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Salute, crescono i casi di cancro al seno in giovane età ma cala la mortalità prima dei 50 anni

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Salute, crescono i casi di cancro al seno in giovane età ma cala la mortalità prima dei 50 anni

Ricerca7GENOVA, 15 gen. – I casi di tumore al seno fra le donne giovani sono in aumento in tutto il mondo. Tuttavia, la mortalità delle pazienti under 50 è in calo: in Italia, tra il 2006 e il 2021 è scesa del 16%. Un risultato che apre ad una serie di nuove problematiche da gestire per i clinici tra cui la preservazione della fertilità.

Un ambito quest’ultimo dove gli specialisti italiani, e in particolar modo l’ospedale San Martino di Genova, sono stati pionieri sul versante della ricerca. Lo dimostrano i numerosi studi scientifici condotti a riguardo e presentanti nei più importanti congressi scientifici nazionali ed internazionali. E’ quanto emerso nel capoluogo ligure in occasione del meeting ‘Back From San Antonio’, che si apre oggi a Genova e dedicato alle principali novità dal ‘San Antonio Breast Cancer Symposium’, il congresso di riferimento mondiale che si tiene ogni anno a dicembre negli Stati Uniti.

“Ogni anno nel nostro Paese ancora più di 15mila donne perdono la vita a causa del tumore mammario – sottolinea Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova -. Tuttavia il calo dei decessi, tra le pazienti più giovani, è senza dubbio un dato incoraggiante e dovuto soprattutto ad un netto miglioramento delle possibilità terapeutiche. Quando colpisce una donna giovane, al di sotto dei 40 anni, il tumore è spesso biologicamente più aggressivo. Inoltre il rischio che si tratti di una neoplasia ereditaria, legata alla presenza di mutazioni patogenetiche Brca, è più elevato rispetto ai casi diagnosticati in età più avanzata”.

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In Italia, in 10 anni, i casi di carcinoma della mammella sono aumentati del 16%: erano 48mila nel 2013 e sono stati 55.900 nel 2023. Si tratta della neoplasia più frequente non solo fra le donne, ma in tutta la popolazione (sebbene i casi nei maschi siano rari, è bene che anche gli uomini non sottovalutino possibili campanelli d’allarme). “Dall’altro lato, fortunatamente, sono sempre più efficaci gli strumenti a disposizione dei clinici per affrontare la malattia e, oggi, oltre 834mila pazienti vivono dopo la diagnosi, l’87% delle pazienti è vivo a 5 anni dalla diagnosi – sottolinea Del Mastro – Il percorso di cura, oltre a garantire le ottime probabilità di guarigione attualmente raggiunte, deve prevedere che le donne giovani possano avere, una volta superata la malattia, le stesse prospettive ed aspettative delle donne che non si sono ammalate. Tra queste prospettive riveste particolare importanza l’eventuale desiderio di gravidanza futura. Da anni qui a Genova stiamo studiando gli effetti collaterali legati alle terapie antitumorali e che possono portare a disfunzione ovarica, menopausa precoce ed infertilità. Grazie a trattamenti adeguati e personalizzati, messi a punto anche attraverso gli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca del San Martino-Università di Genova, è oggi possibile diventare madre anche dopo il cancro”.

“L’integrazione tra assistenza, ricerca e formazione – spiega Marco Damonte Prioli, Direttore generale dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova – è fondamentale per garantire la più alta qualità delle cure e la possibilità di effettuare attività di ricerca in grado di cambiare gli standard terapeutici a livello internazionale. E’ quanto accade all’Ospedale San Martino che è stato nuovamente riconosciuto, al termine di una procedura di accreditamento e verifica molto selettiva e condotta da esperti internazionali, come ‘Comprehensive Cancer Center’. E’ il livello massimo di accreditamento previsto dall’organizzazione internazionale OECI (Organization of European Cancer Institutes). La Breast Unit, del nostro ospedale, rappresenta non solo l’hub regionale per la patologia ma anche un riferimento a livello nazionale ed internazionale per il trattamento e la ricerca sul carcinoma mammario”.

(adnKronos)









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