la sigaretta circola meno (ma non quella elettronica)

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


Compie vent’anni la legge Sirchia, quella che attuò in Italia una vera e propria piccola rivoluzione introducendo il divieto di fumo nei luoghi pubblici al chiuso. In realtà, già dal 1975 era vietato fumare in alcuni luoghi come mezzi di trasporto, scuole, cinema e sale da ballo, ma il punto di svolta è stato proprio quel 10 gennaio del 2005, quando la norma – che prende il nome dal ministro della Salute dell’epoca – entrò in vigore.

E fu un cambiamento epocale. Prima di quella fatidica data era normale accendere una sigaretta al tavolo del pub – dove magari erano seduti anche i propri figli – mentre si aspettavano panino e patatine. E chi oggi viaggia attorno ai quaranta ben ricorda i vestiti e i capelli impregnati di fumo al rientro da una serata trascorsa in pizzeria. Oggi, anche i fumatori più incalliti riconoscono i benefici che il divieto di fumo ha portato in termini di qualità della vita e, chi proprio non riesce a trascorrere un’ora senza fumare, può sempre ricorrere alla sigaretta elettronica, tollerata anche al chiuso. Anche la lingua, nel frattempo, si è evoluta insieme con la tecnologia. Fumare sembra essere passato di moda, meglio “svapare”, cioè portare alla bocca quella sigaretta ricaricabile ed emettere il classico vapore, magari anche aromatizzato al gusto menta o lampone.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Un cambiamento epocale

Ad essere mutata non è solo la sensibilità e l’attenzione a non “inquinare” con il proprio fumo passivo chi non gradisce il tabacco. Per qualcuno è cambiata (in meglio) tutta la vita. È il caso dei titolari dei locali pubblici che, pur avendo all’epoca accolto con scetticismo o addirittura con ostilità la nuova norma, oggi ne riconosce la portata rivoluzionaria. «Quando venne annunciato il divieto di fumo nei locali – ricorda Danilo Stendardo, titolare dello storico pub Road 66 nel centro storico di Lecce – eravamo contrari. Il primo anno vedemmo la clientela calare, perché c’era la mentalità che il rum o la birra andassero sorseggiati al bancone con una bella sigaretta in mano. Dopo un anno, però, iniziammo ad accorgerci che si approcciava al pub anche gente che fino ad allora si era tenuta lontana: famiglie e bambini, per esempio. Così, quello che sembrava un freno per l’attività si è trasformato in una nuova occasione di affari». Senza contare il salto di qualità per la vita di chi, nei locali, ci passava otto ore al giorno, tutti i giorni, perché ci lavorava. «Al Road – ricorda ancora Stendardo – comprammo aspiratori che costavano cifre incredibili per far passare una bella serata anche ai non fumatori. Ma noi, che all’interno ci stavamo per molte ore, tutti i giorni, tornavamo a casa con gli occhi che bruciavano e una tosse che non passava mai. All’improvviso, la sera tornavi a casa “pulito”, non dovevi per forza buttarti nella doccia, mettere i vestiti in lavatrice ogni sera: anche a livello fisico la nostra vita e la vita dei nostri clienti era davvero cambiata».

L’attore Gianni Ciardo

Non la pensa proprio così un fumatore incallito come l’attore comico Gianni Ciardo che, nonostante la legge Sirchia, non esita a definirsi ancora e convintamente «un grande fumatore». «Questa legge – dice, tra il serio e il faceto – è arrivata per conto proprio e adesso tutti rompono le scatole a chi continua a fumare perché gli piace. Io ho letto sul giornale che il fumo fa male e da allora ho smesso, nel senso che non ho comprato più il giornale. Del resto, le sigarette non si vendono in farmacia e sappiamo che fanno male, ma ognuno deve essere libero di fare, consapevolmente, ciò che più gli piace».

Legambiente

Ma accanto ai nostalgici dei tempi in cui il fumo era libero ci sono anche coloro che guardano all’esempio di altre città virtuose – Milano tra tutte – che hanno recentemente introdotto il divieto di fumo anche in luoghi all’aperto come i parchi pubblici. Una buona pratica che in determinati contesti andrebbe riprodotta a parere di Doretto Marinazzo, presidente del circolo di Legambiente Brindisi. «Quella legge – ricorda – è stato un primo passo, drastico ma necessario, per portare a una nuova consapevolezza sui danni del fumo e del fumo passivo. Inizialmente è stata vissuta come un’imposizione, ma nel corso degli anni ha dimostrato tutta la sua efficacia». Quello che è avvenuto, infatti, è stato un vero e proprio cambio di paradigma: «La sigaretta – prosegue Marinazzo – era una sorta di simbolo che segnava il passaggio dalla pubertà all’adolescenza, mentre oggi non è più così. Dal 2005, anche grazie a leggi come questa, abbiamo assistito a una notevole riduzione del numero di fumatori e oggi abbiamo anche città, come Milano, dove il divieto di fumo è disposto anche all’aperto perché ci sono luoghi affollati in cui il fumo passivo può causare danni e si sente l’esigenza di tutelare alcune categorie di persone, come ad esempio i bambini».

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link