Banche, meno prestiti alle piccole e medie imprese: i rischi del grande risiko

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Contributi per le imprese

 


di
Edoardo De Biasi

Bper e Banco Bpm sono gli istituti piĆ¹ impegnati in percentuale nel finanziamento alle famiglie e alle Pmi. La mossa di Unicredit su Piazza Meda potrebbe far venire meno unā€™importante interlocutore del made in Italy

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Scegliere il prestito giusto ĆØ una decisione fondamentale. Soprattutto per le piccole e medie imprese che sono il vero motore dellā€™economia del nostro Paese e stanno vivendo in un contesto di forte incertezza caratterizzato da tensioni geopolitiche, innovazione e crisi energetica. Le Pmi sono la spina dorsale della nostra economia e rappresentano la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale. Per essere definite in questo modo esistono dei criteri ufficiali stabiliti dalla Ue. La definizione non si basa solo sul fatturato ma considera anche il numero di dipendenti e il bilancio annuale. Questi principi sono stati fissati per distinguerle dalle grandi aziende e per consentire loro di accedere a finanziamenti e agevolazioni fiscali che mirano a favorirne la crescita.

I criteri

Il primo criterio ĆØ il numero di dipendenti che non deve superare le 250 unitĆ  per la media impresa mentre quella piccola non deve averne meno di 50. Il secondo parametro riguarda il fatturato che non deve superare i 50 milioni e i 10 milioni. Un ulteriore requisito ĆØ il bilancio annuo. Se unā€™azienda non soddisfa il criterio del fatturato, puĆ² comunque essere considerata una Pmi se il totale del bilancio annuo (cioĆØ il valore totale delle attivitĆ ) non supera i 43 milioni.




















































Le fonti di finanziamento

Ma torniamo ai prestiti. I finanziamenti possono provenire da diverse fonti come banche, enti pubblici, piattaforme di crowdfunding o investitori privati. Gli istituti restano perĆ² di gran lunga la scelta preferita, offrendo diverse opzioni come finanziamenti a lungo termine, linee di credito o leasing. Da qui anche lā€™importanza dellā€™Ops di Unicredit su Banco Bpm, visto che le due banche giocano una partita rilevante nel mondo delle Pmi. Come ĆØ risaputo il peso di questo segmento allā€™interno del quadro produttivo ĆØ rilevante. Sul totale delle imprese attive, circa il 95% ĆØ costituito dalle microimprese e un 4,8% dalle Pmi. Inoltre, queste ultime sono responsabili di oltre il 40% dellā€™intero fatturato generato a livello nazionale, del 33% degli occupati nel settore privato e del 38% del valore aggiunto del Paese. Il mercato si presenta perĆ² in continua evoluzione e le medie imprese necessitano sempre di piĆ¹ di partner finanziari che offrano opzioni su misura per sostenere la crescita, la sostenibilitĆ  e lā€™internazionalizzazione.

Gli importi

Ma andiamo con ordine. Intesa Sanpaolo ĆØ in Italia il principale istituto con un importo di prestiti (comprendendo anche i mutui) di 360 miliardi, grazie alla sua vasta gamma di servizi come soluzioni personalizzate per il finanziamento di progetti strategici mentre il programma Crescibusiness ĆØ ideato per sostenere le Pmi in settori chiave come la digitalizzazione. Tra i principali vantaggi: lā€™accesso al credito agevolato, grazie a partnership con istituzioni europee e nazionali; il supporto per lā€™espansione internazionale, con servizi di consulenza e strumenti di copertura del rischio. Anche UniCredit con oltre 170 miliardi ĆØ importante per le realtĆ  che operano o vogliono espandersi allā€™estero. BancoĀ Bpm rappresenta, con oltre 100 miliardi di finanziamenti concessi soprattutto in Lombardia, un momento significativo per la rete di consulenza locale capillare. In particolare, offre finanziamenti agevolati legati a progetti di innovazione, il supporto alla gestione del rischio finanziario e soluzioni integrate per i flussi di cassa. Anche Bper (88 miliardi) si distingue per il legame con i territori. In particolare, vanno sottolineati i finanziamenti garantiti dal Fondo di garanzia e le soluzioni per la gestione internazionale.

La classifica

Ma quali sono le banche che in percentuale sugli attivi finanziano maggiormente le famiglie e le Pmi italiane? Le principali sono Bper e Banco Bpm, seguite da Mps, Intesa San Paolo e Unicredit. Inoltre, Banco Bpm, Bper e Mps sono totalmente esposte verso nostre aziende, Intesa per il 90% mentre Unicredit, vantando una forte presenza estera, per il 38%. E qui sorge un interrogativo. La mossa di Andrea Orcel, ceo di Unicredit, su Bpm rischia di far venire meno quella controparte terza che sarebbe stata in grado di sindacare unā€™importante fetta di crediti. In poche parole, si rischia di ridurre la quantitĆ  di credito erogato dalle banche italiane alle Pmi. Lā€™eventuale cessione al CrĆ©dit Agricole, principale socio di Banco Bpm (15,1% con la richiesta di arrivare 19,9%), delle filiali eccedenti per limiti antitrust dopo la fusione con Unicredit andrebbe infatti a costituire un terzo polo estero.

Il territorio

Nessuno vuole mettere in dubbio le dinamiche di mercato ma un tempo gli assetti del sistema bancario erano oggetto di complesse discussioni tra i partiti politici. E la mossa di Unicredit rappresenta unā€™occasione per accendere i riflettori sullo stato del sistema creditizio (per questo motivo si pensa a una fusione Bpm con Mps) se ĆØ vero, come ĆØ vero, quello che ha detto il ministro dellā€™Economia Giancarlo Giorgetti allā€™assemblea Abi: Ā«Le banche italiane sono e continueranno a essere il braccio operativo dellā€™economia del Paese, degli imprenditori che ogni giorno rischiano per fare impresa e rendere il nostro Paese competitivo. La banca non ĆØ un algoritmo. Non lo deve essere. E soprattutto non lo puĆ² essere il banchiereĀ».
Che cosa rende il sistema bancario strategico? PiĆ¹ di un fattore. Di certo uno di questi ĆØ il valore aggiunto che apportano gli istituti di media dimensione al territorio. Questo proprio grazie al ruolo essenziale che svolgono a sostegno delle Pmi (lā€™Italia ĆØ anche la seconda manifattura europea con quattro milioni di microaziende che hanno meno di dieci dipendenti).

Le medie dimensioni

Le banche di medie dimensioni, grazie al loro modello basato su una gestione orientata alla sostenibilitĆ  e su una prospettiva a lungo termine, sono un fattore chiave per garantire uno sviluppo e una crescita durevole del sistema economico. A causa degli alti costi di transizione, molte Pmi rischiano di trovarsi tagliate fuori da questa svolta epocale che va necessariamente intrapresa per evitare di lasciarsi sfuggire importanti opportunitĆ .

Le regole strette

Avere un efficiente accesso al credito ĆØ fondamentale per queste realtĆ  che saranno presto chiamate ad affrontare rilevanti scelte per sostenere la loro sopravvivenza. Inoltre, a causa delle crisi finanziarie, le banche europee devono sottostare a criteri sempre piĆ¹ stringenti per la concessione di prestiti. Queste regole sono diventate un ulteriore limite.
Ecco perchƩ bisognerebbe ripensare ai modelli della Vigilanza Bce per garantire sia la soliditƠ del sistema creditizio che la crescita dei singoli Paesi.

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14 gennaio 2025

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