Nel mondo, ma anche nella nostra Italia, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; è un fenomeno che interessa tutte le società industrializzate del nostro pianeta e di conseguenza anche quelle più povere.
Il problema a mio parere non sussisterebbe se la parte più povera avesse il necessario per vivere; ma non è così.
700 milioni di persone in povertà
Secondo le stime della Banca Mondiale circa 700 milioni di persone al mondo vivono in condizioni di povertà estrema, ovvero con meno di 2,15 dollari al giorno. Si tratta di una soglia estremamente bassa, un livello di reddito che non basta nemmeno a garantire a una persona il cibo necessario per una dieta sana e l’acqua potabile.
Il mondo non ce la fa più a sostenere uno stile di vita e di consumi come abbiamo oggi nei paesi industrializzati. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
A pagare è l’intero pianeta ma le responsabilità non sono certamente dei paesi più poveri o delle persone più povere.
733 milioni di persone non hanno cibo a sufficienza
Il 10% dei più ricchi del mondo è responsabile del 50% delle emissioni di anidride carbonica complessive a livello mondiale; l’1% da solo dei super ricchi è responsabile del 16% di emissioni mentre il 50% dei poveri causa l’8% di emissioni (rapporto Oxfam 2023). Secondo l’indice globale curato da Cesvi, non hanno cibo a sufficienza 733 milioni di persone nel mondo. Una situazione che non vede miglioramenti, anzi in alcuni paesi la situazione è in peggioramento.
Come può non venire alla mente la parabola evangelica del povero Lazzaro e del ricco Epulone? Il ricco banchettava lautamente mentre il povero Lazzaro giaceva sulla soglia di casa e si sfamava delle briciole che cadevano dalla tavola del ricco.
La nostra Costituzione all’articolo 42 recita: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”.
Anche i Padri costituenti quasi 80 anni fa capivano che era necessario porre un limite al concetto di proprietà privata in quanto se i ricchi sono anche quelli che in un paese detengono il potere politico ed economico, può succedere, come poi è successo, che la forbice si allarghi: i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Divario ricchi e poveri
La ricchezza dei cinque miliardari più ricchi al mondo è più che raddoppiata, in termini reali, dall’inizio di questo decennio, mentre la ricchezza del 60% più povero dell’umanità non ha registrato alcuna crescita.
In Italia, a fine 2022, l’1% più ricco era titolare di un patrimonio 84 volte superiore a quello detenuto dal 20% più povero della popolazione, la cui quota di ricchezza nazionale si è dimezzata in un anno.
È necessario intervenire per riequilibrare la situazione.
È certamente legittimo che ci siano delle differenze; non possiamo pensare a una distribuzione delle ricchezze uguale per tutti come pretendeva di fare il comunismo.
La proprietà privata è sicuramente da difendere come è sicuramente da riconoscere chi ha fatto fruttare i propri talenti senza nasconderli sotto terra. è sicuramente da rispettare l’imprenditore che ha necessità di ingenti capitali per far funzionare la propria azienda, per investire, sperimentare, creare nuovi posti di lavoro.
Ma c’è un limite e qual è questo limite? La povertà degli altri e la distruzione del pianeta. Se ci sono persone, fratelli, che stanno morendo poiché privi del necessario e io ho in sovrabbondanza non posso vivere nell’indifferenza.
Questione di egoismo
Non è una questione di destra o di sinistra; sicuramente è necessario applicare una tassazione molto più alta per chi è super ricco ma sarà molto difficile poterci arrivare. Credo che la questione sia piuttosto di egoismo; chi ha vorrebbe avere sempre di più e non si accorge dell’altro.
Spesso la classe politica è complice perché anch’essa difende i privilegi, ma ciò che soprattutto deve cambiare a mio parere è la coscienza collettiva; è la comprensione che la nostra felicità non viene dall’accumulare per sé, ma piuttosto dall’impegnarsi per aiutare gli altri, aiutare chi è nella necessità.
È necessario che comprendiamo che il senso più profondo della nostra esistenza è vivere con gli altri, per gli altri; spostare il nostro impegno, la nostra intelligenza, creatività per trovare forme che diano una degna esistenza al povero Lazzaro.
Giuseppe Bigi
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