Verona, morto dopo due anni di coma per un malore nella piscina con defibrillatore guasto: istruttori a processo

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Il 16 dicembre 2019 il malore a Luigi Compri, durante un corso di nuovo al polo Castagnetti. La morte 12 novembre 2021. Il certificato di idoneità sportiva era stato redatto da un ginecologo

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Il 60enne Luigi Compri si era iscritto a un corso di nuoto del polo natatorio Alberto Castagnetti facendosi fare un certificato da un medico specializzato in ginecologia e ostetricia, anziché da uno specialista di medicina dello sport. Il 16 dicembre 2019, mentre nuotava in piscina, aveva avuto un malore ma il defibrillatore della struttura quel giorno non funzionava. Aveva dovuto attendere i soccorsi, ma ormai era già troppo tardi. Compri era stato trasportato all’ospedale di Borgo Trento e dopo quasi due anni passati in coma era morto il 12 novembre 2021 nella Fondazione Casa di Riposo Immacolata di Lourdes-Onlus a Pescantina.

Gli istruttori a giudizio

Finiscono ora a processo gli istruttori Marcello Rigamonti, 69 anni, e Brunoalessandro Venza, 52 anni, – difesi dagli avvocati Giulio Polati, Nicola Avanzi, Flavio Tommasini e Guido Beghini -, con l’accusa di omicidio colposo e cooperazione nel delitto colposo. Ieri la giudice dell’udienza preliminare Maria Cecilia Vitolla li ha rinviati a giudizio. È stata invece stralciata la posizione di Alberto Nuvolari – presidente del consiglio di amministrazione fino a ottobre 2020 della società dilettantistica Fin Plus Verona che gestiva la struttura – patteggiando con il pubblico ministero un anno di reclusione per negligenza, imprudenza e imperizia e per la violazione delle norme per la prevenzione.




















































Il defibrillatore rotto

Quel defibrillatore, che avrebbe potuto salvare la vita a Luigi Compri, aveva smesso di funzionare già l’8 dicembre 2019. Durante una gara di nuoto era stata infatti rilevata un’anomalia ed era necessario cambiare il macchinario: cosa che però, secondo la procura, non è mai avvenuta. «Si era continuato a consentire sia l’apertura al pubblico del centro natatorio, sia lo svolgimento dei corsi di nuoto già previsti nel calendario – si legge nel capo d’imputazione -, nonostante nella struttura non fosse più presente un defibrillatore semiautomatico idoneo, sicuro e funzionante».

Il malore e i soccorsi

Luigi Compri viveva a Pastrengo. Era un dipendente dell’Unicredit e un nuotatore esperto. Partecipava ad alcuni master e alle gare di triathlon. Quel funesto 16 dicembre 2019 il 60enne stava nuotando nella piscina olimpica da 50 metri quando attorno alle 20,30 è sprofondato sul fondo della piscina a causa di un malore. È rimasto lì per due minuti finché un nuotatore che si stava allenando nella corsia accanto ha raggiunto il fondo e ha riportato in superficie Compri. Lo ha trascinato fuori dalla piscina con l’aiuto dell’istruttore Venza che nel frattempo si era buttato in acqua per soccorrerlo. Una volta portato a bordo vasca, il nuotatore che lo aveva riportato in superficie ha iniziato le prime manovre rianimatorie. Poi altri due medici hanno effettuato il massaggio cardiaco e le insufflazioni senza però poter adoperare il defibrillatore. Si sono dovuti attendere i soccorsi, giunti sul posto tempestivamente, per riuscire a ripristinare una valida funzione cardio-circolatoria. Gli operatori del Suem 118 avevano poi portato il 60enne in ospedale a Borgo Trento dove era entrato in coma senza mai più svegliarsi. Successivamente era stato trasferito all’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e poi il 9 marzo 2021 nella casa di riposo di Pescantina, dove è morto il 12 novembre 2021. Dopo quel malore era quindi stato aperto un fascicolo di indagine dal pubblico ministero Maria Diletta Schiaffino. A febbraio inizierà il processo.

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