Visibilia, la ministra Daniela Santanchè rinviata a giudizio

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Ultim’ora news 18 gennaio ore 11

Conto e carta

difficile da pignorare

 


La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è stata rinviata a giudizio dalla gup di Milano Anna Magelli per l’accusa di concorso in falso in bilancio relativa alle comunicazioni sociali di Visibilia tra il 2016 e il 2022. 

Rinviati a giudizio  davanti alla seconda sezione penale del Tribunale del capoluogo lombarbo anche gli altri 15 co-imputati tra i quali il compagno Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero e l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro. 

Solo un imputato, Federico Celoria, consigliere del cda di Visibilia Editore tra il 2014 e il 2017 ha scelto di patteggiare a due anni. Come anche due delle tre società coinvolte – Visibilia Editore Spa e Visibilia Editrice Srl – hanno patteggiato rispettivamente 63.600 e 30mila euro di sanzione, oltre che 15 e 10mila di confisca come risarcimento. Andrà a processo invece la società in liquidazione giudiaria, Visibilia Srl

  • Leggi anche: Caso Visibilia, Daniela Santanchè indagata anche per falso in bilancio

Le accuse formulate 

Secondo l’accusa formulata dai magistrati milanesi, Santanchè e gli altri imputati puntavano a conseguire «un ingiusto profitto» rappresentato dalla «prosecuzione dell’attività di impresa nascondendo al pubblico le perdite, ed evitando la necessaria costosa ricapitalizzazione».

Laddove «consapevolmente esponevano nei bilanci di esercizio della società riferibili agli anni dal 2016 al 2022 nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore».

Il valore della società che secondo il Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della Gdf sarebbe dovuto essere svalutato a zero sin dal 2016 fu invece mantenuto nell’attivo dei bilanci per un valore intorno ai 3 milioni di euro

L’indagine era partita dopo la segnalazione di alcuni soci di minoranza, tra cui l’imprenditore Giuseppe Zeno, parte civile insieme ad altri due piccoli azionisti, che avevano denunciato irregolarità nella gestione della società.

Il terremoto giudiziario non ha lasciato di certo indenne Visibilia. Un primo tentativo di salvataggio è stato ad opera dell’imprenditore della gestione di condomini Luca Reale Ruffino, che sia con la sua società «Sif» sia in proprio aveva rastrellato in Borsa le azioni di Visibilia Editore senza darne le dovute comunicazioni alla Consob, fino ad acquisirne il controllo. Ma tutto è finito tragicamente con il suicidio dell’imprenditore nell’agosto del 2023. E gli eredi hanno dismesso qualunque interesse per il rilancio di Visibilia

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La società editrice è stata poi commissaria per 6 mesi, a inizio marzo 2024, al Tribunale civile per «gravi irregolarità» e atti di «mala gestione» che rischiavano di comprometterne in «modo rilevante» una «ordinata uscita dalla crisi», e che avevano spinto i giudici a nominare l’amministratore giudiziario Maurizio Irrera.

E intanto la ministra del Turismo e la sua Immobiliare Dani srl, che tramite Athena Pubblicità controllano il 92% di Visibilia Editore quotata in Borsa, hanno ufficialmente comunicato la vendita del 75% di Athena (con in pancia Visibilia) per 2,7 milioni di euro a Wip Finance, una società svizzera di gestione patrimoniale (di recente acquirente della squdra di calcio del Chieti), che promuoverà poi un’Opa-offerta pubblica di acquisto obbligatoria finalizzata all’acquisto di tutte le rimanenti azioni di Visibilia sul mercato.

Le altre incognite giudiziarie per Santanchè

Il processo per falso in bilancio comincerà il 20 marzo davanti al Tribunale di Milano e «dimostreremo l’estraneità dalle accuse in dibattimento» ha commentato l’avvocato Niccolò Pelanda, legale della ministra. 

Questo potrebbe essere solo il primo dei processi che riguarderanno Santanchè, visto che sulla senatrice di Fratelli d’Italia pende una seconda richiesta di processo per l’ipotesi di truffa allo Stato sui 126.000 euro di cassa integrazione incassati da Visibilia in periodo Covid per 13 dipendenti, che secondo i pm continuavano però a lavorare in smartworking. Il fascicolo in questo caso è stato aperto dopo la denuncia di un ex dipendente dell’azienda.

  • Leggi anche: Caso Visibilia, Daniela Santanchè indagata per truffa all’Inps sulla cassa integrazione per il Covid

La ministra è inoltre già indagata per l’ipotesi di concorso nella bancarotta della società del settore bio «Ki Group srl» – guidata dal 2019 al 2021 dalla senatrice – in liquidazione giudiziale con un passivo di 8,6 milioni di euro. Situazione che potrebbe replicarsi anche per un’altra società, Bioera Spa, fallita lo scorso 4 dicembre.

E ancora la procura ha aperto un fascicolo sulla singolarità dell’affare immobiliare realizzato dal compagno della senatrice Dimitri Kunz e dalla moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, Laura De Cicco: il tandemi di coniugi di personalità istituzionali riuscirono a comprare dal sociologo Francesco Alberoni – un mese prima della sua morte – una villa a Forte dei Marmi a prezzo largamente inferiore a quelli di mercato, riuscendo poi a ottenere una plusvalenza di 1 milione con la vendita per 3 milioni 450 mila euro all’imprenditore Antonio Rapisarda. (riproduzione riservata) 

Capitolo dimissioni

Le opposizioni non hanno esitato a chiedere a gran voce le dimissioni della ministra. La premier Meloni «non può più far finte di niente» chiosa la segretaria del Pd Elly Schlein. Sulla stessa linea d’onda il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: «Noi insistiamo per le dimissioni immediate della ministra, senza volere anticipare l’esito dei processi penali».

Dilazioni debiti fiscali

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Già lo scorso aprile, le opposizioni avevano presentato una formale mozione di sfiducia, allora però respinta. E se la titolare del Turismo in un primo momento aveva manifestato la sua disponibilità nel rimettere il suo mandato in caso di processo, negli ultimi mesi la sua posizione è cambiata dimostrandosi meno incline ad abbandonare la guida del dicastero. 
La decisione finale spetta in ogni caso alla leader di FdI. Quello che è sicuro è che Meloni ha più volte ribadito che non vuole sentir parlare di «rimpasto» ma con il rinvio a giudizio di Santanchè la questione si apre: dopo l’avvicendamento di Tommaso Foti con Raffaele Fitto e la sostituzione di Sangiuliano con Giuli, Santanchè potrebbe essere il terzo ministro a lasciare in anticipo il suo posto. E sullo sfondo ci sono sempre le ambizioni, neanche troppo velate, di Matteo Salvini e di un suo ritorno al Viminale, dopo la sentenza di assoluzione sul caso Open Arms. (riproduzione riservata)



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