Poche volte nella storia del Consiglio comunale di Catanzaro la polemica tra maggioranza e opposizione ha raggiunto i toni attuali: esacerbati, duri e aggressivi. Finanche sconvenienti. Siamo lontanissimi dalla fisiologica dialettica tra chi governa – compresi i gruppi che in Aula garantiscono la sostenibilità della giunta – e chi vi si oppone.
Le cronache riportano ora dopo ora uno stillicidio di comunicati stampa in cui l’aggettivo più gentile con il quale viene gratificato il collega oggetto dell’omaggio verbale è “incompetente”, modulando la nota con accenti ora più gravi ora più acuti che nell’insieme compongono una sinfonia di affondi più sul precipitando che sull’andante mosso: si passa da “servo sciocco” ad “avvelenatore di pozzi” senza risparmiarsi il più esecrabile di tutti a queste latitudini, l’essersi “cosentinizzato”.
A volere astrarre i principali protagonisti, diretti o indiretti, dalla contesa, non possiamo che considerare il consigliere Antonello Talerico e il sindaco Nicola Fiorita che a un certo punto della loro storia si erano anche “tanto amati” – termine certo un po’ largo – e che ora fanno volare stracci con intento contundente più che coprente. Si dirà che sul tema si è particolarmente esposto il consigliere regionale e comunale, ma anche il sindaco non è stato particolarmente tenero quando nel corso di una diretta web ha rimproverato l’altro di “sputare nel piatto …” con quel che ne segue.
Al momento non partecipa all’acrimonioso scontro – e probabilmente non entrerà per riserva caratteriale – il terzo protagonista forte della presente consiliatura, ovvero il consigliere Valerio Donato, il cui gruppo al momento ha fatto trapelare intanto un’insoddisfazione di fondo per come le cose procedono, nonostante il suo coinvolgimento.
Tutto è precipitato con il cambio di maggioranza estivo che, molto semplificando, si è materializzato con la fuoriuscita di Talerico e l’ingresso di Donato. Il pretesto ultimo per rinfocolare la polemica è arrivato con l’annunciato – ed elaborato – nuovo bando per il servizio di raccolta differenziata, di poco preceduto dall’affaire “Natale e Capodanno”.
Simili sommovimenti emotivi si erano dovuti registrare nelle discussioni intorno alla partecipata esclusiva “Catanzaro Servizi”. Sembra che il grado della tensione polemica vada aumentando ogni qualvolta debba essere esercitato il residuo reale potere di disponibilità e di controllo della spesa in capo al Comune – il rimanente è inglobato in un bilancio “ingessato” dalle uscite obbligatorie – che incide direttamente sul corpo sociale di riferimento, sia questo rappresentato dagli operatori al servizio di raccolta, dagli addetti all’house providing o dai gestori dell’intrattenimento subitaneo di piazza.
Non è soltanto “normale” manutenzione del corpo elettorale. Subentra anche un meccanismo comune a tutte le rappresentanze consiliari, come se in questi frangenti fosse possibile liberare attività e intendimenti soggetti a costanti frustrazioni nell’andamento quotidiano del mandato. Da qui l’arrovellarsi intorno alle possibili soluzioni e, spesso, il loro ingarbugliamento.
Non per niente persiste una costante e nervosa attenzione interna ai gruppi consiliari e all’ammnistrazione, spesso non avvertibile all’esterno, sulla governance delle partecipate che, dal punto di vista del “potere” delegato, sono assimilabili agli assessorati con le loro specifiche dotazioni di risorse, sia economiche che di organico. Tanto che nelle complicate giornate della composizione – e ricomposizione – di giunta rientrano nel bacino di compensazione degli incarichi desiderati, concessi o negati.
Non è escluso che parte delle fibrillazioni attuali, ivi compreso anche l’atteggiamento apparentemente distaccato di alcune componenti consiliari, siano dovute a movimenti che dietro le quinte agitano il sipario del palcoscenico visibile al pubblico.
Sullo sfondo permane un senso di attesa. Siamo nel mese in cui, a dare credito alle previsioni adombrate da Antonello Talerico nelle settimane seguenti al cambio di maggioranza, potrebbe essere “staccata la spina” alla giunta per il venir meno della fiducia del Consiglio. Eventualità, quest’ultima, che appare allo stato molto ipotetica.
Piuttosto, dovrebbe preoccupare lo stato della Città, il suo futuro e anche il suo presente, su alcune questioni, e tra queste la sicurezza, lasciate colpevolmente sonnecchiare. Pre – occuparsene prima, sarebbe la cosa giusta da fare. Da parte di tutti, maggioranza e opposizione. Ma su questo è bene esercitare un sano e distaccato pessimismo.
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