la separazione delle carriere non migliora la giustizia per i cittadini

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


L’Anm medita manifestazioni in vista dell’apertura dell’anno giudiziario. La modifica costituzionale non produrrà effetti concreti sulle persone. Barbara Berlusconi: «È un primo passo ma ha un grande significato»

La strada è ancora lunga perché la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri possa entrare in vigore, ma il primo via libera della Camera ha già enfatizzato l’effetto di contrapposizione tra governo e magistratura in corso da mesi.

Da un lato il centrodestra ha esultato, con Forza Italia che ha dedicato il sì al defunto Silvio Berlusconi (la figlia Barbara, al Tg1, ha detto che «è solo un primo passo, ma ha un grande significato simbolico. Lo avrebbe certamente per mio padre che si è battuto tutta la vita per una magistratura imparziale e meno politicizzata») e il ministro della Giustizia Carlo Nordio che – con tanto di immagine evocativa con giudici imparruccati e stendardi tricolori – ha pubblicato sul sito del ministero la frase: «Rivendico il copyright, ne parlavo dal 1997».

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Dall’altro i magistrati di tutti i gruppi associativi e sensibilità hanno definito la riforma «una vendetta punitiva» per la categoria e stigmatizzato la scelta del governo di far arrivare in aula un testo blindato, impermeabile anche davanti al parere tecnico negativo approvato dal Consiglio superiore della magistratura.

Sarà questo il clima in cui si celebrerà l’inaugurazione dell’anno giudiziario del 2025, prevista per il 24 gennaio in Cassazione con le alte cariche dello stato e il 25 gennaio in tutte e 26 le Corti d’appello. Una «mobilitazione ci sarà», promettono le toghe, ma i modi non sono ancora chiari e verranno decisi oggi durante il direttivo dell’Associazione nazionale magistrati.

Le toghe progressiste, a partire da Magistratura democratica, propongono gesti eclatanti: «I magistrati, con toga indosso e copia della Costituzione alla mano, abbandonino l’aula, in forma composta, nel momento in cui il rappresentante del ministro prenderà la parola».

I conservatori di Magistratura indipendente invece vorrebbero evitare quelle che vengono definite «sceneggiate» durante un momento solenne. Tuttavia, qualcosa accadrà e – soprattutto – comincerà a strutturarsi la mobilitazione per il no alla riforma in vista del quasi certo referendum costituzionale che, se i tempi di approvazione annunciati verranno rispettati, dovrebbe celebrarsi nel 2026.

Nessun effetto

Al netto dello scontro politico e del dibattito sulla qualità della riforma costituzionale, una cosa è certa: si tratta di una riforma che non riguarda la giustizia ma l’ordinamento giudiziario, ovvero come viene gestita la vita professionale delle toghe. Dunque non impatta sull’amministrazione della giustizia quotidiana e non avrà alcun riverbero pratico sul cittadino che chiede giustizia.

Il disegno di legge separa in modo netto il giudice dal pubblico ministero, che ora hanno in comune lo stesso concorso in ingresso e possono passare da una funzione all’altra una volta in carriera entro i primi 10 anni. Nel 2023, ragionando in numeri, a farlo sono stati in 34 su circa novemila magistrati.

Scorpora anche il Consiglio superiore della magistratura creandone due con uno per i giudici e uno per i pm e crea una Alta corte con funzione disciplinare (che oggi è gestita dal Csm). Infine, prevede il sorteggio puro per scegliere i consiglieri togati.

Secondo il centrodestra, come ha spiegato il viceministro Francesco Paolo Sisto, l’impatto sui cittadini riguarderà un cambio di «percezione della giustizia: il giudice sarà finalmente diverso rispetto a chi accusa, superando l’attuale identità per genesi e formazione culturale. Ed è impossibile accettare che chi giudica abbia parentele con chi accusa, salvo minare la fiducia dei cittadini nella giustizia».

Microcredito

per le aziende

 

Una questione di percezione esiste, soprattutto nella fase del processo. In concreto, tuttavia, separare giudici e pm non produrrà alcun effetto né sui tempi della giustizia né tantomeno sull’efficienza nell’amministrazione dei tribunali.

Certamente, invece, alimenterà lo scontro tra politica e magistratura di cui entrambe le categorie si sono nutrite in questi anni, con alterni successi. Contribuendo – questo sì – a trascinare la giustizia in un’agone mediatico che poco gioverà alla fiducia nel sistema.

Sempre riflettendo sugli effetti indiretti della riforma, una è la principale paura dei contrari, così espressa nel parere del Csm: «La creazione di un corpo separato di pubblici funzionali numericamente ridotto e altamente specializzato, deputato alla direzione della polizia giudiziari a e all’esercizio dell’azione penale; un corpo essenzialmente autoreferenziale in quanto sottratto, in sede di amministrazione del proprio ordine, ad una qualsiasi forma di confronto e di controllo con la magistratura giudicante». Il rischio della creazione di un “superpoliziotto”, dunque, che potrebbe finire sotto l’influenza dell’esecutivo.

Lontane sono invece le emergenze concrete – ma meno roboanti – che la giustizia quotidiana deve affrontare. Quella più recente: il fallimento della digitalizzazione a cui il Pnrr lega il versamento dei fondi europei all’Italia, con l’applicativo per gestire il processo penale telematico fermo dopo pochi giorni di utilizzo a causa di malfunzionamenti.

Quella più stratificata: la carenza di organico in tutti gli uffici, che determina ritardi e arretrato, con la progressiva devoluzione ai giudici di pace civili di sempre maggiori competenze. Dal 31 ottobre prossimo si occuperanno di controversie per un ammontare fino a 50mila euro.

Questioni che non polarizzano il dibattito ma che fanno perdere al cittadino fiducia nella giustizia. Non quella urlata dello scontro tra opposte fazioni che si confronteranno anche con il voto referendario, ma quella praticata quotidianamente da avvocati e magistrati.

© Riproduzione riservata

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link