Ritiro della patente dopo aver assunto Tachipirina? No, è una fake news sul nuovo Codice della Strada

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Con l’avvento del nuovo Codice della Strada si sta parlando molto di farmaci che possono influenzare i risultati dei controlli ai test antidroga durante un controllo stradale. C’è addirittura la storia di un guidatore a cui sarebbe stata ritirata la patente per aver preso una Tachipirina. Chiariamo subito: si tratta di un falso mito! I farmaci a base di paracetamolo, il principio attivo contenuto nella Tachipirina®, non possono interferire con i test antidroga salivari né con quelli urinari e tantomeno con l’alcol test, quindi la loro assunzione non comporta il ritiro della patente. Ma ci sono alcuni farmaci, come antidepressivi e alcuni farmaci da banco, come l’ibuprofene e altri antinfiammatori non steroidei (FANS) che possono, in rari casi, dare origine a un falso positivo.

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Se prendo l’ibuprofene o il paracetamolo mi possono ritirare la patente?

La risposta è no. Per quanto riguarda il paracetamolo, non ci sono studi che riportano falsi positivi a drug test o alcol test causati da questa molecola e non influenza le capacità di guida. Lo stesso foglietto illustrativo dei farmaci a base di paracetamolo alla voce “Accorgimenti alla guida” riporta la dicitura “Non altera la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari”. Unica eccezione, se proprio vogliamo essere pignoli, sono farmaci antidolorifici a base di paracetamolo e codeina, ma in questo caso è la codeina a dare positività, visto che si tratta di un farmaco oppioide: infatti sono soggetti a diversi controlli e si possono acquistare unicamente con prescrizione medica non ripetibile (RNR).

Per l’ibuprofene, sono invece stati riportati casi di falsi positivi per i cannabinoidi e in alcuni casi addirittura per la fenciclidina (in arte, PCP), un potente allucinogeno. Viene da chiedersi: ma quanto ibuprofene può dare un falso positivo? Non c’è una risposta univoca. Uno studio clinico degli anni Novanta ha provato a fare questo complesso calcolo sottoponendo a test antidroga volontari che prendevano dosi diverse dosi di ibuprofene e altri antinfiammatori. Per farla breve, hanno raccolto 510 campioni di urine e solo DUE sono risultati dei falsi positivi per i cannabinoidi.

Quindi potete stare tranquilli: se prendete un antidolorifico o un antinfiammatorio, avrete una scarsissima probabilità di risultare positivi al test, semmai dovessero fermarvi. Questo dato è confermato anche da  uno studio dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha utilizzato proprio uno dei dispositivi in dotazione ai carabinieri, il SoToxa della Abbott. Lo studio bergamasco, effettuato su pazienti del SerD (Servizio Dipendenze Patologiche) ha rilevato infatti pochissimi casi (7 su 292) di falsi positivi alle amfetamine, causati però da farmaci antipertensivi, ipoglicemizzanti e stabilizzatori dell’umore.

Ritiro della patente di guida e farmaci: quali possono causare falsi positivi

Un falso positivo si ottiene quando il test dà risultato positivo alla presenza di una sostanza, anche se non se n’è fatto uso. A causare questi falsi positivi sono alcuni farmaci, talvolta anche molto comuni, o alcuni alimenti, come i semi di papavero che, se mangiati in quantità eccessive, potrebbero dare positività per gli oppiacei (dopotutto oppio e morfina derivano dal Papaver somniferum).

Non è ancora chiaro come si verifichi questa interferenza: secondo alcuni autori è causata da una somiglianza strutturale tra queste molecole e le sostanze illegali ricercate, mentre per la maggior parte dei casi la causa dell’interferenza resta sconosciuta.

Rientrano nel primo caso i farmaci a base di pseudoefedrina, una molecola contenuta in moltissimi decongestionanti nasali, dai prodotti per le allergie a quelli per la rinite. Se questo nome vi suona familiare, probabilmente avete visto Breaking Bad! La “pseudo” è infatti utilizzata nel telefilm come precursore della sintesi di metanfetamina e ricorderete Jesse Pinkman che cerca di procurarsi quanti più farmaci per la rinite potesse, prima che il professor Walter White proponesse un altro metodo, più veloce e con una maggiore resa. Ma questa è un’altra storia.

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Oltre alla pseudoefedrina, anche alcune classi di antidepressivi, alcuni antipsicotici, come la quetiapina e l’insospettabile ibuprofene, e altri FANS, hanno causato dei falsi positivi, principalmente nei test antidroga rapidi delle urine. Antidepressivi e antipsicotici sono comunque farmaci per i quali è necessaria la prescrizione medica, mentre l’ibuprofene è un comunissimo farmaco da banco, ma come abbiamo visto si tratta di casi molto rari.

Cosa sono i test antidroga e come funzionano

I test salivari e urinari rapidi spesso utilizzati come screening dalle forze dell’ordine sono un metodo molto utile, veloce e poco invasivo per analizzare fluidi biologici alla ricerca di sostanze d’abuso, principalmente cocaina, anfetamine, metanfetamine, oppiacei, ecstasy e cannabis (THC).

I più comuni sfruttano il metodo immunologico, come per i test di gravidanza o i test COVID-19, in cui specifici anticorpi immobilizzati sul supporto si legano alle sostanze illegali qualora presenti nel campione di saliva o di urina prelevato. I test utilizzati da Polizia e Carabinieri sono rispettivamente i dispositivi Sotoxa dell’azienda Abbott e i DrugWipe S.

Ovviamente, seppur con alte percentuali di precisione, questi test non sono infallibili e possono dare risultati falsi negativi o falsi positivi. C’è da dire che si tratta di test principalmente qualitativi che vengono fatti seguire da specifici test quantitativi di laboratorio, come confermato dal Gruppo Tossicologi Forensi Italiani e in ogni caso, le percentuali dei falsi positivi sono molto basse.

Sembra però che con i test in dotazione ci siano alcuni problemi: in primis, secondo quanto dichiarato dalle aziende, i DrugWipe S rilevano un limite minimo di 10 ng/ml di delta-9-tetraidrocannabinolo (il THC, principio attivo della cannabis), mentre i dispositivi Sotoxa hanno un limite di rilevamento a 25 ng/ml, creando dunque delle eventuali discriminazioni in base al dispositivo con cui viene effettuata l’analisi. Un’altra criticità è stata individuata sempre dallo studio dell’ASST di Bergamo: i dispositivi Sotoxa non rilevano importanti sostanze d’abuso, come il fentanyl e il metadone.





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