Il confine è grigio, come le pietre del Carso, e verde, come l’acqua dell’Isonzo. Regala una bellezza asciutta, fatta di campagne magre, argini di sassi e temporali. “Se non ami la pioggia non puoi vivere qui”, spiega Ustili Devetak. L’inconfondibile profumo della Šelinka, la zuppa di sedano, prosciutto, patate e paprika, è già una storia di frontiera. La prima di molte, in una terra che ha mezzo cuore in Italia e mezzo in Slovenia.
Due secoli e tre nazioni diverse: ma i Devetak non si sono mai mossi dalla loro locanda a San Michele del Carso. “Noi non siamo né italiani né sloveni, siamo gente di frontiera”. Un sapore, una famiglia. Si può anche iniziare a raccontare così GO!2025, la prima capitale europea della cultura transfrontaliera, che unisce due città un tempo divise, Gorizia – Nova Gorica. Un luogo dove le differenze culturali e nazionali, anziché rappresentare una barriera, sono valorizzate.
Bisogna prepararsi a un viaggio di confine, sempre aggrappati a una bandiera che cambia, a un cellulare che vibra con un messaggio di benvenuto a ogni varcare la frontiera.
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Gorizia, il mercato coperto e piccoli musei
Si entra a Gorizia da Borgo Castello, la sommità del colle (gora, in sloveno) da cui nasce la città. Il torrione di Palazzo Lantieri costituiva invece l’ingresso dalla pianura nella zona antica. Racconta la contessa Carolina Lantieri: “I miei avi hanno mantenuto questa casa di famiglia per cinque secoli. Qui sono passati i Borbone, Schiller, Goethe, Goldoni. Poi sono arrivati i Titini. Noi non ce ne siamo mai andati e, dopo il 2004, ho deciso di aprire la dimora all’arte contemporanea”. Non a caso sul soffitto del salone delle feste c’è un’opera di Michelangelo Pistoletto che, con l’installazione SKIES, raffigura la Mitteleuropa senza barriere. La foresteria è aperta ai turisti e da qui si può scoprire il centro di Gorizia con un itinerario a piedi.
Si parte da corso Verdi, cuore della vita cittadina, con negozi, librerie (molto bella quella della casa editrice Leg), il teatro e, all’angolo con via Boccaccio, il vivace e colorato mercato coperto, aperto nel 1927, dove ogni mattina i goriziani acquistano ortaggi e fiori, formaggi e carni. Poco più oltre, al museo di Santa Chiara, è in corso fino al 4 maggio la mostra Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Curata da Marco Goldin, descrive gli anni della Grande guerra attraverso l’opera di 12 artisti contemporanei.
Un luogo significativo della città è il Trgovski Dom, l’attivissima biblioteca slovena progettata nel 1907 dall’architetto Max Fabiani e riportata al suo splendore dopo anni difficili. Trgovski Dom racconta la Gorizia città di frontiera, non di confine, orgogliosa di vivere in un impero multietnico.
“Le cose cambiano rapidamente”, avverte lo studioso Alessandro Cattunar, autore di Storia di una linea bianca. Gorizia, il confine, il Novecento (Bottega Errante, 2024. Vedere anche la rubrica Letture a pag. 225). Attraversando i luoghi del suo libro si ha un’idea precisa di che cosa abbia vissuto Gorizia, dalla forzata italianizzazione di epoca fascista alla fine della Seconda guerra mondiale.
Come il valico secondario del Rafut, in piena città, a 15 minuti a piedi dal centro: venne istituito quando, in seguito ai trattati di Parigi del 1947, si delineò il nuovo confine fra l’Italia e la Jugoslavia. In territorio italiano c’è il piccolo museo del Lasciapassare (in sloveno Prepustnica), con filmati d’epoca e pochi oggetti che, letti da uno schermo multimediale, raccontano storie: tra essi, proprio il documento che dal 1954 permetteva ai goriziani di inoltrarsi oltre il confine per una distanza massima di dieci chilometri.
Superata la ferrovia, in terra slovena, c’è invece il Museo del contrabbando, dedicato a questa fiorentissima attività transfrontaliera.
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Piazza Transalpina, simbolo della capitale europea della cultura
Seguendo l’andamento irregolare dei cippi che segnavano il confine si arriva a piedi alla stazione di Gorizia Nord, su cui affaccia piazza Transalpina (per gli sloveni Trg Evrope). È il luogo-simbolo della capitale europea della cultura e oggi è diventato l’emblema della caduta delle frontiere.
“Ma non è sempre stato così”, prosegue lo storico Alessandro Cattunar. “Nel 1947 fu tracciato il nuovo confine tra Italia e Jugoslavia. Attraversata dal cosiddetto ‘muro goriziano’, piazza Transalpina, divisa in due, divenne uno dei simboli della separazione politico-ideologica dell’Europa durante la Guerra fredda”.
La stazione, immutata nel tempo, evoca memorie asburgiche e ospita una frequentata birreria vintage, oltre a un minuscolo museo del Confine. Se si decide di salire sull’unico treno ancora in funzione (direzione Lubiana), si attraversa il Solkanski Most, il più grande ponte ferroviario in pietra al mondo.
Nova Gorica, la gemella slovena
Oltre le rotaie, invece, dove un tempo c’era solo campagna, fra gli anni Cinquanta e Sessanta si è sviluppata Nova Gorica, la città di chi ha scelto di essere jugoslavo. Il valico di San Gabriele, quasi sul limitare della piazza, segna un altro dei possibili punti di ingresso in questa città, gemella e opposta, che oggi è parte del grande progetto di capitale europea GO!2025.
Costruita dalle brigate giovanili jugoslave di Tito su ispirazione di Edvard Ravnikar (allievo di Le Corbusier), che disegnò il piano urbanistico di Nova Gorica ideando il collegamento tra nuova e vecchia città, oggi è luogo della movida anche per i giovani goriziani. Intorno al Travnik, il grande prato che d’estate è sede di concerti e performance, si trovano i tre edifici principali: il municipio, la biblioteca dedicata allo scrittore antifascista France Bevk e il teatro nazionale.
Di fronte, ecco l’Eda center, il grattacielo di impronta razionalista che introduce alla zona pedonale: blocchi di cemento squadrato, caffè e ristoranti. Da poco, alle spalle di quest’area, è stata restaurata Delphinova ulica, un bel viale alberato dove si trova il caffè-libreria Maks knijgarna in kavarna, un locale di atmosfera bohèmien.
Nuove aperture coesistono con i classici della nostalgia, come il casinò Perla. La storia è questa: quando il maresciallo Tito inaugurò la politica di non allineamento, la Jugoslavia sperimentò, grazie alle case da gioco lungo il confine italiano, una forma di capitalismo esponenziale per finanziare molte opere pubbliche. Il casinò Perla ha vissuto molte vite e ricorda, negli interni scintillanti, quell’epoca.
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Il ghetto di Gorizia
Il rientro in Italia avviene per Erjavceva ulica, un viale un po’ magniloquente, con i busti celebrativi degli eroi sloveni. La sinagoga di via Ascoli quasi interseca il viale e racconta il ruolo della minoranza ebraica nella storia di confine della città.
Gorizia, città asburgica fino alla fine della Grande guerra, era un vivace luogo di cultura organizzato intorno allo Stadtgymnasium, scuola e centro di cultura mitteleuropea: qui si studiavano italiano, sloveno e tedesco, ma si parlava friulano. Uno dei suoi maggiori protagonisti fu Carlo Michelstaedter (1887-1910), filosofo, poeta, autore di opere grafiche e pittoriche.
Sulle sue tracce si percorre l’antico ghetto (dove si trova la storica insegna della Vecia Gorizia, l’osteria, tuttora in attività, che fu quartier generale della Resistenza) per arrivare in via Rastello. In questa antica arteria, ancora ferma ai primi del Novecento, con botteghe di artigianato perfettamente conservate, come la ferramenta Krainer, è stata posta una statua in memoria del poeta.
Gorizia quindi fa da fondale alla vita di Michelstaedter, che proprio nella soffitta del palazzo di famiglia, in piazza Vittoria, decise di porre fine ai suoi giorni ad appena 23 anni. La piazza, conosciuta semplicemente come Travnik (prato), dominata dalla chiesa di Sant’Ignazio, è oggi il salotto buono della città.
Qui ci si ferma per un tajut (il bicchiere di vino) o per l’aperitivo, magari al caffè Vittoria. Al numero 14 si trova la casa della contessa Lyda de Nordis Hornik (1921-2006). Un’altra storia di confine, la sua. Anima avventurosa e inquieta, Lyduska (come qui la chiamano) scelse di sposare il suo autista e con lui fuggì in Kenya, ma alla fine della Seconda guerra mondiale rientrò precipitosamente a Gorizia per salvare le sue proprietà.
Grazie all’amicizia con Sarah, figlia di Winston Churchill, e alla sua partecipazione a feste ed eventi della dolce vita goriziana (tra gli ospiti che incontrava c’era anche il generale americano Eisenhower), Lyduska riuscì a far annettere la sua casa di villeggiatura, geograficamente in territorio sloveno, all’Italia.
Il Collio, ribolla e chef stellati
Si esce dalla città attraversando l’Isonzo, seguendo una strada che sale curva dopo curva, in un succedersi di filari di vite. Ecco Oslavia, poi San Floriano del Collio: nonostante la linea bianca, territori affini, mai completamente indivisi dalla collina slovena del vino, che qui chiamano Brda.
Cibo e vino hanno infatti unito per decenni le due frontiere. La storia si ripete con i “Magnifici 7”, viticoltori italiani di minoranza slovena che hanno dato nuova vita alla Ribolla, e con i nuovi chef stellati che, da oltreconfine, hanno scelto di vivere in Italia.
“La Ribolla, oggi rinata e celebre anche nella versione macerata, ha da sempre unito le nostre comunità”, conferma Franco Sosol dell’azienda agricola Il Carpino, mentre guarda le viti che corrono lungo la linea del confine. “I miei vini sono frutto della ponca, la marna arenaria, e della bora: sono l’oro di questa collina. Io devo solo preoccuparmi di non rovinare la natura”.
Da qui parte il sentiero delle panchine: quasi sei chilometri tra le viti, attraversando le diverse proprietà alla scoperta delle celebri uve del Collio. Tomaž Kavčič è uno chef sloveno, ma ha scelto di vivere a Gorizia. A Zemono, nella Vipava slovena, ha aperto il ristorante Gostilna Pri Lojzetu, da cinque anni stella Michelin.
“Il confine è il paesaggio della mia infanzia, il fondale della mia vita”, racconta. Nei suoi piatti ci sono i sapori dell’Alpe Adria, un territorio che va da Vienna all’Istria e abbraccia mare e montagne. “Mio nonno non si è mai mosso dalla sua casa e in 87 anni di vita ha cambiato quattro nazionalità. Nato sotto gli Asburgo, è diventato prima italiano, poi jugoslavo e infine sloveno. In questo avvicendarsi le cose migliori di ogni tradizione culinaria sono rimaste qui. Se la frontiera è una linea tracciata a terra, il sapore non ha confini. Come l’amore”.
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GO! 2025: il programma degli eventi di Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della cultura
Nova Gorica-Gorizia è la prima Capitale europea della cultura “assegnata” a due città di due Paesi (Slovenia e Italia). GO!2025 è un progetto che sfida le concezioni di confini e nazionalità, proponendo una collaborazione tra due città transfrontaliere. L’inizio ufficiale è fissato per l’8 febbraio 2025, giornata in cui è prevista la cerimonia di inaugurazione in piazza Transalpina, che vedrà la Slovenia e il Friuli Venezia Giulia collaborare in un concerto a due voci. Ma gli eventi coprono l’intera regione.
A Trieste, presso il Salone degli Incanti si visita, fino al 4 maggio 2025, la mostra McCurry. Sguardi sul mondo, un percorso espositivo che porta per la prima volta in Friuli Venezia Giulia oltre 150 scatti del grande fotografo statunitense, incluse alcune sorprendenti immagini inedite. Ha inaugurato il 20 dicembre a Gorizia la grande mostra Andy Warhol. Beyond Borders (Oltre i confini), nella sede di Palazzo Attems Petzenstein. Tra gli eventi di un cartellone ancora in via di definizione si segnala l’unica data italiana del tour mondiale di Alanis Morissette: la cantautrice canadese, naturalizzata statunitense, si esibisce il 22 giugno a Villa Manin di Codroipo (Ud). Informazioni e programma: go2025.eu.
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Come arrivare a Gorizia
In auto: autostrada A4, poi diramazione A34 Villesse-Gorizia.
In treno: sulla linea Venezia-Trieste, stazione di Gorizia Sud.
Dove dormire a Gorizia
1 Palazzo Lantieri
Una dimora abitata dal Cinquecento, nel centro storico. Si soggiorna tra quadri d’epoca, arredi storici, con la vista su un giardino persiano. I proprietari sono sempre cordiali e felici di raccontare la storia di questa dimora. Scegliere la stanza blu al piano nobile.
Indirizzo: piazza S. Antonio 6, Gorizia Tel. 338.20.56.729 Web: palazzo-lantieri.com/it Prezzi: doppia b&b, 200 €
2 1848 Chef’s Room
Un’ex osteria storica nella Gorizia mitteleuropea è protagonista di un nuovo progetto di ospitalità. In centro, interamente rinnovata.
Indirizzo: via Rastello 62, Gorizia Tel. 375.64.53.998 Web: milleottocentoquarantotto.it Prezzi: doppia b&b da 70 a 90 €
3 Borgo Gradis’ciutta
Un complesso di case rurali ristrutturate sul Collio, a pochissimi minuti di auto dalla città. Le camere prendono il nome dagli alberi del territorio e si affacciano sulle colline. Scegliere la Gelso.
Indirizzo: Gradisciutta 14, Gorizia Tel. 334.18.83.254; 0481.39.02.37 Web: gradisciutta.eu Prezzi: doppia b&b da 150 a 170 €
4 Klanjscek Wine&Stay
Sul Collio, tra i vigneti. Il decoro della Twin Bedroom si ispira dal genere pittorico di fine Ottocento inglese, detto “cani vestiti”: gli aristocratici, amanti della caccia, sovrapponevano volti di animali in abito nobile alle riproduzioni delle fattezze dei loro avi.
Indirizzo: loc. Ossario 13/c, Gorizia Tel. 0481.28.09.00 Web: klanjscek.it Prezzi: doppia b&b da 145 a 165 €
Dove mangiare a Gorizia
5 Devetak
Una locanda che ha quasi due secoli e non ha perso la sua aria essenziale. Le vicende incredibili di questa famiglia valgono davvero un romanzo. La storia è raccontata da Enrico Maria Milič in Una locanda ai confini dell’Europa (Bottega Errante, 2023). Oggi si viene per la straordinaria cantina scavata nella pietra del Carso, per gli gnocchi di pane, la zuppa Šelinka, e per mangiare (in stagione) funghi e tartufi istriani. Da assaggiare il tiramisù carnico, la celebre coppa del Vetturino con panna e Marsala.
Indirizzo: via Brežiči 22, San Michele del Carso (Go) Tel. 0481.88.24.88 Web: devetak.com Prezzo medio: 40 €
6 Atmosfere La Stüa – wine beer & grill restaurant
In uno dei luoghi più belli della città, il chiostro di Sant’Antonio. Il calore del legno si mescola con gli arredi di design. La specialità qui sono le carni alla brace. Assaggiare i fiori di zucca in tempura con formaggio al tartufo, il prosciutto crudo di Osvaldo e il riso cacio e pepe con tartufo nero.
Indirizzo: piazza S. Antonio 16, Gorizia Tel. 0481.33.674 Web: atmosferelastua.it Prezzo medio: 50 €
7 Rosenbar
Ai margini del centro storico, vintage curato e di qualità. Accoglienza calorosa. In menu pesce, soprattutto, e verdure degli orti goriziani. Provare, in stagione, i porcini impanati. Ottimi anche gli spaghetti di Gragnano al granzo poro.
Indirizzo: via Duca d’Aosta 96, Gorizia Tel. 0481.52.27.0Web: rosenbar.it/Prezzo medio: 45 €
8 Trattoria alla Luna
Locale storico. Gnocchi di susine conditi con ont (burro schiumato, briciole di pane, zucchero e cannella) e goulash alla goriziana con polenta.
Indirizzo: via Guglielmo Oberdan 13, Gorizia Tel. 0481.53.03.74 Web: trattoriaallaluna.com Prezzo medio: 40 €
9 Trattoria Vecia Gorizia
Piccola trattoria non turistica nell’antico ghetto. Provare il frico e il tagliere di salumi e formaggi.
Indirizzo: via S. Giovanni 14, Gorizia Tel. 0481.32.424 Prezzo medio: 40 €
10 Gostilna Pri Lojzetu
Un antico maniero da caccia sulla valle del Vipava. Qui lo chef Tomaz Kavcic propone una cucina che reinterpreta i piatti del territorio, da cinque anni premiata con la stella Michelin.
Indirizzo: Dvorec Zemono, Vipava, Slovenia Tel. 335.70.22.182 Web: zemono.si Prezzo medio: menu degustazione da 60 a 100 € (da tre a sei portate)
11 Caffè Vittoria
Purtroppo i caffè storici di Gorizia non esistono più. Questo indirizzo, di gusto simil-liberty, gode dell’affaccio sulla piazza.
Indirizzo: piazza della Vittoria 42, Gorizia Tel. 333.60.53.638
12 Maks knjigarna in kavarna
Libreria e caffè di tendenza nel cuore di Nova Gorica. Provare la cheesecake.
Indirizzo: Delpinova ulica 10, Nova Gorica, Slovenia Tel. +386.57.00.19.27
Cosa comprare a Gorizia
13 Showroom Merletto Goriziano
È l’artigianato d’arte tipico della città, importato dalle suore orsoline nel Seicento. Le maestre di merletto usano la trama tipica, il Fiandra tre paia, per realizzare gioielli oltre a lavorazioni. Scenografici e leggerissimi gli orecchini.
Indirizzo: corso Verdi 86, Gorizia Tel. 0438.38.53.00 Web: scuolamerlettogorizia.regione.fvg.it
14 Pasticceria Eddo Cidin
Le focacce dolci, le pinze, le gubane e le putizze tipiche del Carso. Dolci da forno ripieni di frutta secca, mele e uvette.
Indirizzo: via Guglielmo Marconi 6, Gorizia Tel. 0481.32.561
15 Azienda agricola Il Carpino
Ribolla, friulano e malvasia.
Indirizzo: loc. Sovenza 14/A, San Floriano del Collio (Go) Tel. 328.47.21.151 Web: ilcarpino.com
16 Sara Devetak
Confetture (anche di verdure), miele e prodotti del Carso.
Indirizzo: Gornji Vrh, 3, San Michele del Carso (Go) Tel. 338.13.95.941 Web: devetaksara.co
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Ufficio del turismo del Friuli Venezia Giulia: promoturismo.fvg.it
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