Livorno, ecco il nuovo volto della Terrazza: «Ora stop ai grandi ristagni d’acqua»

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LIVORNOHanno iniziato il 10 dicembre, lavorando anche la domenica e adesso si è praticamente giunti alla fine. Gli operai della ditta Ceragioli di Camaiore hanno appena terminato le rifiniture del camminamento fatto a lastre, che si percorre lungo il muro dei bagni Tirreno e che dà accesso alla Terrazza. Alla sinistra di questo vialetto, lungo in totale 160 metri e largo poco più di sei, resta una porzione mantenuta a terra nuda, che fa da separazione con un lato dell’Acquario, sapientemente compattata e adesso con le giuste pendenze per evitare grandi ristagni d’acqua specialmente dopo le mareggiate che si presentano in questi ultimi tempi sempre più violente.

Sono stati insomma completati, nel giro di poco più di un mese, gli 80 metri che ancora mancavano rispetto al progetto. Perché la prima parte di questo sentiero era già stata realizzata, riuscendo già a finanziarla nel lotto dei lavori eseguiti per una riqualificazione estetica e funzionale riguardo la passeggiata all’altezza della Bellana.

Gli interventi

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Su tutto questo tratto è stata messa a punto anche una nuova fognatura e, in aggiunta, anche una predisposizione, attraverso l’inserimento di un corrugato aggiuntivo al preesistente impianto, che potrà tornare utile per un futuribile potenziamento dell’illuminazione pubblica. Il costo per questo secondo intervento, cominciato con il completamento lungo i bagni Tirreno, è di 221 mila euro e comprende anche la realizzazione dell’altro vialetto, lungo 130 metri. È quello che, spalle a viale Italia, porta dritto all’ingresso dello stesso Acquario. Lastre di granito, con un disegno semplice bicolore sull’esempio del controviale dove campeggiano le palme, seguendo da subito uno sviluppo di 94 metri che prenderanno il posto della passerella in losanghe di legno devastata dalla libecciata del 2 novembre 2023. Ormai staccate, galleggiavano in mezzo a un terreno diventato come un lago che testimoniava la furia del mare. Non erano più recuperabili. Furono allora smaltite in tempi brevi (tre-quattro giorni dall’evento meteo), in attesa di fare la gara poi aggiudicata, per la riqualificazione dell’area con i provvedimenti da farsi in somma urgenza. Situazione che ha trovato poi una sua quadra burocratica a giugno scorso, con i lavori finanziati dalla Regione. Si partirà con l’inizio della prossima settimana, e il box degli operai con alcuni mezzi meccanici parcheggiati nei pressi, era preventivamente stato allestito. Fino a ieri, tuttavia, non si sapeva con esattezza se potevano essere coperti e in che modo, anche gli ultimi 35 metri (arrivando a coprire l’intero percorso di 130), quelli più prossimi all’ingresso della struttura museale. Almeno per il momento, e tutto per una questione economica.

I sottoservizi

Sotto, ci sono infatti una serie di sottoservizi, compresa la centralina Enel che alimenta il funzionamento delle vasche dell’Acquario. Resta quindi da verificare, attraverso una ventina di saggi effettuati dalla stessa ditta appaltatrice, se sotto l’attuale piano, composto da asfalto, si trova una colata di cemento armato, oppure una semplice massicciata a strati di ghiaia. Eredità del passato, lavori forse non eseguiti a regola d’arte o comunque non con lungimiranza, che oltre a rappresentare adesso alti costi per lo smantellamento e lo smaltimento, hanno già causato, per via di quote e pendenze non ottimali, l’allagamento dei locali Acquario e del locale Surfer Joe con la famosa mareggiata di oltre un anno fa. Il responso, è stato inappellabile: il cemento armato, c’è.

Il cemento armato

Ma gli ingegneri e architetti del Comune, con Fabrizio Mori direttore dei lavori, avrebbero già individuato la soluzione: verificare se si possono reperire, durante la durata del cantiere, lastre di ugual tipo ma meno spesse, in modo da poter avere per quel pezzetto finale un piano omogeneo e livellato con il resto del tratto precedente. Si possono togliere infatti soltanto con le frese quei sette-otto centimetri di bitume. E utilizzare le stesse lastre che saranno posizionate più indietro significherebbe dover prima smantellare il cemento armato con i costi pronti a salire vertiginosamente. La decisione finale non è stata ancora presa, ma questo sarebbe l’indirizzo a cui si guarda, presentando ai livornesi entro fine febbraio una camminata tutta uguale fino all’ingresso dell’Acquario. Sul lato sinistro di questo intero camminamento, lungo il terreno del giardino, sarà realizzata ex novo anche una fognatura in sostituzione di quella che c’era, vecchia e malfunzionante. Anche in caso di forti mareggiate, l’adeguamento della nuova tubazione contribuirà a far defluire l’acqua in tempi molto più brevi.

La nuova rampa

Alla fine del vialetto lungo il muro di delimitazione con i bagni Tirreno, è in fase di rifinitura anche una nuova rampa d’accesso alla Terrazza per i disabili. Quella che c’era è stata tolta perché realizzata non a norma. In quello stesso punto, dove le scale assumono forma circolare come in altre zone più centrali e fino al lato Pancaldi, verrà fatto un “capo scala” a riprendere i motivi che si ripetono più verso sud. Sempre lì, saranno rimessi anche degli scalini nuovi. Ne viene realizzato uno al giorno e, dopo diverse prove, nel giro di un paio di settimane si dovrebbe iniziare ed entro la prima decade di febbraio anche quell’angolino sarà riqualificato. Sempre per quanto riguarda la Terrazza, legato alla somma urgenza dopo la mareggiata del novembre 2023, furono ripristinati pavimentazione saltata, il paramento a mare e la punta verso i bagni Tirreno con i lavori finiti nel settembre scorso. C’è poi un appalto di manutenzione con cui si è proceduto alla sostituzione delle panchine che arrivano fino ad Acquaviva, ora tutte nuove. Tornando invece sull’affaccio tanto caro ai livornesi e tanto gettonato per le pubblicità di mezzo mondo, per circa 70 metri verrà rifatto un segmento di parapetti che parte proprio dal confine con i bagni Tirreno. Sono anch’essi in produzione come le scale e il “capo scala” dove si è già abbozzato lo scivolo disabili. Una lunghezza non del tutto sufficiente perché occorrerebbe intervenire allo stesso modo per ancora altri 30 metri che rientreranno in un successivo lotto. Entro un mese, si comincerà a procedere.

 

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