ecco nuova data/ Migliaia in piazza chiedono ballottaggio dopo ‘golpe bianco‘ pro-UE

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ROMANIA ANCORA NEL CAOS: FISSATA LA DATA DELLE (NUOVE) ELEZIONI, MA LA PIAZZA È INCANDESCENTE CONTRO BRUXELLES

Si voterà in Romania il 4 maggio 2025 per il primo turno delle Elezioni Presidenziali, il 18 maggio è atteso l’eventuale ballottaggio: andrebbe tutto bene se non fosse questa la seconda data fissata per un’elezione nazionale a Bucarest nel giro di pochi mesi, e non perché non si è riusciti ad avere indicazioni chiare alle urne. Il caos generale regna sovrano in Romania dopo il primo turno del 24 novembre 2024, annullato dalla Corte Costituzionale rumena per “ingerenze estere” e brogli ai seggi.



Proteste in piazza non solo tra i sostenitori del candidato Presidente uscito vincitore a sorpresa nel voto di novembre – Calin Georgescu – ma anche altri elettorati di centrodestra e critici con l’Unione Europea si sono uniti nelle manifestazioni pro-democrazia. L’annullamento delle Elezioni in Romania, che avrebbe portato al ballottaggio di inizio dicembre tra il profilo filo-Russia di Georgescu e il Centro-destra di Elena Lancioni (USR-Unione Salvate la Romania), pesa ancora e a Bucarest nel weekend ancora migliaia di manifestanti sono scesi in piazza contro la Corte Costituzionale e contro il Presidente uscente Klaus Iohannis, il cui mandato è scaduto ufficialmente il 21 dicembre 2024. Non solo la Capitale ma anche altre città della Romania si sono date appuntamento in piazza per chiedere sia rispettata la democrazia, con il voto dei cittadini che aveva lanciato un segnale chiaro non premiando il PNL (Centrosinistra) di Iohannis, Ciuca (neo leader e candidato alla guida della Repubblica) e del Premier Ciolacu.

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SCENARI ROMANIA VERSO LE NUOVE ELEZIONI: ANNULLATI TUTTI I RICORSI DI GEORGESCU

La svolta nelle proteste divenute sempre più ingenti in Romania è giunta dopo il terzo e definitivo “niet” al ricorso presentato dal candidato di destra Georgescu presso la Corte Suprema di Cassazione rumena: il vincitore del primo turno alle Elezioni Presidenziali 2024 aveva impugnato le decisioni dell’Ufficio Elettorale centrale che in precedenza aveva dichiarato non validi i risultati delle urne, facendo così intervenire la Corte Costituzionale con l’annullamento definitivo e la riprogrammazione del voto nel maggio 2025. Nulla è valso per Georgescu, ora costretto a ricominciare tutto da capo assieme ai nuovi alleati dell’AUR (Alleanza per l’Unione dei Romeni) di Simion.



Da qui a maggio la partita sembra ancora molto lunga eppure al momento i sondaggi e le sensazioni dalla piazza rumena sembrano portare ancora più consensi ai leader rimasti “incastrati” dalla decisione della Corte, venendo squalificati dal ballottaggio per presunti brogli su cui l’Unione Europea si è già espressa dando piena liceità al massimo organo istituzionale dello Stato rumeno. Lo scontro a distanza tra due diverse concezioni di Europa, l’ala critica sempre più “filo-Mosca” e vista di cattivo occhio da Bruxelles, e l’ala invece più “europeista” che contesta la crescita in pochi mesi di un leader populista come Georgescu, quasi sconosciuto fino all’inizio del 2024.

A tutto questo si è aggiunta la polemica sollevata dall’ex commissario francese in UE, Thierry Breton, che in una famosa ormai intervista alla BFM-TV dopo Capodanno si è lasciato sfuggire quanto Bruxelles abbia condizionato la Corte Costituzionale nell’annullare il primo turno delle Elezioni Presidenziali in Romania. «Dobbiamo impedire le interferenze e far sì che le nostre leggi siano applicate», ha detto l’ex uomo forte di Macron parlando del prossimo voto in Germania per le Elezioni Federali, ma aggiungendo come questa “mossa” estrema dovrà essere fatta a Berlino «esattamente come è stato atto in Romania». Al netto delle prove che al momento mancano a suffragio della tesi di un “golpe bianco” operato dalla Commissione Europea contro i risultati del primo turno a Bucarest, la spinta della piazza e di parte del Parlamento è sempre più forte e il Governo Ciulacu rischia ora fortemente una crisi politica nei prossimi mesi prima delle Elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica.



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