, si tratta dell’ennesimo attacco alle Forze dell’ordine e alla città di Torino.
Siamo davanti a un nuovo attacco alla libertà di una città e al lavoro di chi vuole difendete i diritti sanciti dalla Costituzione e dall’ordinamento democratico del nostro Paese.
E’ per questo che Askatasuna deve essere chiuso, subito“.
Cirio: “Rigore con chi non rispetta le regole”
“La democrazia e la nostra meravigliosa Costituzione repubblicana e antifascista permette a tutti di dire quello che pensano. La libertà di parola è sempre garantita, ci sono i modi per poterlo dire, però sarebbe sarebbe auspicato che tutti la rispettassero“. Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha commentato i disordini
avvenuti nel corso del corteo a Torino per Ramy Elgaml. “Quello che è accaduto nel corteo, così come è accaduto nelle scorse settimane in altre città, necessita – ha sottolineato Cirio – di essere davvero affrontato con rigore, con la correttezza, ma anche con rigore, perché violare le leggi è un reato, anche se lo fai animato dalle motivazioni che magari tu ritieni siano le migliori. Ci sono modi, ripeto, legittimi di dire il proprio parere. Anche quando, come in questo caso, non condivido, perché gli attacchi fatti alla Polizia, gli attacchi fatti ai Carabinieri, le accuse fatte a chi ha una divisa e per 1.300 euro al mese, rischia la vita tutti i giorni per garantire la nostra sicurezza, sono accuse che non devono essere dette da nessuno, perché non sono davvero accettabili, perché offendono il lavoro di tante donne e di tutti gli uomini che indossano la divisa dello Stato. Uno può pensarla come vuole, ma deve dirlo – ha concluso Cirio – nel rispetto alla legge. Perché altrimenti, se non rispetta la legge, non può essere assolutamente tollerato. Io mi auguro e anzi sono certo che su questo le nostre istituzioni sono sempre molto attente e che comunque coloro di quali sono
macchiati di reati vengano perseguiti”.
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