Tra i tanti problemi che deve affrontare la Sardegna non c’è senz’altro il rischio sismico. In Italia sono stati 16.826 i terremoti registrati dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024 dalla rete sismica nazionale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: in media poco più di 46 al giorno, circa due ogni ora. Il terremoto più forte dell’anno scorso è stato quello di magnitudo 5,0 registrato in Calabria, a Pietrapaola (Cosenza), seguito da una delle due sequenze sismiche che hanno interessato l’area ionica della regione tra maggio e settembre.
La regione che nel 2024 ha registrato il maggior numero di terremoti di magnitudo superiore o uguale a 2,0 è stata l’Emilia Romagna con 434, seguita da Calabria e Sicilia. La Sardegna si conferma per distacco la regione con meno terremoti, 14 eventi di magnitudo inferiore a 2.0. Solo uno tra questi, quello di magnitudo 1,0 in provincia di Cagliari, è stato un vero e proprio sisma, gli altri eventi sono stati classificati come scoppi di cava e in un caso come un’esplosione nei pressi di Macomer.
Sardegna, isola (quasi) senza terremoti
Secondo l’opinione comune la Sardegna è l’unica regione non sismica in Italia, ed effettivamente i terremoti dalle nostre parti sono un evento raro, anche se non completamente assente. Si sono verificati storicamente, anche in tempi recenti, degli eventi sismici di una magnitudo significativa, e ben avvertiti dalla popolazione.
Il motivo è che la Sardegna, come la Corsica, è un’isola che dal punto di vista dell’evoluzione geologica è considerata ferma da diversi milioni di anni. Si tratta di aree non interessate da una cosiddetta “tettonica attiva” come nel caso dell’Appennino o di altre regioni italiane e i rari terremoti che avvengono in genere si verificano lungo le coste, dove sono presenti delle antiche faglie che, ogni tanto, possono dar luogo a eventi sismici.
“Ciò che caratterizza gli eventi sismici dell’isola è che vengono risentiti in tutta la regione. Questo accade per le caratteristiche del suolo, costituito da rocce metamorfiche particolarmente compatte, che permette la propagazione del terremoto a grande distanza – ha spiegato in passato Carlo Meletti, direttore della sezione di Pisa dell’Ingv in un’intervista sul sito dell’istituto – In famiglia ho una testimonianza dell’evento del 1948, quella di mia madre che al tempo viveva a Cagliari. Mi ha sempre raccontato che il terremoto avvenuto in Gallura, a qualche centinaio di chilometri di distanza, lei lo aveva sentito benissimo! Per tale capacità di propagazione, favorita dal suolo, può capitare che i cittadini pensino che il terremoto sia stato più forte di quello che effettivamente è stato”.
“Spesso – ha spiegato Meletti nella medesima intervista – i rari terremoti che hanno interessato la Sardegna sono stati messi in relazione o confusi con altri fenomeni naturali, per cui è successo che una frana venisse scambiata per un terremoto o lo stesso venisse descritto come un episodio di tuoni e fulmini. Ciò accade proprio perché c’è una scarsa conoscenza del fenomeno. Poi ci sono le bufale, come quelle che circolavano sugli eventi sismici avvenuti in Gallura che in alcuni casi sono stati ricondotti, erroneamente, a fantomatiche esplosioni sottomarine provocate da sottomarini nucleari della Nato”.
Il terremoto del 1616 è ricordato ancora oggi
Uno dei terremoti più forti in Sardegna risale al 4 giugno 1616, quando il sisma di magnitudo stimata 4.9 aveva interessato tutta la Sardegna meridionale: è ricordato in una incisione contenuta nella Sacrestia del Duomo di Cagliari.
In tempi più recenti, il 18 giugno 1970 un terremoto di magnitudo 4.8 localizzato nel Mar di Sardegna, alcune decine di chilometri a nord-ovest di Porto Torres, viene avvertito distintamente anche lungo le coste liguri e in Costa Azzurra. Il 28 agosto 1977 un terremoto di magnitudo viene 5.4 localizzato in mare, un centinaio di km a sud-ovest di Carloforte. Anche se la distanza è considerevole, la scossa viene avvertita in modo molto sensibile in tutta la Sardegna meridionale. Il 26 aprile 2000, due forti scosse (la maggiore di magnitudo 4.8) localizzate nel Tirreno centrale, alcune decine di km a est di Olbia sono avvertite in gran parte dell’isola, soprattutto nella zona di Olbia e Posada.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link