Chi era Ramy Elgaml, il giovane morto a Milano dopo un inseguimento dei carabinieri – Notizie

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   Ramy Elgaml, 19 anni, egiziano, ma residente in Italia da anni, è morto in un incidente avvenuto il 24 novembre a Milano, mentre era a bordo di uno scooter guidato dall’amico tunisino Fares Bouzidi, di 22 anni, dopo un inseguimento di 8 chilometri da parte di tre pattuglie dei carabinieri. Avrebbe compiuto 20 anni lo scorso 17 dicembre. Subito dopo la sua morte sono scoppiate tensioni e violenze nel quartiere periferico di Corvetto. Successivamente, sono circolati diversi video dell’inseguimento. Per i carabinieri il giovane è caduto dallo scooter, per i legali delle famiglie di Ramy e di Fares si è trattato di uno “speronamento volontario”.

Video Morte Ramy Elgaml, il video dell’inseguimento e dell’impatto

 In varie città italiane e in un clima sempre più incandescente, molti giovani sono scesi in piazza per protestare per la morte del ragazzo, chiedendo “verità e giustizia”. Le ultime manifestazioni si sono svolte ieri a Roma, dove tra gli altri era presente anche Zerocalcare, Milano, Bologna. Nella capitale ieri sera sono avvenuti scontri con la polizia e il dibattito politico è tornato ad infuocarsi sui temi della sicurezza.   

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Video Ramy, l’inseguimento filmato dalla telecamera sulla Gazzella dei Carabinieri

Questa la ricostruzione di quanto accaduto a Ramy Elgaml il 24 novembre. Il ragazzo era su un grosso scooter nero guidato da Fares Bouzidi, un giovane di 22 anni, tunisino, entrambi hanno precedenti. Prima delle quattro di notte non si sono fermati all’alt dei carabinieri in via Farini, accanto alla zona della Movida di corso Como. Zona dove non è raro che vengano fatte rapine, usando anche spray al peperoncino.     

È però anche una zona con frequenti controlli delle forze dell’ordine. E infatti la notte del 24 novembre i carabinieri nel vicino tunnel di viale Liberazione avevano allestito un posto di blocco, con tanto di laboratorio forense mobile, per accertare se gli autisti che passavano avessero bevuto o assunto droghe. 

E’ proprio nel tunnel che sono sfrecciati contromano i due ragazzi sullo scooter, senza fermarsi. Con manovre azzardate sono arrivati dall’altro capo di Milano, a sud della città, sempre inseguiti dai carabinieri. Nel lungo rettilineo di via Ripamonti il 22enne ha perso il controllo della moto che salita sul marciapiedi si è schiantata contro un muretto, all’altezza di via Quaranta. Ramy Elgaml è stato sbalzato prima dell’impatto. Un colpo fortissimo.

Sul posto è arrivato il personale del 118. I sanitari hanno trasportato d’urgenza Ramy al Policlinico dove è stata dichiarata la morte. L’autista dello scooter invece, non in pericolo di vita, è stato portato al San Carlo e i due militari, di 37 e 38 anni, al Fatebenefratelli.     

Addosso al motociclista, senza patente, sono stati trovati circa mille euro in contanti, una catenina in oro spezzata, un coltello a serramanico e una bomboletta di spray al peperoncino. Il tunisino è stato arrestato dai carabinieri per resistenza a pubblico ufficiale.

Video La ragazza di Ramy: ‘Vogliamo solo sapere cosa e’ successo’

 

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Chi è indagato, l’analisi su un telefono: il giallo della cancellazione di un video

l militare che era alla guida della macchina che tallonava la moto nelle fasi finali è indagato per omicidio stradale, così come Bouzidi. Altri due militari sono accusati di reati che vanno dalla frode processuale e depistaggio al favoreggiamento, ma pure le posizioni degli altri tre carabinieri sono al vaglio.

Una prima relazione della Polizia locale agli atti, come era già emerso nelle scorse settimane, aveva indicato che ci sarebbe stato un urto tra l’auto dei carabinieri e lo scooter nella fase finale dell’inseguimento. Entrambi i mezzi si sono schiantati all’angolo tra via Quaranta e via Ripamonti verso le 4 del 24 novembre. Nella relazione finale, la Polizia locale ha scritto, poi, in base all’analisi di uno dei 40 frame delle telecamere di sorveglianza, che la vittima “è in fase di caduta al suolo” mentre la vettura dei carabinieri “sopraggiunge in frenata”. Per i legali della famiglia di Ramy e di Fares, si è trattato di uno “speronamento volontario”.

L’elenco degli indagati potrebbe allungarsi, così come si profila l’ipotesi di falso per l’annotazione, che non segnalava nemmeno un urto tra auto e scooter, nel verbale di arresto a carico di Bouzidi per resistenza. Le valutazioni principali, però, vengono fatte sulla ricostruzione dello scontro tra auto e moto e prende corpo l’ipotesi dell’omicidio volontario con dolo eventuale, ossia con l’accettazione del rischio che l’evento morte si verificasse, proprio alla luce delle immagini acquisite, che riportano anche i dialoghi via radio tra i carabinieri e in cui si farebbe riferimento al far “cadere” i ragazzi.

La procura attende poi l’analisi sul telefono di un giovane testimone dei fatti per cercare tracce della cancellazione di un video, di cui ha parlato lo stesso ragazzo e che – a suo dire – gli sarebbe stata chiesta dai carabinieri.

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