VerrĂ inviata in Procura a Roma una prima informativa sui responsabili degli scontri con la polizia che si sono verificati sabato sera a San Lorenzo. Controlli nelle abitazioni di persone sospette: caccia a chi ha lanciato le bombe carta
Nomi e cognomi. Organizzatori, ruoli specifici. E chi ha portato in piazza ordigni sempre piĂ¹ potenti, petardi artigianali ad alto potenziale, da stadio, che compaiono con sempre maggiore frequenza nelle manifestazioni di piazza. A Roma come a Bologna, Digos e carabinieri dei Nuclei informativi sono impegnati nelle indagini che a breve potrebbero giĂ portare all’identificazione di decine di persone coinvolte negli incidenti e negli assalti ai cordoni di sicurezza delle forze dell’ordine nella serata di sabato. Iniziative di protesta non autorizzate indette per chiedere giustizia per la tragica fine di Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 novembre a Milano, nel quartiere Corvetto, al culmine di un inseguimento con una pattuglia dei carabinieri che gli aveva intimato l’alt, ma che in realtĂ , anche a giudicare dai testi sugli striscioni esposti in piazza, si sono trasformate in cortei per vendicarsi contro gli agenti e, a Roma, contro una caserma dei militari dell’Arma, la stazione di San Lorenzo. Proprio nella Capitale chi indaga invierĂ lunedì mattina alla Procura della Repubblica una prima informativa sugli scontri in piazza dei Sanniti dove otto poliziotti sono rimasti feriti, tutti del commissariato San Lorenzo, da maxi petardi lanciati contro il cordone che in un caso hanno anche gravemente danneggiato un’auto blindata.Â
Otto agenti feriti
Il corteo romano, non preavvisato, al quale hanno preso parte circa 300 giovani dei centri sociali di area autonoma e antagonista, insieme con alcuni movimenti studenteschi, ora in via di identificazione, si è svolto in concomitanza con quelli di Bologna, Brescia e Milano, organizzati dal Coordinamento antirazzista italiano. La carica di respingimento è stata ordinata dal Questore Roberto Massucci per tutelare gli stessi poliziotti presi di mira.
La Digos e i filmati della Scientifica
Gli investigatori della Digos, guidati dal dirigente Antonio Bocelli, stanno visionando i filmati della polizia scientifica per individuare e risalire ai responsabili del lancio di bombe carte e bottiglie. Nelle prossime ore potrebbero potrebbero esserci giĂ dei fermi. Nella notte sono state effettuate alcune perquisizioni in diversi quartieri. Fra le accuse che saranno contestate ci potrebbero essere anche resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, lancio di artifici pirotecnici, ma non si escludono reati piĂ¹ gravi legati ad atti di estremismo politico e contro l’ordine e la sicurezza pubblici.Â
Il sindaco Gualtieri: «Disordini inaccettabili»
«I disordini e gli atti vandalici e i danni ingenti a Bologna, compresi quelli nei pressi della Sinagoga, sono inaccettabili. La legittima richiesta di chiarezza rispetto a una vicenda tragica come quella del giovane ragazzo morto a Milano non ha nulla a che fare con la violenza e con parole come ‘vendetta’ – afferma il sindaco Roberto Gualtieri -. Quando violenti si infiltrano nei cortei non fanno altro che danneggiare la causa per la quale dicono di manifestare. Ho sentito il prefetto Lamberto Giannini e il questore Roberto Massucci ai quali ho espresso solidarietĂ agli agenti feriti e alle forze dell’ordine impegnate ieri nel quartiere di San Lorenzo al fine di garantire lo svolgimento della manifestazione».Â
Consap: «Un unico disegno criminale contro le forze dell’ordine»
«Non sono manifestazioni di dissenso ma proditori attacchi alle forze dell’ordine». Lo sostiene il sindacato di polizia Consap. «La dinamica degli scontri – dichiara il sindacato di polizia – e i ripetuti attacchi ai presidi di polizia innescano l’idea che gli episodi possano appartenere ad un unico disegno criminale. Questo fenomeno desta forte preoccupazione nelle forze dell’ordine. Nell’esprimere solidarietĂ ai colleghi feriti, chiediamo un intervento concreto del mondo della politica per approvare strumenti normativi adeguati, che garantiscano l’incolumitĂ degli operatori di polizia e la libertĂ di manifestare dei cittadini in buona fede», sottolinea ancora il  segretario generale nazionale Patrizio Del Bon.
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