Il 2025 sarà un anno di intensa mobilitazione per la Cgil Sicilia, con un’attenzione particolare rivolta ai temi della sanità regionale. Nonostante le proteste e gli appelli, non si registrano cambiamenti significativi.
“Continueremo a portare avanti iniziative come quelle già svolte nel corso del 2024. La revisione della rete ospedaliera regionale, purtroppo, non è ancora stata avviata. Quella territoriale è ancora in alto mare e l’Assessorato regionale continua a dialogare con i direttori generali delle Asp senza coinvolgere le organizzazioni sindacali, che rappresentano lavoratrici, lavoratori e migliaia di cittadini siciliani”. Ad evidenzialo è Francesco Lucchesi della segreteria regionale della Cgil che evidenzia le criticità del sistema.
“La sanità pubblica è gravemente minacciata da risorse nazionali insufficienti e una gestione inefficace in Sicilia. Il governatore Schifani ha la responsabilità politica delle nomine nelle strutture ospedaliere, ma finora non ha mostrato segnali di cambiamento – prosegue -. È urgente accelerare l’attuazione del Pnrr, in particolare per la missione 6, ma in Sicilia sono state inaugurate solo tre strutture comunitarie, ancora sperimentali e mal definite, nonostante la scadenza sia fissata per giugno 2026. Queste strutture sono essenziali per ridurre la pressione sui pronto soccorso e ospedali. Tuttavia la mancanza di personale sanitario e l’assenza di piani regionali per nuove assunzioni rendono la situazione critica”.
“Le croniche difficoltà siciliane, tra cui liste d’attesa infinite e spese sanitarie insostenibili, portano molti cittadini a rinunciare alle cure, aggravando le disparità economiche e riducendo l’aspettativa di vita nella Regione. Circa 800.000 siciliani non si curano per mancanza di risorse, una realtà inaccettabile in una delle regioni più povere d’Europa – sottolinea -. Come Cgil Sicilia, abbiamo pubblicato un report dettagliato sulla missione 6 del Pnrr, che evidenzia i ritardi e propone soluzioni concrete”.
La rete ospedaliera e la mancanza di coordinamento
“La rete ospedaliera rappresenta solo una parte del sistema assistenziale regionale siciliano, ma è una parte cruciale, poiché riguarda i posti letto per acuti. È fondamentale che i posti letto degli ospedali siano davvero destinati a tale scopo. Attualmente, gli ospedali stanno supplendo alle carenze del territorio, poiché non esiste un filtro territoriale adeguato. Di conseguenza, i pronto soccorso sono oberati da circa 100.000 accessi annuali, che risultano difficilmente gestibili“, aggiunge Renato Costa, responsabile sanità della Cgil Sicilia.
“Se è vero che il 70% degli accessi al pronto soccorso sono considerati impropri, non vuol dire che siano ingestibili, ma che non necessitano di ricovero ospedaliero. È evidente che possiamo implementare il sistema ospedaliero con medici, aumentare il numero delle stanze e delle barelle, ma senza migliorare la qualità dell’accesso non risolveremo il problema. La rete ospedaliera deve essere organizzata in modo da rispondere alle reali esigenze del territorio, e questo è il punto di partenza – aggiunge -. Un aspetto ancora più importante riguarda la rete ospedaliera stessa: il sistema sanitario siciliano dovrebbe essere effettivamente interconnesso. Le aziende ospedaliere limitrofe, che dovrebbero collaborare, spesso non si parlano, creando duplicazioni inutili e lasciando delle carenze in aree specialistiche necessarie. Questo aggravamento del sistema già carente deve spingerci a ripensare alla legge 5 del 2009, che regola le aziende territoriali e ospedaliere. La legge è ormai datata e necessita di una revisione urgente, che rappresenta il primo passo fondamentale per far rinascere il servizio sanitario in Sicilia”.
La situazione del personale precario
Sul tema del precariato, Gaetano Agliozzo, segretario generale della funzione pubblica Cgil Sicilia, ha evidenziato che il sindacato sta mettendo in atto anche: “Iniziative affinché si superi il precariato nella sanità della nostra Regione. Abbiamo del personale che continua a svolgere servizio a tempo determinato, ma sempre con la paura di trovarsi, dall’oggi al domani, senza un lavoro”.
” Il Sistema sanitario ha bisogno di loro, perché vi è la necessità di implementare il personale per garantire i servizi ed evitare poi le code ai pronto soccorso – aggiunge –. Inoltre, è fondamentale garantire la piena operatività delle nuove strutture sanitarie previste dal Pnrr. Le nostre iniziative, quindi, saranno mirate soprattutto ad avviare un piano straordinario di assunzioni che permetta di dare una risposta a chi lavora da precario e soprattutto garantire quell’assistenza ai cittadini che molto spesso viene meno”.
“La Cgil Sicilia continuerà a lottare per far si che la sanità pubblica possa finalmente ricevere il supporto e le risorse necessarie – chiosano uniti Lucchesi, Costa e Agliozzo -. È cruciale che il 2025 diventi l’anno del cambiamento reale”.
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