L’ex brigadiere accoltellato che sventò una rapina: «Rifarei tutto. I rapinatori? Deluso, speravo rigassero dritto dopo aver capito la lezione»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 


di
Massimo Massenzio

Maurizio Sabbatino è il carabiniere che nel novembre 2021 intervenne in una farmacia di corso Vercelli restando ferito dai ladri.È stato costretto alla pensione anticipata per le ferite riportate

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

«Adesso sto bene, anche se la schiena mi fa ancora male e ogni volta che sento una sirena o vedo una pattuglia che passa, mi sale una botta di malinconia». Maurizio Sabbatino ha 56 anni ed è il brigadiere dei carabinieri che la sera della rapina alla farmacia comunale di corso Vercelli a Torino, il 29 novembre 2021, venne ferito con sei coltellate all’addome, alla gamba e al torace durante la rapina messa a segno da Francesco (ora arrestato nuovamente perché in casa custodiva un arsenale) e dal suo giovane complice.

È stato a lungo ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Giovanni Bosco e sottoposto a due delicati interventi chirurgici. Ha rischiato di rimanere sulla sedia a rotelle per le lesioni alle vertebre, ma per fortuna le operazioni sono perfettamente riuscite e per il suo «eroico gesto» ha ricevuto un encomio solenne dal comandante generale dell’Arma. 




















































Le conseguenze di quei fendenti, però, si sono rivelate comunque troppo gravi per rimanere in servizio attivo. E così, a malincuore, Sabbatino si è dovuto togliere la divisa e andare in pensione in anticipo per «inidoneità al servizio».

Lei continua ad abitare a Falchera, lo stesso quartiere dove, fino a lunedì scorso, viveva anche Francesco. L’aveva più incontrato dopo la rapina e il processo?
«In effetti non abitiamo lontani, l’ho scoperto molto dopo. Ma ci siamo visti solo in tribunale. Assieme al suo avvocato mi aveva anche chiesto scusa e lo aveva fatto anche l’altro ragazzo, quello più giovane, ma le scuse servono davvero a poco, lasciano il tempo che trovano. Quello che speravo è che entrambi avessero imparato la lezione e cercassero di rigare dritto. Per il resto non ho più avuto loro notizie e mi dispiace apprendere che uno di loro è di nuovo nei guai. Vuol dire che davvero non è servito a niente. È sconfortante, ma evidentemente, l’indole era quella, purtroppo».

È riuscito a perdonarli?
«Non credo che il perdono tocchi a me. Ci penserà qualcuno altro. Io però non porto rancore a nessuno, anche se le ferite di quella sera restano sul mio corpo. Francamente speravo che avessero capito di aver sbagliato e spero ancora che almeno il ragazzo più giovane, che poi è quello che mi ha accoltellato, si sia reso conto di quello che ha fatto. Io penso sempre alla legalità e a mio figlio, che ha 27 anni, raccomando costantemente di fare attenzione. In questi giorni si sente spesso parlare di ragazzi difficili. Il mio augurio è che questi giovani trovino la loro strada nella società. Anche quando ero appena uscito dall’ospedale, ho immaginato una seconda possibilità per quei due rapinatori improvvisati e maldestri. Purtroppo, mi sembra che, almeno in un caso, il mio auspicio non si sia realizzato. Evidentemente non si può fare, doveva andare così».

Il rapinatore più giovane l’ha incontrato?
«Sì, una volta all’interno del percorso di recupero che stava seguendo in una comunità. Lui ha parlato pochissimo e io sembravo un prete che cercava di confessarlo. È stato strano. Ho cercato comunque di ricordargli che la vita è bella e va vissuta con tranquillità e nella legalità. Con la possibilità di andare a dormire sereni, con la coscienza a posto e senza timori. Mi auguro con tutto il cuore che sia servito. Alla fine io sono sopravvissuto ora loro devono trovare la forza di ravvedersi».

Le manca l’Arma?
«Tantissimo, per me era e resta una grande famiglia dove sono rimasto per 36 anni. Purtroppo non ero più idoneo al servizio, non avrei più potuto fare quello che ho sempre fatto ed è stato giusto così. Adesso ho tempo per godermi la mia famiglia, ma resto sempre il “brigadiere”. C’è sempre qualcuno che continua a chiedermi consiglio».

Ci pensa ogni tanto a quella sera? Si comporterebbe allo stesso modo?
«Sì, è normale, ci penso spesso. L’ho vissuta, la vivo e continuerò a viverla come una cosa giusta che andava fatta. Non ho rimpianti di nessun tipo, anche se mi è costato la salute e la permanenza nell’Arma. Non mi sono mai sentito un eroe, ho fatto solo il mio dovere e se mi dovesse ricapitare lo farei di nuovo, magari con qualche accortezza in più. Visto che adesso ho qualche difficoltà a muovermi e la schiena rigida. Sì, anche se ho avuto paura di morire, credo proprio che farei la stessa cosa»

Microcredito

per le aziende

 

Microcredito

per le aziende

 

18 gennaio 2025 ( modifica il 18 gennaio 2025 | 10:06)

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link