Enews 1009 martedì 14 gennaio 2025

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Buongiorno a tutti e buona settimana.
Ho negli occhi e nel cuore le immagini di sabato scorso quando ci siamo ritrovati in duemila al Teatro Cartiere Carrara di Firenze per festeggiare non tanto il mio compleanno, ma la nostra amicizia. Per quelli come noi la politica è fatta anche e soprattutto di relazioni umane. E questa festa, gentilmente pagata da Marco Travaglio, è stata la festa di chi dopo aver subito fango e diffamazioni per tanti anni, a cominciare dal caso Open, aveva bisogno di incrociare fisicamente lo sguardo per ripartire. Siamo stati davvero bene, grazie.

Grazie a chi è stato con noi in presenza a Firenze, grazie a chi ci ha seguito online, grazie a chi ha scritto o comunque trovato il modo di dire ci sono. Grazie a chi ha reso possibile questo evento. E grazie a chi ha condiviso la felicità. Che poi è questo ciò che fa arrabbiare chi ci odia: che nonostante tutto, noi siamo felici. E la felicità è la migliore vendetta.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Abbiamo rilanciato sulla politica.

1.  Il vero problema di questo Paese non è tanto l’immigrazione, ma l’emigrazione. Ecco perché abbiamo parlato dei giovani, dell’educazione, dell’università. In febbraio terremo il primo seminario sulla nostra proposta BASTAGE.

2.  Abbiamo sottolineato come in Legge di Bilancio sia stato indebolito il Terzo Settore e sia stato tagliato il fondo sulle povertà educative, voluto da noi nel 2016. A febbraio riuniremo gli Stati Generali del Terzo Settore.

3. Pensiamo che non possiamo lasciare il futuro e l’innovazione agli altri. La velocità del cambiamento tecnologico è realmente impressionante: ma proprio per questo bisogna guardare al domani con gli occhi della curiosità e non della censura. Vale per la comunicazione e per la difesa, vale per i satelliti e i cavi marini, vale per i social e per il quantum computing. Vale sempre.

4.  La Leopolda si terrà il 3, 4, 5 ottobre. Se qualcuno (qualcuna) pensava di fare una legge ad personam per farmi mollare la politica, sappia che ha ottenuto l’effetto opposto. Qui trovate una rassegna dell’evento. Qui alcuni dei servizi tv. Qui le mie interviste al Venerdì di Repubblica e a La Stampa.
 
Il 18 marzo uscirà il mio libro L’INFLUENCER. Qui la copertina e il link per ordinarlo.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il ragionamento è semplice. Giorgia Meloni è fortissima nel racconto mediatico. Del resto lei è ossessionata dal controllo della comunicazione: pensate che ci sono dei giornalisti che non mi invitano più in trasmissione da quando ho osato criticare la Premier. Un esempio? Nicola Porro. Ma Giorgia Meloni è anche molto diversa da come si racconta. Ed è diversa da quello che serve al Paese. Nel libro racconto ciò che larga parte dei media non ha il coraggio di scrivere e che una parte dell’opposizione non ha la forza di dire. In un sistema in cui tanti hanno paura della verità, ci vorrà pur qualcuno che non ha paura di far sentire la propria voce. Ma attenzione: per ogni critica nel libro troverete una proposta alternativa. Questa è la caratteristica de “L’INFLUENCER”.
Faccio un esempio di come funziona la comunicazione con Giorgia Meloni.
Sabato 11 gennaio si è registrato un nuovo caso di guaio ferroviario. Ore e ore di ritardo, richiesta di dimissioni di Salvini, pendolari e viaggiatori occasionali inferociti. Una premier seria mette la faccia sul problema. Giorgia no. Cambia argomento, subito. La mattina di domenica anziché parlare di treni rilancia su gruppi di delinquenti che attaccano le Forze dell’Ordine. E Palazzo Chigi dà indicazioni a tutte le testate di parlare di sicurezza e criminalità, non di trasporti. Lo stesso Salvini non twitta sui disagi dei viaggiatori (chissà se ha capito di essere il ministro competente. Cioè competente per modo di dire) ma si butta sulla difesa della sicurezza.
Quello che penso della sicurezza l’ho detto in questa trasmissione radiofonica: è ovvio che chi attacca i carabinieri è un delinquente. Punto.

Ma qui il gioco è molto semplice. Loro controllano la narrazione del Paese e impongono gli argomenti sulla base delle loro priorità. Ecco perché durante la conferenza stampa un giornalista la cui agenzia lavora e riceve soldi da Palazzo Chigi ha domandato alla Premier se lei “calpesta le formiche” e nessuno ha chiesto nulla di pensioni, liste d’attesa, stipendi e salari. Ecco perché a Milano a capodanno circondano e palpeggiano delle giovani donne e Giorgia Meloni accusa la sinistra di mutismo. Giorgia, al Governo ci sei tu. Sei tu che mandi i poliziotti in Albania, anziché a proteggere le ragazze in Piazza Duomo a Milano.
Viviamo in un Paese anestetizzato dal racconto di Palazzo Chigi. Serve qualcuno che suoni la sveglia. C’è un cinquantenne fiorentino che è disponibile a fare la sua parte. Ma quel cinquantenne è felice di non essere solo. E ha ancora nel cuore l’affetto di sabato scorso.
Grazie, un sorriso
Matteo

Ps. Su Youtube trovate il dibattito con Bocchino da Formigli di giovedì scorso, l’intervista con Panella di venerdì e tutto l’intervento di sabato.

Chi vuole faccia girare i link al canale WhatsApp e a Instagram: abbiamo molte novità in arrivo.

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