TARANTO – Il progetto per la costruzione del più grande dissalatore d’Italia, che sorgerà nei pressi del fiume Tara a Taranto, continua a generare polemiche. FAI, Europa Verde e il movimento Io C’entro, nella giornata odierna si sono espressi contro il progetto di AQP considerandolo dannoso per l’ambiente e il territorio, Acquedotto Pugliese, nei giorni scorsi, era stata costretta a intervenire a mezzo stampa per difende, invece, la validità e la sostenibilità dell’opera, sottolineandone l’importanza per fronteggiare la crisi idrica in Puglia.
La struttura, approvata dall’Autorità Idrica Pugliese con un finanziamento di 82 milioni di euro, sarà in grado di produrre 630 litri di acqua al secondo, sufficienti a soddisfare le esigenze di 385 mila persone. Tuttavia, la sua realizzazione solleva dubbi sull’impatto ambientale, sociale ed economico, come emerge dalle diverse prese di posizione delle parti in causa.
FAI: il Tara come patrimonio naturale e culturale
Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) ha preso una posizione netta contro il dissalatore, definendolo una minaccia per il delicato ecosistema del Tara, un fiume che rappresenta non solo una risorsa naturale ma anche un simbolo storico e culturale di Taranto. Secondo il FAI, la costruzione dell’impianto comporterebbe un impatto devastante su un territorio già fragile e compromesso da decenni di industrializzazione.
“Il Tara contribuisce alla biodiversità locale e al microclima della zona. Intervenire con un’opera così invasiva significa mettere a rischio un patrimonio unico, sottraendo anche prezioso suolo agricolo,” dichiarano i rappresentanti del FAI. Inoltre, l’organizzazione denuncia l’espianto previsto di ulivi secolari e l’assenza di trasparenza sulle modalità di gestione dei residui salini prodotti dalla desalinizzazione.
Il FAI propone una strada alternativa: destinare i fondi alla manutenzione e al potenziamento della rete idrica esistente, che in Puglia registra perdite superiori al 50%. “Prima di costruire nuove infrastrutture, si dovrebbe intervenire su quelle già esistenti, evitando ulteriori danni all’ambiente,” concludono.
Europa Verde: “Un progetto inutile e dannoso”
Anche Europa Verde si oppone fermamente al dissalatore, considerandolo un progetto superfluo e dannoso. Il movimento politoco ha espresso preoccupazione per le conseguenze ecologiche dell’impianto. “Il dissalatore rischia di compromettere un ecosistema unico senza fornire una soluzione concreta alla crisi idrica,” affermano.
Europa Verde ha già presentato una serie di osservazioni contrarie al progetto, avanzando anche la possibilità di ricorrere al TAR e alla Commissione Europea per bloccare l’opera. Il movimento chiede alle istituzioni di valutare alternative più sostenibili e di considerare l’impatto sociale ed economico che il dissalatore potrebbe avere sulla comunità locale.
Io C’entro: “Il fiume Tara è già sovrasfruttato”
Il movimento Io C’entro pone l’attenzione sull’equilibrio idrico del fiume Tara, che attualmente fornisce oltre 1000 litri al secondo per uso agricolo e industriale. “Non ci sono evidenze che il Tara possa sostenere ulteriori prelievi senza subire danni irreversibili,” dichiarano i rappresentanti del movimento, che criticano anche l’elevato consumo energetico e le emissioni di CO2 che l’impianto genererà.
Io C’entro si unisce al coro di chi propone soluzioni alternative, come la riduzione delle perdite idriche e l’individuazione di siti meno impattanti. “Il territorio tarantino ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali. Questo progetto rischia di aggiungere ulteriore pressione a un ecosistema già compromesso”.
AQP: il dissalatore è una risposta alle sfide climatiche
Dal canto suo, Acquedotto Pugliese difende il progetto come una necessità per garantire l’approvvigionamento idrico in una regione particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici. In un comunicato ufficiale, AQP ha sottolineato che il dissalatore sarà costruito nel rispetto della normativa ambientale europea e nazionale, garantendo la tutela dell’ecosistema del Tara.
“Il dissalatore non ridurrà il deflusso ecologico del Tara, che sarà mantenuto a 2000 litri al secondo, con un monitoraggio costante,” afferma AQP nella nota stampa del 13 dicembre scorso. L’azienda ha anche evidenziato che l’impianto sarà alimentato da un parco fotovoltaico per minimizzare l’impronta ecologica, utilizzando inoltre strutture già esistenti per ridurre l’impatto della costruzione.
Secondo AQP, l’opera rappresenta una risposta concreta alla crescente domanda di acqua potabile e alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici che rendono sempre più imprevedibile la disponibilità idrica.
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