Top e Flop, i protagonisti di sabato 11 gennaio 2025 – AlessioPorcu.it

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I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 11 gennaio 2025

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 11 gennaio 2025.

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TOP

ADOLFO URSO

Il ministro Adolfo Urso (Foto: Alessandro Amoruso © Imagoeconomica)

Adolfo Urso è il referente massimo del Mimit, il il ministero delle Imprese e del Made in Italy, e fino ad ora la sua stella non aveva brillato moltissimo. Gravava e grava tuttora, sul capo del ministro, la nuvolaglia densa della crisi Stellantis, e a traino di essa quella delle aziende dell’indotto.

Come la De Vizia ad esempio, che ancora oggi vede il suo futuro incerto ed appeso a decisioni procrastinate ulteriormente a fine mese. Serviva una boccata d’ossigeno puro in cui la necessità di tutelare i posti di lavoro e quella di fare crasi d’impresa in uno scenario geopolitico dessero sollievo ad Urso e grazie anche all’azione di Urso stesso.

Serviva cioè una botta di funzionalismo in purezza. Di quella rotte cioè che mettono i governanti nelle condizioni di fare salto in lungo sui pantani delle crisi affidandosi alle scelte migliori per quella contingenza singola, non a quelle considerate migliori secondo un bouquet di valutazione dei parametri. Ecco perché Urso ha spinto – e molto – per “benedire” in veste istituzionale il nuovo asse tra Piaggio Aerospace e l’azienda turca Bayaktar.

Bayaktar e la prospettiva lunga
Il drone Piaggio P1HH

In realtà di tratta di un’acquisizione, con quello che Urso ha definito “un asset strategico per il nostro Paese” che “torna finalmente ad avere un futuro produttivo dopo sei anni di amministrazione straordinaria”. E ancora: “Con la cessione alla società turca Baykar abbiamo garantito una prospettiva industriale di lungo periodo, tutelando i complessi aziendali e salvaguardando i posti di lavoro. L’operazione risale a fine dicembre ma in queste ore il responsabile del Mimit ha riferito sulla stessa in Parlamento.

Ed ha annunciato che “in questo contesto, stiamo valutando lo sviluppo di nuove alleanze con realtà nazionali di rilievo, come Leonardo, per rafforzare ulteriormente il settore aerospaziale italiano e consolidare la nostra leadership in Europa”.

Il Piaggio Aerospace MPA

L’idea non è buona, ma grandiosa, a contare quel che Leonardo fa e vale a livello planetario. Ma il dato crudo, dato di sollievo è un altro. E’ quello per cui finalmente e dopo quasi sei anni è arrivata alla fine la crisi di Piaggio Aerospace. L’azienda si trovava in amministrazione straordinaria dal dicembre 2018. Baykar è nota per la produzione di droni/UAV di successo ed il Mimit ha “autorizzato i commissari straordinari di Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation a procedere con la cessione di tutti i complessi aziendali condotti alla società turca, specializzata in veicoli aerei senza pilota e tecnologie aerospaziali avanzate”.

In questo modo è stato “garantito il rilancio dell’azienda, con una visione industriale chiara e ambiziosa. (…) ridiamo un futuro a Piaggio Aerospace, un asset strategico per il nostro Paese, con una prospettiva produttiva di lungo periodo, salvaguardando complessi aziendali e forza lavoro”.

Già forza lavoro che nell’Italia industriale ormai vede cieli sempre più bui. E che se una volta vede l’azzurro ha diritto di gioire.

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Funzionalista.

CARMINE CARDINALE

Videocolor Anagni, gli uffici abbandonati (Foto © Pietromassimo Pasqui / pigeoneyes.com / LostItaly)

Ci sono elementi che non andrebbero dimenticati. Mai. Per ricordarli nei momenti in cui ci si vorrebbe lamentare. Come nel caso del sito industriale ex Vdc di Anagni: fino a qualche anno fa era un cimitero industriale, monumento ad una gloria produttiva passata e finita in macerie. Ora è un punto di riferimento nazionale per il settore della termoidraulica. Lo si deve al progetto realizzato pochi anni fa dal Consorzio Industriale di Frosinone (presidente Francesco De Angelis) con l’imprenditore Carmine Cardinale. Che, nei fatti, sulla macerie dell’ex fabbrica di tv a colori ha realizzato una vera e propria ‘Amazon’ della termoidraulica nazionale. (Leggi qui: Addio Vdc, entro Natale via alla Amazon della termo idraulica firmata Cardinale).

La trasformazione di questo spazio, un tempo simbolo di crisi industriale, in un polo produttivo e logistico di rilievo è il risultato di una strategia mirata che ha permesso di salvaguardare posti di lavoro e valorizzare il territorio. Il secondo sito industriale della provincia di Frosinone per estensione in metri quadrati e metri cubi dopo la Fiat / Stellantis di Piedimonte San Germano, è stato recuperato e trasformato in un polo produttivo efficiente, nel quale operano due realtà: Aeffe Service Srl e Cardinale Ferramenta Spa. Insieme danno lavoro a circa cento persone tra dipendenti diretti ed interinali.

Il Trasferimento a Polla: Sviluppo, Non Smobilitazione
L’imprenditore Carmine Cardinale

Da settimane circola la notizia secondo la quale è imminente la chiusura ed il trasferimento in Campania. Falso. Il caso Cardinale è invece l’esempio di quanto il mondo corra veloce e quanto possano essere efficaci gli stumenti che stimolano la nascita delle industrie.

In tutta la storia c’è di vero il trasferimento di una parte della produzione: da Anagni alla provincia di Salerno. Perché Anagni continuerà a sviluppare la sua vocazione logistica. Tutta la provincia di Frosinone sta diventando un immenso magazzino di smistamento delle merci: andiamo sempre meno a comprare le cose nei negozi perché richiede tempo che non abbiamo, impone di stare nel traffico che non sopportiamo, di ncercare un parcheggio che non troviamo. La logistica ce lo porta a casa in poche ore.

La recente decisione di trasferire alcune attività produttive nel nuovo impianto di Polla, in provincia di Salerno, è un’ulteriore scelta strategica di cescita. La zona economica speciale (ZES) della Campania, con i suoi sgravi fiscali e contributi a fondo perduto, ha reso questo territorio particolarmente attraente per le aziende. Cardinale ha chiarito che questa scelta rappresenta un ampliamento delle operazioni aziendali, non una dismissione dell’impianto di Anagni.

L’Importanza di Anagni nel Piano Industriale
Uno dei corridoi della Aeffe

«Non smobilitiamo affatto – ha sottolineato Cardinale – Anzi, stiamo chiudendo un accordo con società del Nord per implementare l’attività». Cardinale ha garantito che i 27 addetti della logistica della cooperativa Gearclass resteranno operativi ad Anagni. «Questo territorio ha una posizione strategica unica per la logistica, e la domanda continua a crescere», ha aggiunto l’imprenditore. E con loro resteranno altri 40 addetti allo stabilimento.

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per le imprese

 

La scelta di spostare una parte della produzione a Polla va interpretata come un’opportunità per sfruttare le agevolazioni economiche offerte dalla ZES e rafforzare la capacità produttiva complessiva dell’azienda. Questo approccio bilancia il radicamento nel territorio ciociaro con l’espansione in altre aree economicamente vantaggiose.

Senza mai dimenticare, che prima dell’arrivo del gruppo cardinale, la ex Vdc di Anagni era un colossale, immenso, infinito cimitero industriale.

Evoluzione della specie.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte (Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica)

Anche al netto del botta e risposta tra Italo Bocchino e Pier Luigi Bersani sui dati dell’occupazione in Italia di ieri sera ad Otto e Mezzo Ssu La7, c’è un dato sulle opposizioni e sl loro rapporto con le analisi tecniche. A Giuseppe Conte ad esempio non sempre gli vengono bene, quelle operazioni aritmetiche, anche se a parziale ammenda va detto che in politica certi conti nessuno li fa quasi mai con obiettività.

Colpa di questo asse del consenso che si è spostato dai numeri crudi e dai comizi che ne fanno summa ogni tanto al quotidiano stillicidio della comunicazione mainstream e social.

Prima bastava fare massa critica tra le tue forze effettive, la tua capacità di dispiegarle e descriverle in sede comiziale e, con qualche “farcitura di venia”, il discorso era chiuso. Oggi ogni politico ha l’obbligo di monitorare quotidianamente il gradimento suo e del sistema complesso che rappresenta. E con quello ha “l’obbligo” di capovolgere tesi e volgere cifre a suo vantaggio.

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Ridimensionare un record
Foto © Imagoeconomica

Conte non è immune da questo servaggio, però qualche volta lo coltiva con maggior dedizione di quasi tutti gli altri, tranne forze la premier Meloni ed il suo vice Salvini. Ecco perché il leader del Movimento Cinquestelle ha per esempio provato a ridimensionare il record degli oltre 24 milioni di occupati in Italia.

Conte ha sostenuto infatti che per lui il “dato oggettivo” che contiene il tema è “il risultato di una modifica nei criteri di conteggio degli occupati”. In che senso, avrebbe detto il primo ed insuperabile Carlo Verdone? “In quei dati oggi ci sono anche i cassintegrati: sino a tre mesi un cassintegrato è considerato tra gli occupati di quella platea”. E ancora: “Noi abbiamo un aumento della cassa integrazione nei primi nove mesi: +23 per cento”.

Il recap è abbastanza semplice a questo punto: per Conte chi fosse in cassa integrazione oggi viene incluso tra gli occupati, prima invece no. Perciò essendo la cassa integrazione in crescita, “questo cambiamento nei criteri di conteggio gonfierebbe il numero complessivo di occupati”.

Cassintegrati ed occupati

Pagella Politica però lo ha beccato sul fatto, all’ex premier, ed ha rilevato come la polpa di quel che sostiene sia polpa farlocca. Conte sbaglia perché i lavoratori cassintegrati erano già considerati occupati, con criteri più permissivi rispetto a quelli attuali, rendendo infondata la sua critica alle modifiche del conteggio”.

Poi lo spiegone utile: “Secondo una metodologia condivisa a livello internazionale, ISTAT definisce come occupato chi ha un’età compresa tra i 15 e 89 anni e rispetta specifiche condizioni durante la settimana in cui è intervistato per la raccolta dei dati. Per essere considerati occupati, è sufficiente aver svolto almeno un’ora di lavoro retribuita”. Tuttavia un criterio del genere “non falsa i dati, ma garantisce che vengano incluse tutte le forme di attività lavorativa, comprese quelle occasionali o sporadiche. Gli occupati che lavorano meno di dieci ore settimanali rappresentano comunque una percentuale minima del totale”.

Perciò Conte ha detto una cosa inesatta al solo scopo di far apparire inesatte le cose che aveva detto una sua avversaria politica.

Anche perché la categoria degli occupati comprende i lavoratori “temporaneamente assenti per altri motivi”, purché l’assenza non superi i tre mesi. Ma quella nicchia là, la nicchia su cui Conte ha ragionato, non è influente al punto da trasformare il suo sofismo in verità opponibile a quella di Meloni. Serve solo a creare un contro-slogan che non ha alcun valore empirico.

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Conte che conta male.

ANGELO RETROSI

Angelo Retrosi (Foto © Massimo Scaccia)

Nello sblocco dei cantieri e nella loro messa in servizio ha dimostrato di avere pochi rivali. In questi anni alla guida dei Lavori Pubblici di Frosinone, l’assessore Angelo Retrosi può intestarsi il merito di avere sciolto decine di nodi burocratici che bloccavano progetti, lavori, appalti, ristrutturzioni di una città per lustri identica a se stessa. E per questo brutta, inefficiente, intasata da auto e smog. La partenza dei lavori a Piazzale Kambo però stavolta non è stata delle migliori.

Sono lavori che cambieranno il volto ed una parte dell’assetto della città. Non sono cominciati all’improvviso ma finalmente seguendo una procedura lineare. Proprio per questo era indispensabile organizzare prima le alternative ed evitare la Via Crucis alla quale ora sono costretti i pendolari.

Percorsi alternativi non sicuri
(Foto © Teleuniverso)

L’avvio dei lavori di ristrutturazione dello scalo ferroviario, con la chiusura di Piazzale Kambo e dell’accesso posteriore di via Pergolesi, ha costretto i viaggiatori a ripensare il loro percorso verso la stazione. Ma questa volta l’impressione è che l’assessorato non abbia considerato adeguatamente le esigenze dei pedoni: esponendoli a situazioni di disagio e pericolo. Perché?

I viaggiatori che parcheggiano nelle vicinanze della stazione sono costretti a scegliere tra due opzioni per raggiungere i binari: il sottopasso di via Puccini o il sovrappasso ferroviario. Entrambi i percorsi, della lunghezza compresa tra 700 e 900 metri, presentano gravi criticità:

  • Sottopasso di via Puccini: Carente di illuminazione anche durante il giorno, diventa un tunnel buio e spaventoso nelle ore serali e notturne.
  • Sovrappasso ferroviario: Una struttura vecchia e trascurata, con ascensori non funzionanti, sporcizia evidente e frequentata, nelle ore serali, da persone senza fissa dimora.
Una gestione inadeguata
Piazzale Kambo chiuso al traffico

Eppure si sapeva benissimo che da questi giorni le due strutture sarebbero state prese d’assalto dai pendolari. Andavano pulite, tirate a lucido, rese accoglienti: sono un vecchio pezzo di città che all’improvviso si trova ad essere autostrada provvisoria verso il nuovo; è periferia che diventa centro. Proprio perché lo si sapeva andava resa centro nelle forme, nell’organizzazione, nella pulizia, nella custodia. La mancanza di interventi per migliorare l’illuminazione, garantire la pulizia e installare telecamere di sicurezza ha lasciato i pendolari in balia di un ambiente poco accogliente e potenzialmente pericoloso.

Anche la viabilità e la gestione dei parcheggi sono state fonte di polemiche. L’ordinanza prevede nuovi stalli per soste brevi e aree riservate ai taxi, ma non ha considerato l’impatto del cantiere sui residenti e sui commercianti della zona. Le multe elevate alle auto in sosta fuori posto nel parcheggio di via Puccini hanno ulteriormente esasperato gli animi. In genere va fatto il contrario: nei primi giorni di caos, fino a quando non si trovano soluzioni nuove, buon senso vuole che ci sia una certa tolleranza. Per ripristinare la severità quando tutti hanno avuto il tempo sufficiente per orientarsi e risolvere.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Invertire la rotta
Il municipio di Frosinone (Foto © Antonio Limonciello)

Per fortuna si tratta di problemi gestibili. A condizione di intervenire con urgenza: una pulizia straordinaria del sottopasso, una mano di vernice al sovrappasso si fanno in fretta. ordinare alla ditta di pulizia d’inserire anche quella stradina nell’elenco delle priorità è cosa facile. Grave è non averlo pensato prima. Una programmazione più attenta, con l’installazione di illuminazione, telecamere e una maggiore attenzione alla pulizia, sarebbe stata essenziale. Soprattutto dicendolo ai cittadini. Che non si sarebbero trovati spaesati all’apertura del cantiere.

In ritardo alla stazione.



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