La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, andrà a processo per rispondere all’accusa di falso nelle comunicazioni societarie legate alle sue società Visibilia Editore e Visibilia Editrice. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal Tribunale di Milano su richiesta dei pm Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, e riguarda presunte irregolarità nei bilanci delle società tra il 2016 e il 2022. Al centro delle accuse vi è la questione dell’avviamento societario, il cui valore, secondo la Guardia di Finanza, avrebbe dovuto essere azzerato già dal 2016, ma fu mantenuto nei bilanci per circa tre milioni di euro.
Già nell’autunno 2022, durante l’indagine preliminare, erano emerse intercettazioni significative che coinvolgevano un membro del collegio sindacale e il compagno della ministra, Dimitri Kunz, su possibili manipolazioni dei bilanci. Si discuteva di come queste pratiche avrebbero potuto condurre a un processo, una previsione che si è puntualmente avverata. Nonostante le accuse, la difesa della Santanchè insiste sull’assenza di operazioni fraudolente e sulla trasparenza della gestione aziendale. Intanto, le forze di opposizione del governo hanno chiesto con forza le dimissioni della ministra.
Non solo Visibilia: la Santanchè è coinvolta in altre vicende giudiziarie
Oltre al processo per i bilanci di Visibilia, la Santanchè, ricordiamo, è coinvolta in altre vicende giudiziarie. Su di lei, infatti, pende una seconda richiesta di rinvio a giudizio per una presunta truffa allo Stato: la ministra è accusata di aver percepito indebitamente 126mila euro di cassa integrazione Covid per i dipendenti di Visibilia, nonostante fossero stati messi a zero ore. L’udienza preliminare è stata rinviata a marzo, in attesa di chiarire una questione di competenza territoriale tra Milano e Roma.
Come se non bastasse, la ministra è anche indagata per concorso nella bancarotta di Ki Group e Bioera, due società del comparot biologico, che hanno accumulato un passivo di oltre otto milioni di euro. A complicare il quadro, una compravendita immobiliare sospetta tra Kunz e Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa. La villa di Forte dei Marmi, acquistata a un prezzo nettamente inferiore al mercato e rivenduta con una plusvalenza di un milione di euro, ha acceso i riflettori su possibili irregolarità.
Visibilia, da sogno imprenditoriale a incubo giudiziario
Visibilia, una volta punto di riferimento per la pubblicità su riviste come «Novella 2000» e «Visto», ha vissuto un declino che riflette le accuse mosse alla sua fondatrice. Santanchè, che inizialmente controllava la società, ha progressivamente ridotto la propria quota azionaria fino a uscire completamente dall’assetto societario nel 2022, poco prima di assumere l’incarico ministeriale. Nonostante il suo distacco formale, secondo il professore Nicola Pecchiari della Bocconi, la ministra ha mantenuto un ruolo centrale nella gestione delle società del gruppo. Le analisi condotte dalla Guardia di Finanza e dalla Banca d’Italia hanno ricostruito uno schema operativo che avrebbe permesso a Visibilia di coprire perdite crescenti, mascherandole nei bilanci.
Un altro elemento chiave dell’inchiesta sono le mail interne sequestrate durante le indagini. In una di queste, datata 2020, un manager suggeriva di “eliminare il più possibile” dalle fatture da emettere e di consultarsi con Kunz, definito implicitamente come il vero decisore finale. Questo, secondo gli inquirenti, lo qualifica come amministratore di fatto, nonostante non avesse incarichi ufficiali. Altre testimonianze hanno descritto una gestione caotica, con bilanci che venivano rivisti nelle riunioni serali, a cui partecipavano Santanchè, Kunz e altri dirigenti. Gli accantonamenti per fatture venivano svalutati solo successivamente, in un quadro che appare sempre più compromesso.
La difesa della Santanchè punta al passato
A detta dei legali della ministra, le accuse odierne non sono altro che una riedizione di un vecchio caso archiviato nel 2017. All’epoca, le accuse di infedeltà patrimoniale e insolvenza furono respinte dalla procura per mancanza di prove. La difesa sottolinea che questa nuova indagine sarebbe stata riaperta senza le necessarie autorizzazioni giudiziarie, rendendo inutilizzabili molte delle prove raccolte. Secondo loro, il processo dovrebbe quindi concentrarsi su elementi già valutati e archiviati.
Intanto, però, il futuro di Visibilia si intreccia con quello della ministra. Daniela Santanchè, attraverso la sua Immobiliare Dani srl, controllava il 92% di Visibilia Editore tramite Athena Pubblicità. Recentemente, è stata ufficializzata la vendita del 75% di Athena, e con essa il controllo di Visibilia, alla società svizzera Wip Finance per 2,7 milioni di euro, che ha annunciato che lancerà un’offerta pubblica di acquisto (opa) obbligatoria per rilevare tutte le azioni residue di Visibilia ancora in circolazione sul mercato. Un’operazione che potrebbe ridefinire sì il destino della società, ma che lascia aperti molti interrogativi sul suo rilancio e sulle sue prospettive future.
Le opposizioni chiedono le dimissioni della Santanchè
Poco dopo l’annuncio, dalle opposizioni sono subito arrivate le richieste di dimissioni. «Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente. Lei, che quando era all’opposizione chiedeva le dimissioni per molto meno, ora che fa? Cambia idea anche su questo? Il processo farà il suo corso per accertare se è colpevole, ma quando le accuse sono così gravi chi ricopre le più alte cariche istituzionali deve fare un passo indietro. Daniela Santanchè si dimetta. E Giorgia Meloni deve pretendere le sue dimissioni» ha commentato la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein.
Ne è dello stesso avviso Giuseppe Conte, presidente del M5S: «Noi insistiamo per le dimissioni immediate della ministra, senza volere anticipare l’esito dei processi penali. È assolutamente indecoroso per le istituzioni di governo che rimanga lì. Meloni, che in passato chiedevi le dimissioni di tutti i ministri per molto meno, oggi che fai, continuerai a fischiettare indifferente? Non avverti neppure adesso un sussulto di dignità che ti spinga finalmente a tutelare l’immagine e l’onore delle istituzioni?».
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