Il racconto del Festival e gli artisti liguri

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Inizia questa domenica e proseguirà fino all’inizio della settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo, ‘Il racconto del Festival e gli artisti liguri’, quattro appuntamenti per approfondire la storia della musica genovese e ligure e degli interpreti che hanno preso parte al festival della canzone italiana.

Dagli anni Cinquanta con le prime esibizioni di Natalino Otto, fino ai giorni nostri con gli esponenti del panorama genovese che si preparano a calcare il palco dell’Ariston per la prima volta, un approfondimento per riscoprire la kermesse canora. Perché Sanremo è Sanremo.

Dall’annuncio dei trenta partecipanti alla settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo, ai primi di dicembre, cresce ogni giorno di più l’attesa per quella che per molti sarà un’edizione di svolta ma che, a ben vedere, appare in tutto e per tutto essere in continuità con quanto negli ultimi anni da Amadeus.

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Dopo le cinque edizioni che hanno visto il popolare presentatore impegnato anche come direttore artistico in un crescendo di consensi come non si vedeva nemmeno ai tempi di Baudo, il 2025 vedrà il ritorno al comando di Carlo Conti che dal suo predecessore ha ereditato lo spirito intergenerazionale facendo della musica un vero e proprio ponte di generi.

Dal rap alla trap, passando per artisti e artiste che vantano decine di partecipazioni alla kermesse canora, arrivando alla musica indipendente, anche quest’anno ad avvicendarsi sul palco dell’Ariston ci sarà una rappresentanza del panorama artistico italiano in ogni (o quasi) sfumatura.

Ma la storia del Festival di Sanremo, istituito nel 1951, anno della prima edizione, è una storia fatta di centinaia di partecipanti, di canzoni di denuncia e d’amore, di ospiti internazionali e di performance che, anche a distanza di anni, continuano a far parlare.

Dai Placebo capaci di distruggere gli strumenti come ribellione, ai Queen, infastiditi dal playback, fino al celeberrimo abbandono di Bugo, durante il Festival 2021, in cui ha partecipato con Morgan, Sanremo è un vero centro nevralgico della cultura italiana.

Una storia in cui spiccano tanti artisti e artiste genovesi e liguri che con le loro partecipazioni e con i loro trionfi hanno scritto pagine importanti di quell’affascinante racconto che è la musica italiana.

Nell’inverno del 1951, per la prima volta, il Casinò di Sanremo organizzò un evento pensato per promuovere la cittadina accogliendo artisti che avrebbero poi posto le basi della canzone italiana moderna.

Tra i primi, i pionieri degli anni Cinquanta, la Liguria fu protagonista con Natalino Otto, uno dei pionieri dello Swing italiano. Nato a Cogoleto nel 1912, Natalino era già conosciuto quando, nel 1954, partecipò al Festival di Safeno per la prima volta con il brano ‘Notturno’, un pezzo raffinato e melodico, che si classificò al quarto posto. 

Il 1956 fu l’anno di Luciana Gonzales, pegliese, che approdò al Festival dopo aver vinto il concorso Voci Nuove della Rai. La sua interpretazione di ‘La vita è un paradiso di bugie’ le valse il terzo posto facendo brillare un nome nuovo accanto ai già ‘consacrati’ della canzone italiana.

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Un altro grande interprete, forte poco noto, fu Joe Sentieri, pseudonimo di Rino Luigi Sentieri, il ‘cantante del saltino’. Nato in quartiere popolare della Genova portuale, Sentieri era uno dei più energici ‘urlatori’, la generazione di cantanti caratterizzata da grande intensità vocale e interpretativa. Sul palco del Casinò di Sanremo, nel 1959 con ‘È mezzanotte’ e ‘Quando vien la sera’, entrami in abbinamento con altri artisti com’era consuetudine all’epoca.

Gli anni Sessanta segnarono la svolta musicale con la rivoluzione dei cantautori.

Furono gli anni in cui emerse la cosiddetta Scuola genovese, un movimento culturale e musicale che ridefinì i canoni della canzone d’autore.

Nel 1961 a salire sul palco fu Umberto Bindi, considerato uno dei padri della canzone d’autore italiana. Nato a Bogliasco nel 1932, Bindi si presentò al Festival con ‘Non mi dire chi sei’, classificandosi al quarto posto. La canzone, con l’arrangiamento orchestrale ricco e il testo romantico, evidenziava l’abilità di Bindi nel fondere melodia e poesia. Una carriera che avrebbe potuto conoscere ancora maggiori successi se non fosse stata ostacolata dai pregiudizi legati alla sua omosessualità come lo stesso artista raccontò proprio nel corso della sua ultima partecipazione a Sanremo, nel 1996, assieme ai New Trolls.

Il 1961 fu anche l’anno di Aura D’angelo, nome d’arte di Anita Cantalupo. Genovese, si presentò in gara con brani intensi come ‘Notturno senza luna’in abbinamento con Silvia Guidi. L’anno seguente canto in abbinamento con Claudio Villa la canzone ‘Il vento d’aprile’ e, nel 1963, 1962 quando il vento d’aprile con Claudio Villa, 1963 raggiunge la finale con Tu venisti dal mare’ insieme ad Arturo Testa. In ogni interpretazione non mancò mail il timbro elegante, cifra stilistica dell’interprete.

Tra gli esponenti di spicco della corrente artistica, Bruno Lauzi partecipò al Festival di Sanremo nel 1965 con ‘Il tuo amore’, un valzer sofisticato capace di mostrare l’eleganza e la poetica tipiche della produzione di Lauzi. Autore ironico, Lauzi è stato capace di contraddistinguersi per una narrazione musicale unica, capace di trasformare ogni brano in un racconto.

Gli anni Sessanta si chiusero con un episodio tragico, la morte di Luigi Tenco, in gara nel 1967 con il brano ‘Ciao amore ciao’. Il brano, una denuncia velata delle difficoltà sociali ed economiche dell’Italia dell’epoca, fu eliminato prematuramente dalla competizione. L’artista si suicidò all’hotel Savoy, scuotendo l’opinione pubblica e aprendo a una profonda riflessione sul ruolo del Festival e sul rispetto degli artisti.

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