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ROMA – focus\aise – La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia multifattoriale caratterizzata dalla degenerazione progressiva dei motoneuroni e dalla paralisi muscolare. Nonostante i trattamenti attualmente utilizzati, i pazienti sopravvivono solo 3-5 anni dopo la diagnosi iniziale.
La perdita di peso è un’importante caratteristica clinica, al momento della diagnosi, delle persone affette da SLA. Con una prevalenza stimata del 56%-62%, la perdita di peso è definita come un rilevante e indipendente fattore prognostico. Diversi studi hanno riportato che il decorso della malattia è sfavorevole quando i pazienti perdono peso rapidamente o hanno un indice di massa corporea basso al momento della diagnosi.
Uno studio internazionale, coordinato dalla Università La Sapienza di Roma, che ha visto la partecipazione dei dipartimenti di Fisiologia e Farmacologia, di Chimica e Tecnologie del Farmaco, di Neuroscienze Umane e dell’Università di Amsterdam, ha dimostrato che la citochina GDF15 è coinvolta nelle disfunzioni metaboliche che caratterizzano la patologia.
Utilizzando un modello murino della patologia e campioni di pazienti affetti da SLA, i ricercatori hanno osservato che GDF15 è altamente espresso nel sangue periferico e in campioni di tessuto umano a livello della corteccia cerebrale motoria, nel midollo spinale e nel tronco encefalico.
In particolare, lo studio si è focalizzato sul ruolo del recettore GFRAL, presente nei neuroni di una regione specifica del sistema nervoso centrale, e cioè l’area postrema e il nucleo del tratto solitario. I ricercatori hanno mostrato che silenziando l’espressione del GFRAL solo in queste regioni provocava un rallentamento della perdita di peso e di tessuto adiposo, il miglioramento della funzione motoria e una maggiore sopravvivenza nei topi.
I risultati dello studio evidenziano un coinvolgimento dell’asse GDF15-GFRAL nella modulazione delle alterazioni metaboliche alla base della perdita di peso e della progressione della malattia nella SLA. La ricerca mette in luce l’importanza di aumentare l’attenzione sull’aspetto nutrizionale e sui cambiamenti metabolici nei pazienti per anticipare la diagnosi della malattia e per sviluppare interventi terapeutici innovativi.
“Questo studio contribuisce ad aumentare la nostra comprensione dei meccanismi alla base della sclerosi laterale amiotrofica – commenta Cristina Limatola del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza. Sappiamo infatti che la SLA non è più definibile come una patologia del motoneurone, perchè numerose alterazioni sono state descritte a carico della componente gliale e del sistema immunitario prima che si manifestino sintomi nei pazienti e prima che sia misurabile un danno neurodegenerativo. La nostra scoperta del coinvolgimento della citochina GDF15 nella perdita di peso che precede la manifestazione dei sintomi della SLA conferma l’importanza di un approccio olistico per una diagnosi precoce della malattia e l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici”.
Come risuonava la voce nei teatri? In che modo lo spazio architettonico influenzava le performance vocali? Qual era il legame tra la struttura di un teatro e l’esperienza uditiva del pubblico? Esplorare il rapporto tra voce e spazio negli edifici teatrali del mondo antico è l’obiettivo di “Voicing Spaces”, uno dei progetti ammessi a finanziamento nell’ambito del Bando FIS (Fondo Italiano per la Scienza), di cui è Principal Investigator la ricercatrice dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr Angela Bellia.
Il progetto ha ottenuto un Advanced Grant del valore di 2.272.271,90 euro.
“Voicing Spaces” cercherà di rispondere a queste domande attraverso un approccio interdisciplinare, che coniuga archeologia, architettura, acustica e studi sulla performance. L’obiettivo è comprendere come la voce umana interagisse con l’architettura del teatro, contribuendo a plasmare esperienze sonore complesse e diversificate. Utilizzando tecnologie digitali e modelli acustici virtuali, il progetto ricostruirà il comportamento dei suoni emessi dalla voce umana negli edifici teatrali per indagare sulla relazione tra voce, spazio e performance nel mondo antico.
Il progetto consentirà di finanziare un team di ricerca composto da ricercatori e ricercatrici di diversa formazione, sia umanistica che tecnico-scientifica, e in diverse fasi di carriera. Oltre a studiare le origini del rapporto tra voce e spazio, “Voicing Spaces” adotterà una prospettiva multidisciplinare che coinvolge l’acustica architettonica, l’heritage science, l’aural architecture e i voice studies, aprendo nuove prospettive alla ricerca sull’evoluzione dell’uso artistico della voce e sul rapporto tra suono e spazio in ambito archeologico.
Il Fondo Italiano per la Scienza è un’iniziativa del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) che finanzia progetti di ricerca fondamentale, analoghi a quelli finanziati dallo European Research Council (ERC), di elevato contenuto scientifico, condotti da ricercatori emergenti (Starting Grant), da ricercatori in carriera (Consolidator Grant) e da ricercatori affermati (Advanced Grant), nell’ambito dei settori ERC (European Research Council). L’obiettivo del Fondo Italiano per la Scienza è sostenere lo sviluppo delle attività di ricerca fondamentale in Italia, promuovendo l’eccellenza scientifica e la competitività internazionale del sistema nazionale di ricerca. (focus/aise) 





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