La sindaca Elena Piastra: «La mancanza del documento di guida problema per le neomamme, per chi cerca lavoro e per i ragazzi, che oggi decidono di prenderlo sempre più tardi». Come funziona il «Progetto Tilde»
Non hai la patente? Il pullman e il treno te li paga il comune. È questo il progetto ideato dall’amministrazione di Settimo Torinese. L’iniziativa, unica nel suo genere, è partita dalla prima cintura torinese, all’interno di un territorio che conta circa 45mila abitanti.
Si è deciso di dare un contributo a chi non guida e a chi si trova in situazioni di difficoltà economica con il rimborso degli abbonamenti del trasporto pubblico (particolarmente interessati saranno i Formula, che coprono l’area dell’ex provincia).
Un cittadino settimese che dovrà recarsi tutti i giorni a Collegno potrà prima comprare il titolo di viaggio e, se sprovvisto di patente, richiedere il rimborso al comune. Le ragioni all’origine del provvedimento sono molteplici: incentivare il trasporto pubblico, ridurre l’inquinamento, andare incontro alle esigenze dei giovani (che iniziano a guidare sempre più tardi) ed eliminare uno dei motivi di discriminazione per chi cerca un’occupazione: l’assenza della licenza di guida.
Spiegavano in effetti al Corriere Torino i gestori dell’autoscuola Griotto, tra le più antiche di Torino e d’Italia, che sei diciottenni su 10 ormai preferiscono non prendere la patente al compimento della maggiore età, e il primo foglio rosa arriva ormai in media solo dopo il ventesimo compleanno. In sintesi, tra il 2012 ed il 2022 il calo di vetture intestate ad under 25 è stato del 33%, oggi sono sotto le 600 mila, l’anno.
Il progetto Tilde
«Tutto nasce dal progetto Tilde dell’Unione dei comuni del nord est — racconta la prima cittadina Elena Piastra — finanziato dalla Compagnia di San Paolo e teso a conciliare lavoro e famiglia. Molte donne faticano a restare nel mondo professionale quando hanno dei bimbi piccoli: quasi il 40 per cento di loro si licenzia dopo il secondo figlio e poi c’è una fase in cui si tenta di rientrare e lì arrivano le difficoltà. Uno dei motivi è l’assenza della patente. Ci siamo accorti che a parità di condizioni chi non ha questo documento fatica di più. Ci siamo chiesti quindi come intervenire: con Tilde c’era una sorta di sostegno per prendere il titolo di guida, ma il comune non può intervenire su questo. Possiamo, invece, offrire un contributo sui trasporti: così è nata l’idea».
Come funziona
I numeri dell’iniziativa sono stati comunicati nell’ultimo consiglio comunale dell’anno: a bilancio ci sono circa 20mila euro, il sostegno sarà regolato anche dalle fasce Isee. Per chi è sotto i 6100 euro l’aiuto sarà totale, tra i 6100 e i 16 mila euro, invece, i fondi varieranno a seconda del reddito.
«Credo che il target di questa iniziativa possano essere le persone in difficoltà — precisa Piastra — che non guidano ma che, allo stesso tempo, magari non possono permettersi un abbonamento. Principalmente pensiamo a donne di mezza età che hanno bisogno di un mezzo per accompagnare i figli a scuola o per recarsi a lavoro. Al momento si tratta di un esperimento, non sappiamo nel dettaglio quanti possano essere i beneficiari. Man mano, nel caso, aumenteremo anche i fondi a disposizione: sarà necessario aspettare il primo biennio».
Un piano nobile ma che, certamente, non potrà risolvere tutti i problemi del trasporto pubblico locale torinese e della prima cintura: «Per funzionare — prosegue la prima cittadina — dovrebbero esserci tratte molto capillari e al momento purtroppo non è così. Quindi se diamo il biglietto del pullman ma poi il bus non c’è il tema resta lo stesso e bisognerà capire cosa fare. Incentivando la mobilità sostenibile, però, avremo certamente una ricaduta ambientale, che significa minore inquinamento. Poi ce n’è una sociale: tentare di facilitare la conciliazione casa, lavoro e famiglia, in particolar modo per le donne che ora avranno una possibilità in più».
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