«Sta per giungere al termine, con la discussione prevista in Consiglio regionale martedì 14 gennaio, la paradossale vicenda del dimensionamento scolastico in Molise. Nonostante le tante sollecitazioni e le vane promesse di quanti da più parti millantano attenzione alle peculiarità territoriali da parte del governo nazionale, c’è il serio rischio che la montagna partorirà il solito topolino: un ennesimo taglio per la nostra Regione, sbagliato nel merito e nel metodo».
E’ quanto si legge in una nota stampa della Cgil Molise in merito agli annunciati tagli che interesseranno il mondo della scuola, anche in Alto Molise.
«Se non interverranno modifiche, infatti verrà decretata la soppressione e l’accorpamento di ulteriori sei istituzioni scolastiche (quattro per la provincia di Campobasso e due per quella di Isernia) , dando attuazione a quanto previsto dalla delibera della Giunta n.605 del 27 dicembre 2024, in cui la Regione dichiara di voler “adottare integralmente il parere tecnico rilasciato dall’Ufficio Scolastico Regionale”. – continua la Cgil Molise – Un taglio è sempre un taglio, che risponde a logiche di bilancio: non capiamo davvero come si possa far passare questo ridimensionamento come un provvedimento che mira a rispondere alle esigenze dei territori e a garantire la qualità dell’offerta formativa».
«A maggior ragione se vediamo che si è arrivati a questo provvedimento senza alcuna interlocuzione con le parti sociali e le comunità scolastiche interessate. – va avanti la sigla sindacale – Ricordiamo, infatti, che la Giunta Regionale ha emanato le Linee guida per il dimensionamento scolastico regione (D.G.R. n. 473 del 15-10-2024) senza alcuna convocazione del tavolo tecnico regionale, escludendo completamente dalla concertazione le OO.SS e gli altri componenti del tavolo tecnico regionale (tra cui l’ANCI). Successivamente, nel corso degli incontri tenuti presso le conferenze provinciali, la FLC CGIL, le altre OO.SS i sindaci delle conferenze provinciali hanno quasi unanimemente criticato la politica dei tagli, chiedendo ai rappresentanti politici regionali e nazionali di battersi in tutte le sedi per ottenere un riconoscimento delle specificità territoriali e scongiurare ridimensionamenti.
Nulla di tutto questo però è stato fatto. Mentre altre Regioni stanno cercando di opporsi alla logica dei tagli alla scuola pubblica, impugnando, sospendendo o riducendo quanto previsto dalle norme nazionali (si veda a quanto fatto da Emilia Romagna, Campania, Toscana e Umbria), in Molise ci si arrende nell’assecondare placidamente quanto previsto dal Governo nazionale.
Ma non solo: la Giunta regionale, rendendo evidente l’assoluta incapacità a programmare l’offerta formativa da parte della politica, si limita a fare proprio un parere “tecnico” dell’Ufficio Scolastico Regionale, rinunciando completamente al proprio ruolo.
Il risultato sarà l’ennesimo pasticcio, che oltre a penalizzare le aree interne (si pensi alla soppressione degli Istituti comprensivi di Carovilli e Ripalimosani) porterà ad una semplice sommatoria algebrica di istituzioni scolastiche per rispondere ad una mera logica numerica, con la creazione di Istituti Comprensivi con oltre 1.000 alunni (a Termoli, Campobasso, Venafro e Isernia) e ad un Omnicomprensivo di 1.300 alunni a Bojano. Non illudano le parole rassicuranti di chi promette che non cambierà niente: ci saranno conseguenze sugli organici di docenti e ATA, senza dimenticare che le autonomie scolastiche accorpate spesso inglobano indirizzi e plessi anche distanti fra loro, rendendo molto complesse le relazioni da tenere con le istituzioni e le comunità locali.
Noi non ci arrendiamo all’ineluttabilità dei tagli, effettuati con criteri che penalizzano le aree interne e i territori con forte decremento demografico come quelli molisani. Ci siamo mobilitati contro i tagli ai settori della conoscenza con gli scioperi di categoria del 31 ottobre e confederale del 29 novembre e continueremo a farlo per cercare di salvaguardare ogni singola Istituzione scolastica e per garantire diritto allo studio degno di questo nome nella nostra Regione.
Per questo saremo presenti al Consiglio regionale di martedì 14 gennaio e manifesteremo il dissenso di quanti non si arrendono all’ineluttabilità dei tagli, ma credono che il futuro del Molise non possa prescindere da investimenti sulla conoscenza».
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