Anziani, via alle domande di Prestazione Universale INPS: 850+530 euro al mese

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Ufficialmente partita la nuova Prestazione Universale per anziani non autosufficienti che punta decisamente ad essere una sorta di vera rivoluzione tra le misure a sostegno di questi soggetti. Con il decreto anziani è stata introdotta e l’INPS dal 2 gennaio ha provveduto a mettere in piedi ed avviare la piattaforma utile alle domande. Oggi vedremo esattamente come fare a presentare domanda per ricevere un trattamento aggiuntivo alle solite pensioni e indennità che già si prendono ogni mese ed in misura pari ad 850 euro al mese.

Anziani, via alle domande di Prestazione Universale INPS: 850+530 euro al mese

Parte il 2 gennaio la nuova prestazione destinata agli anziani ultraottantenni non autosufficienti, questo si legge in una scheda dell’INPS postata tra le notizie più rilevanti della Home Page del sito istituzionale dell’INPS.
Il cosiddetto decreto anziani, cioè il Dlgs numero 29 del 2024 all’articolo numero 34 prevede infatti l’avvio della sperimentazione di una nuova misura denominata appunto Prestazione Universale.

Appannaggio di soggetti con un’età pari o superiore a 80 anni e con assegno di accompagnamento o invalidità al 100%. La misura è particolare e viene subordinata come si dice in questi casi, ad uno specifico bisogno assistenziale di una certa rilevanza.

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Prestazione Universale, ecco perché si chiama così

La Prestazione Universale per gli anziani è ufficialmente in vigore dal primo gennaio 2025 e la sua sperimentazione biennale finisce al momento al 31 dicembre 2026.
L’INPS sul suo portale ne spiega il funzionamento e sottolinea come le domande potranno essere presentate direttamente on line con la procedura già attivata sempre sul sito Internet dell’Istituto alla pagina “Decreto Anziani – Prestazione Universale”.

Come sempre per tutte le misure telematiche che si possono richiedere sul sito dell’INPS le vie di espletamento della pratica sono sia tramite la propria identità digitale (SPID o CIE) o tramite i Patronati.

Due diversi organismi accerteranno il diritto alla Prestazione Universale

Tornando alla misura, sarà necessario per ottenere l’approvazione della pratica, che il livello di bisogno assistenziale venga opportunamente valutato come sempre dalla Commissione medico-legale dell’INPS.

Ma anche dalla Commissione tecnico-scientifica costituita ad hoc per questa misura e nominata dal Decreto Ministeriale numero 115 del 16 ottobre 2024. Oltre a questo come dicevamo, serve l’accompagnamento, una invalidità al 100%, una età non inferiore a 80 anni e un ISEE non superiore a 6.000 euro.

Indennità di accompagnamento e assegno di assistenza, si parte

In pratica, in aggiunta all’indennità di accompagnamento gli interessati riceveranno anche una sorta di assegno di assistenza. Perché la Prestazione Universale assorbirà l’indennità di accompagnamento che dal punto di vista degli importi e delle regole non verrà minimamente ritoccata. Ciò che nasce adesso è una aggiunta di 850 euro al mese come assegno di assistenza.

Ecco le finalità della nuova Prestazione Universale

Come si legge sul sito dell’INPS, questa erogazione mensile ha come sua principale e forse unica finalità quella di consentire all’anziano di pagare i servizi di cura e assistenza.

Che siano servizi svolti da un soggetto adibito all’assistenza alla persona (badante) con regolare contratto di lavoro, o da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale poco importa. L’erogazione non sarà in denaro ma sotto forma di buoni (cd voucher) e si utilizzeranno ogni mese per le finalità prima descritte. Tutti gli 850 euro vanno spesi mese per mese e non si accumulano.

Ecco come presentare domanda all’INPS

Sul sito INPS è quindi disponibile già adesso il servizio che permette di presentare domanda di Prestazione Universale. Una prestazione che, come per l’accompagnamento, non prevede tassazione, non è pignorabile ed ha una decorrenza a partire dal primo giorno del mese stesso di domanda.

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La prestazione una volta assegnata e nel limite delle risorse stanziate, dura fino al 31 dicembre 2026. Si può perdere però per diverse motivazioni. Per esempio nel caso in cui per una qualsiasi ragione l’interessato perde il diritto all’indennità di accompagnamento.

Oppure se i soldi dell’assegno di assistenza non vengono spesi o vengono spesi per finalità diverse da quelle prima citate. Ma anche nel caso in cui da un anno all’altro venga superata la soglia di 6.000 euro di ISEE.

Due diverse quote compongono la nuova prestazione INPS per gli anziani

Nel caso si perde il diritto alla Prestazione Universale, l’interessato tornerà a percepire esclusivamente l’indennità di accompagnamento.

Infatti come specifica l’INPS, la Prestazione Universale prevede l’indennità di accompagnamento come quota fissa e monetaria. Mentre prevede l’assegno di assistenza come quota integrativa ed erogato come una sorta di voucher tramite procedura automatizzata.



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