Il Giro d’Italia “dimentica” ancora la Calabria: terzo anno senza tappe

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Per il terzo anno consecutivo, il Giro d’Italia non attraverserà la Calabria. Un’assenza che pesa per una terra dalla straordinaria bellezza e che avrebbe molto da offrire in termini di paesaggi mozzafiato, tradizioni millenarie e opportunità di promozione turistica. La 108ª edizione della Corsa Rosa, che prenderà il via il 9 maggio 2025 da Durazzo, in Albania, e si concluderà l’1 giugno a Roma, esclude ancora una volta una delle regioni più caratteristiche del Meridione, suscitando amarezza e delusione tra gli appassionati e le istituzioni locali.

Un Giro sempre più internazionale, ma il Sud resta in disparte

Con una Grande Partenza all’estero per la quindicesima volta nella sua storia, il Giro d’Italia conferma la sua vocazione internazionale. Il via da Durazzo segna un omaggio all’Albania e ai suoi storici legami culturali con l’Italia, e la seconda tappa, una cronometro individuale di 13,7 km a Tirana, ne sarà l’evento clou. Tuttavia, nonostante il respiro internazionale della corsa, stupisce come il Sud Italia venga sistematicamente escluso dai grandi appuntamenti ciclistici.

Nell’edizione 2025, il percorso si snoda attraverso 15 regioni su 20, con 3.413,3 chilometri di gara suddivisi in 21 tappe, tra cui due cronometro e sette volate. I corridori affronteranno tre arrivi in salita e la Cima Coppi sarà il Colle delle Finestre in Piemonte, a quota 2.178 metri. Ma per la Calabria, il Giro rimarrà solo un sogno: niente passaggi lungo la costa tirrenica o ionica, niente arrivi in salita sui rilievi dell’Aspromonte o sulle colline silane.

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La Calabria, terra dimenticata del ciclismo

La mancata presenza del Giro in Calabria è una decisione che continua a far discutere. Il potenziale della regione come scenario di tappa è enorme: le sue strade si snodano attraverso panorami mozzafiato, tra mare cristallino e montagne imponenti, offrendo percorsi impegnativi per i ciclisti e immagini straordinarie per il pubblico televisivo internazionale. Il passaggio del Giro potrebbe rappresentare un’occasione unica di promozione turistica e culturale per una terra che troppo spesso rimane ai margini dei grandi eventi sportivi.

Il ciclismo ha il potere di unire territori e persone, raccontando storie di fatica, passione e resilienza. E la Calabria, con la sua storia millenaria e il suo legame profondo con il Sud Italia, potrebbe rappresentare perfettamente questi valori. Nonostante ciò, la regione è assente dal percorso dal 2022, un’assenza che diventa ogni anno più difficile da accettare.

Un percorso sbilanciato verso il Centro-Nord

Anche quest’anno il percorso sembra privilegiare il Centro-Nord, con ben quattro tappe in Piemonte e tre in Toscana, mentre le regioni del Sud si limitano a pochi passaggi. La partenza dall’Albania, se da un lato rappresenta un omaggio alle radici culturali comuni, dall’altro pone interrogativi sulla mancanza di equilibrio nella scelta delle tappe italiane.

In un periodo in cui il turismo al Sud sta cercando di rilanciarsi dopo anni difficili, il passaggio del Giro d’Italia avrebbe potuto fungere da straordinario catalizzatore, attirando visitatori e generando benefici economici tangibili.

Il Giro che verrà: uno spiraglio di speranza?

Nonostante l’amarezza per l’esclusione, rimane la speranza che in futuro il Giro d’Italia torni a far tappa in Calabria. Gli appassionati locali continuano a chiedere a gran voce un cambio di rotta, affinché la loro terra possa finalmente tornare protagonista di una delle manifestazioni sportive più amate d’Italia.

La Calabria merita il Giro, e il Giro merita la Calabria. Riconoscere il valore del Sud, in tutte le sue sfaccettature, è un dovere per chi organizza eventi che rappresentano non solo una competizione sportiva, ma anche un patrimonio culturale e sociale del Paese.

Il Giro d’Italia è un simbolo dell’Italia nel mondo, e il suo percorso dovrebbe rispecchiare la ricchezza e la diversità di tutte le sue regioni. La Calabria, con la sua straordinaria bellezza, i suoi percorsi unici e il calore della sua gente, non può continuare a essere esclusa. È tempo che il Sud torni al centro della scena ciclistica nazionale, perché lo sport è anche inclusione e rappresentanza.

La speranza è che il 2026 possa finalmente essere l’anno della svolta, per riportare il Giro nelle terre del Sud e, soprattutto, in Calabria.

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